Autismo e psicopatologia: disturbi della personalità

Autismo e psicopatologia: disturbi della personalità

La relazione presente tra i disturbi dello spettro dell’autismo e i disturbi della personalità non è ancora completamente chiara, poiché esiste una notevole sovrapposizione sintomatologica tra le due condizioni. In alcuni casi la condizione dell’autismo ad “alto funzionamento cognitivo” può infatti non essere riconosciuta fino all’età adulta o può essere diagnosticata erroneamente come disturbo della personalità.

Le condizioni dello spettro autistico condividono con i disturbi della personalità alcuni fattori: entrambi sono definiti come disturbi persistenti che comportano la messa in atto di modelli comportamentali disadattivi duraturi, che deviano marcatamente dalle aspettative della cultura e della società e causano menomazioni clinicamente significative (DSM-5, APA 2013).

Sia nella condizione dell’autismo che nella descrizione dei disturbi della personalità, la sintomatologia diviene più evidente nelle sfere relative alla comunicazione e l’interazione sociale, e di solito, si manifesta in più ambiti di vita, come il lavoro, i rapporti intimi, le amicizie, ecc. Inoltre, un ulteriore aspetto che accomuna i due quadri è quello relativo alla percezione dei sintomi come ego-sintonica rispetto a pazienti con altri disturbi psichiatrici, come nel caso dei disturbi dell’umore.

La procedura diagnostica implica che il clinico debba distinguere tra i seguenti casi:

(1) Il caso in cui i criteri necessari per porre diagnosi di un disturbo di personalità vengono soddisfatti ma la diagnosi non può essere posta poiché i sintomi si manifestano nel corso di un disturbo dello spettro dell’autismo, condizione primaria secondo il DSM-5;

(2) Il caso in cui vi è la presenza di un disturbo della personalità in comorbidità con una condizione dello spettro dell’autismo. La diagnosi differenziale tra le due condizioni può apparire in alcuni casi impegnativa e richiedere un’attenta valutazione dei sintomi, compreso il comportamento attuale e la storia di sviluppo della persona.

La ricerca esistente su somiglianze e sovrapposizioni tra i due quadri diagnostici si è finora concentrata sulla distinzione tra condizione dello spettro dell’autismo e disturbo di personalità di tipo schizoide, evitante e ossessivo-compulsivo. Una parte della ricerca, inoltre, si è interessata ad indagare il rapporto esistente tra condizioni dello spettro dell’autismo e disturbo narcisistico e borderline della personalità.

Autismo e disturbo schizoide della personalità

Condurre una differenziazione tra un disturbo di personalità di tipo schizoide e un disturbo dello spettro dell’autismo può comportare grandi difficoltà. Il DSM 5 (APA, 2013) enfatizza aspetti relativi all’interazione sociale, comportamenti stereotipati, e assorbimento nei propri interessi come maggiormente compromessi nelle condizioni dello spettro dell’autismo piuttosto che nel disturbo di personalità di tipo schizoide.

Tuttavia alcuni studi contrastano questo dato sottolineando che le persone con autismo possono, ad un livello di funzionamento “alto”, mostrare problemi di interazione sociale e di comunicazione più sottili rispetto a quelli delineati dai criteri di un disturbo della personalità di tipo schizoide.

È probabile che un sottogruppo sostanziale di persone con autismo presenti chiari “tratti schizoidi”, che implicano un modello di disinteresse sociale / distacco sociale e corrispondono principalmente ai tipi descritti come “solitari” con disturbo dello spettro dell’autismo.

Autismo e disturbo evitante della personalità

I criteri che riguardano la diagnosi di un disturbo evitante della personalità (DSM-5, APA 2013) non si sovrappongono necessariamente alle caratteristiche sintomatologiche principali dell’autismo (interazione e comunicazione sociale, repertorio ristretto d’interessi). Tuttavia, quando un comportamento marcatamente evitante è presente in individui con autismo, potrebbe piuttosto essere visto come una conseguenza della sintomatologia autistica.

Per alcune persone con autismo, infatti, la difficoltà nell’interpretare i segnali sociali può condurre a una maggiore preoccupazione riguardo a quale impressione possono fare agli altri e persino ad una paura destabilizzante per le situazioni sociali, aumentando così il rischio di mettere in atto dei comportamenti di tipo evitante.

Inoltre, un’elevata sensibilità agli ambienti stressanti, causata dalle difficoltà percettive visive e uditive, tipiche dell’autismo, può ben contribuire al comportamento evitante. Il disturbo di personalità di tipo evitante può co-esistere con una condizione dello spettro dell’autismo senza che questa sia la diretta conseguenza delle difficoltà primarie dell’autismo.

Autismo e disturbo ossessivo-compulsivo della personalità

I criteri relativi alla diagnosi di un disturbo di personalità di tipo ossessivo-compulsivo mostrano una sostanziale sovrapposizione con i criteri relativi alla diagnosi di un disturbo dello spettro dell’autismo, in particolare per ciò che riguarda la sintomatologia relativa a “modelli di comportamento ristretto e ripetitivo” (DSM-5, APA 2013).

La principale differenza tra le due condizioni riguarda i criteri di età: per la diagnosi di un disturbo ossessivo-compulsivo, l’inizio del comportamento può verificarsi in corrispondenza alla prima età adulta, mentre per le condizioni dell’autismo è previsto un esordio infantile. Esiste un chiaro rischio di porre diagnosi errata se la presenza della sintomatologia riferita all’autismo non viene indagata in pazienti con evidenti tratti di tipo ossessivo-compulsivo.

Autismo e disturbo narcisistico della personalità

A livello comportamentale, la diagnosi differenziale tra il disturbo dello spettro dell’autismo e il disturbo narcisistico della personalità può risultare difficile. Analogamente agli individui con autismo, infatti, i pazienti con un disturbo narcisistico della personalità tendono a concentrarsi prevalentemente su se stessi. Nella letteratura scientifica, le relazioni che instaura una persona con disturbo della personalità narcisistica vengono descritte come egocentriche ed egoiste, modalità interattive che potrebbero essere presenti anche nelle persone nello spettro.

In entrambe le condizioni, inoltre, le persone esprimono ridotte capacità di comprensione dell’altro: le persone con autismo mostrano spesso difficoltà a comprendere il punto di vista dell’altro, il riconoscimento e la definizione delle espressioni emotive, ovvero in quella che è stata definita “empatia cognitiva”; al contrario, le persone con disturbo narcisistico della personalità mostrano principalmente deficit relativi all’ “empatia emotiva”, ovvero nella capacità di sintonizzarsi sull’emozione dell’altro, esprimere simpatia e compassione.

Le persone con un disturbo narcisistico della personalità, al contrario delle persone con autismo, non hanno difficoltà ad identificare i bisogni e i sentimenti degli altri, ma sono meno interessate agli stati mentali degli altri e provano meno spesso sentimenti di compassione.

Autismo e disturbo borderline della personalità

Numerose osservazioni cliniche suggeriscono diverse somiglianze tra il disturbo dello spettro autistico e il disturbo borderline di personalità. Il disturbo borderline della personalità è caratterizzato principalmente da una marcata instabilità in varie aree, tra cui regolazione degli affetti, relazioni interpersonali, controllo degli impulsi e immagine di sé, spesso accompagnate da autolesionismo e ideazione suicidaria.

Anche l’instabilità affettiva, la disforia episodica e la difficoltà a controllare la rabbia si presentano frequentemente nelle persone con disturbo borderline della personalità, soprattutto in situazioni di stress. Nonostante le due condizioni sembrino piuttosto diverse, possono mostrare una significativa sovrapposizione, soprattutto per quanto riguarda le forme ad alto funzionamento dello spettro dell’autismo. Ad esempio, agire invece di verbalizzare le emozioni, instaurare relazioni intense e amicizie superficiali, aspetti che tipicamente si verificano nel disturbo borderline della personalità, si presentano anche piuttosto comunemente nelle condizioni dell’autismo.

Non è raro, inoltre, che le persone con autismo mostrino alti livelli di ideazione suicidaria a causa di un aumento del tasso di depressione, soprattutto in persone che possiedono un grado di consapevolezza elevato rispetto al proprio funzionamento. Le difficoltà persistenti inerenti alle situazioni interpersonali e la scarsa capacità di regolare stati emotivi intensi come la rabbia potrebbero inoltre confondere i clinici rispetto alla distinzione corretta tra i due quadri sintomatologici.

Distinguere i due quadri clinici risulta importante soprattutto ai fini della valutazione prognostica e per il trattamento. Ad esempio, nel caso della presenza di comportamenti di autolesionismo, il trattamento nei pazienti con autismo potrebbe differire sostanzialmente dal trattamento dello stesso comportamento disfunzionale nelle persone con disturbo borderline della personalità.

Le persone con autismo spesso mettono in atto comportamenti autolesionistici al fine di ridurre la tensione avversiva interna causata da sovraccarico sensoriale. I pazienti con disturbo borderline della personalità riferiscono al contrario ragioni interpersonali (per es. essere arrabbiati con qualcuno, cercare di attirare l’attenzione), nonché ragioni di natura affettiva (per es. alleviare l’ansia, ridurre il dolore emotivo) e ragioni di natura cognitiva (per es. sentirsi insensibili, punire sé stessi) come la causa per i comportamenti autolesionistici.

Mentre il comportamento autolesionistico nei pazienti con autismo potrebbe quindi essere trattato riducendo le attività che causano sovraccarichi sensoriali, il trattamento dell’autolesionismo nei pazienti con disturbo borderline della personalità potrebbe concentrarsi sull’insegnamento di tecniche di regolazione delle emozioni (per es. addestramento delle abilità) e analisi comportamentale del comportamento disfunzionale, sottolineandone le conseguenze negative a lungo termine.

Autore/i

Dott.ssa Roberta Bacchio

Dott.ssa Roberta Bacchio

Psicoterapeuta. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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Dott.ssa Morena Salvati

Dott.ssa Morena Salvati

Psicologa, psicoterapeuta in formazione. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico e dei disturbi del comportamento. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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