La Pandemia che stiamo vivendo, e che ha colto tutti di sorpresa, ha messo, soprattutto, gli adolescenti in una situazione di difficile gestione.
Il Coronavirus ha posto i ragazzi dinanzi a un enigma dalla portata significativa, si ritrovano, infatti, ad attraversare un’impresa ardua in un delicato momento della propria esistenza: l’adolescenza.
In questo pezzo di vita avrebbero potuto esplorare se stessi e il mondo circostante, si sarebbero confrontati con la realtà di tutti i giorni, affrontando prove complesse ma uniche e irripetibili, quali esami per la scuola o per la patente di guida, avrebbero vissuto momenti piacevoli nelle gite scolastiche tra divertimento e condivisioni amicali, avrebbero vinto o perso i campionati sportivi, avrebbero, forse, festeggiato il compleanno con feste organizzate nei minimi particolari, capaci di trasformare i propri sogni in realtà condivisibili.
Non sarebbe stato tutto perfetto, ma sarebbe stato tutto vero perché vissuto in prima persona, tra le emozioni più disparate e il brivido di esserci, in ogni singolo istante e in ogni angolo del mondo.
Il Coronavirus ora, però, sembra dettare regole opprimenti e sconfortanti, chiede, di fatto, di chiudersi fra le quattro mura domestiche, in uno spazio ristretto, condiviso con altri, lontani dalla scuola, dall’affetto degli amici, dai locali, dalle piazze, dalle attività sportive, dalla libertà più profonda.
La solitudine, la noia, la frustrazione, l’insicurezza, la tristezza, la rabbia sembrano prendere il sopravvento, scaraventando i ragazzi in un turbinio di emozioni talvolta violente e disorganizzate. Questo, se mal gestito, potrebbe portare a un rimarchevole malessere interiore fino alla messa in atto di comportamenti dannosi, per se stessi e per gli altri.
I ragazzi, come tutti gli esseri umani, hanno numerose risorse interiori a cui attingere, anche se si ritrovano, di fatto, dinanzi ad un avvenimento obiettivamente grave.
Come possono rispondere, anziché reagire, a quanto accade? Come possono utilizzare le proprie risorse?
Anzitutto, avendone consapevolezza.
È un passaggio da cui non si può prescindere, per poter usare qualcosa a propria disposizione.
Servono quindi delle abilità, degli strumenti da riporre nella propria “cassetta degli attrezzi” e da usare all’occorrenza.
È per questo preciso motivo che vorrei lasciare ai ragazzi che leggono questo file qualche abilità della Dialectical Behavior Therapy (DBT) di M. Linehan.
Sono abilità pratiche, molto semplici da usare, e che si rivelano potenti nel concreto.
Vediamone qualcuna nello specifico.
L’abilità “ACCETTA” è molto efficace nel rendere tollerabili emozioni ed eventi dolorosi in situazioni che non si possono migliorare nell’immediato. L’emergenza in cui ci troviamo sembra richiamare alla mente esattamente questo concetto. Tale abilità permette, quindi, di non appesantire una situazione già difficile con altri pensieri negativi.
La parola “ACCETTA” è l’acronimo di: pratica Attività, Contribuisci al benessere altrui, fai Confronti, attiva Emozioni diverse, Tieni lontano alTri pensieri, Altre sensazioni.
Praticare attività si traduce in fare qualcosa di diverso, ricorrendo a una buona dose di creatività. Si può organizzare, per esempio, una videochiamata con gli amici, oppure si può fare allenamento virtuale con i compagni di squadra, nel caso si praticasse uno sport di gruppo, oppure ci si può dedicare all’organizzazione dei propri spazi, o alle attività culinarie insieme ai genitori. Lo si può fare senza ansia, senza fretta perché ora non c’è nessun posto dove andare…
Facendo cose diverse, anche piacevoli, si avrà l’opportunità di riscoprire se stessi in un luogo che in genere si rifugge, la propria casa. Osservandosi con un occhio attento si faranno delle scoperte interessanti, al punto da svincolare la propria abitazione dalla visione statica di “prigione”.
I ragazzi potrebbero, inoltre, imparare a contribuire al benessere degli altri aiutando un familiare, ad esempio i fratelli e le sorelle più piccoli nella gestione della propria quotidianità, oppure ascoltando con attenzione e gentilezza il dolore di qualche amico lontano, o donando un abbraccio ai genitori.
In questa triste situazione, anche fare confronti con chi è meno fortunato può essere di aiuto per alleggerire il proprio carico di sofferenza. Se ci si sente particolarmente tristi si può fare qualcosa che attivi un’emozione diversa, come ascoltare musica o guardare un film divertente.
Quando il ragazzo è travolto da un flusso veloce di pensieri disturbanti e dolorosi può provare a costruire un muro immaginario tra se stesso e la situazione, provare per credere: un vero toccasana.
Dopo aver tirato su il muro, che segna un confine con la situazione di emergenza non controllabile, si sposta l’attenzione su altro, ad esempio sul ritornello di una canzone che si ama, sulla scena di un film o sul proprio partner.
Infine, quando il dolore è intenso, è utile intensificare altre sensazioni. Come? Stringendo del ghiaccio fra le mani, facendo una doccia molto calda o molto fredda, bagnarsi gli occhi con acqua gelata, svolgendo un’attività fisica intensa. Sono tutte azioni che potrebbero portare grande sollievo.
Un’altra abilità che, in questo periodo, trovo funzionale è quella descritta dall’acronimo “PLEASE”:
Prendersi cura deL corpo, cibo Equilibrato, evitAre le sostanze, Sonno equilibrato, Esercizio fisico.
Questo “attrezzo” potrebbe risultare agli adolescenti noioso e antipatico, ma forse potrebbe essere rivalutato in questo momento per le conseguenze immediate che porta. Sono atti di amore verso se stessi.
In ultimo, i nostri ragazzi si ritrovano a gestire le relazioni interpersonali con i propri familiari in condizioni forzate e diverse dal solito. Come sopravvivere rinnovando i rapporti?
L’abilità “GIVE” può essere di aiuto, vediamo come.
Sii Gentile, Interessato, Valida e sii Educato.
Sembra difficile? È ancora una questione di pratica che può, però, condurre a risultati soddisfacenti, che migliorano la qualità di vita di tutti.
Essere gentile, essere cortesi, nei propri pensieri e nelle proprie espressioni, permette di essere attenzionati e considerati in modo diverso dagli adulti, e sarà fonte di grande benessere.
Essere interessato e vicino a chi vive nel proprio ambiente è un’occasione preziosa per entrare in contatto con le emozioni degli altri, in cui ci si può rispecchiare e, dunque, crescere. Una comunicazione educata e attenta è un altro alleato per vivere queste giornate, migliorando la relazione dei nostri compagni in un viaggio di sfide importanti, che possono nascondere il significato più profondo della vita.
I ragazzi sono spesso, ingiustamente, racchiusi in etichette e definizioni limitanti. Ora hanno, invece, l’inestimabile opportunità di conoscersi e ridefinirsi. Si schiuderanno così i colori sfumati e brillanti delle proprie caratteristiche e potenzialità che, nella quotidianità frenetica, potrebbero accidentalmente nascondersi. In questo frangente, invece, portandoci l’attenzione, potrebbero essere illuminati e, perché no, rivolti alla ricerca di un adattamento il più funzionale ed efficace possibile.
Autore del contenuto
Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Responsabile Area Evolutiva Istituto A.T.Beck . Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Campania n. 1993 e annotata come psicoterapeuta del 25/11/2008.
Psicologa clinica e responsabile dell’ambulatorio di psicopatologia dell’Ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli di Napoli.
Consulente Tecnico Ufficio presso Tribunale Ordinario di Nola Sez. Civ n°26 del 1/7/2005 Albo periti penale Trib. Nola n°7 del 1/7/2005 e presso Tribunale di Napoli Nord e Procura di Santa Maria Capua Vetere per trauma, neglect e abuso.
Docente dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta, svolgendo anche il ruolo di supervisore al II anno nella sede di Caserta.
Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti e Trainer Coping Power.
Ha svolto il Training in Schema Therapy per bambini e adolescenti e il Training base e avanzato per la valutazione e il trattamento dei traumi complessi e della dissociazione in bambini e adolescenti.