Additivi alimentari e salute mentale

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Additivi alimentari e salute mentale

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Additivi alimentari e salute mentale: perché dovremmo prestare attenzione a ciò che i bambini mangiano

In un mondo in cui le persone sono sempre più preoccupate per quello che mangiano, verrebbe da  chiedersi se alcuni dei cibi he consumano i bambini e gli adolescenti, potrebbero renderli più ansiosi, depressi, o addirittura, secondo alcune ricerche, aumentarne il rischio suicidario. Molti genitori sono comprensibilmente preoccupati per quello che scelgono di mettere sulla loro tavola, è quindi importante pensare al valore nutrizionale di ciò che alimenta i giovani e ai potenziali danni di alcune componenti alimentari sulla salute fisica e mentale.

Coloranti e additivi vengono comunemente aggiunti ai cibi trasformati, ai fast food, alle torte, dolci, gelati e bevande analcoliche, aumentandone il tempo di conservazione e donandogli un piacevole aspetto, tonalità o consistenza che i produttori pensano possa aiutarne la vendita. La tecnologia moderna e la scienza alimentare hanno portato a sviluppi affascinanti in questo campo, ma nonostante molti di questi siano sicuri per il consumo umano, alcuni additivi aumentano il rischio di insorgenza di alcune problematiche psicologiche.

La ricerca mostra che i bambini tendono a comportarsi iperattivamente dopo aver mangiato pasti contenenti alcuni coloranti alimentari artificiali e che l’iperattività si riduce dopo che questi additivi vengono rimossi dalla loro dieta. La Food Standards Agency del governo britannico identifica i seguenti additivi alimentari come responsabili di un aumento dell’iperattività nel bambino: E102 (tartrazine), E129 (Allura red), E124 (ponceau 4R), E122 (carmoisine), E110 (sunset yellow FCF) e E104 (quinoline yellow).

Ci sono ulteriori prove a sostegno del fatto che mangiare cibi trasformati possa essere collegato con l’insorgenza di una sintomatologia depressiva. Uno studio di Ansari e colleghi (2014) ha notato che, più i giovani mangiavano fast food, biscotti, dolci e snack, più si sentivano depressi; va tenuto però in considerazione che le persone che si sentono depresse potrebbero ricercare conforto nel consumo di tali alimenti. Un altro studio (Jacob et al., 2020) ha esaminato i dati di 105.061 adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni, provenienti da 32 paesi: tale ricerca ha rilevato che oltre la metà degli adolescenti mangiava fast food, e che chi lo faceva aveva un rischio leggermente superiore di tentare il suicidio rispetto al gruppo di controllo.

Khan e colleghi (2020) hanno testato 2742 adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni e hanno rilevato che coloro che bevevano bibite gassate tre o più volte al giorno avevano il doppio delle probabilità di soffrire di insonnia, rispetto agli adolescenti che le bevevano una o meno volte al giorno. Allo stesso modo, lo studio ha messo in luce che i giovani che mangiano fast food tre o più volte alla settimana hanno più del doppio delle probabilità di soffrire di disturbi del sonno legati all’ansia.

Per facilitare l’identificazione degli additivi dannosi, alcuni governi forniscono informazioni utili e facilmente accessibili, come la FDA degli Stati Uniti e la FSA del Regno Unito.

Alcuni tipi di fast food e cibi trasformati (ad esempio i pasti pronti) non contengono additivi alimentari artificiali, la chiave è leggerne le etichette. I genitori dovrebbero essere consapevoli del fatto che la questione non si riduce semplicemente a naturalità e artificialità: alcuni additivi artificiali (cioè quelli fabbricati chimicamente) non presentano problemi di sicurezza per l’uomo, mentre alcuni additivi alimentari naturali si. La soia ad esempio, comunemente aggiunta ai pasti pronti e agli alimenti trasformati, dovrebbe essere assente o estremamente ridotta nell’alimentazione dei neonati e dei bambini piccoli.

 

RIFERIMENTI

  • El Ansari W, Adetunji H, Oskrochi R. Food and mental health: relationship between food and perceived stress and depressive symptoms among university students in the United Kingdom. Cent Eur J Public Health. 2014 Jun.
  • Jacob L, Stubbs B, Firth J, Smith L, Haro JM, Koyanagi A. Fast food consumption and suicide attempts among adolescents aged 12-15 years from 32 countries. J Affect Disord. 2020 Apr.
  • Khan, A., & Uddin, R. Association of carbonated soft drink and fast food intake with stress-related sleep disturbance among adolescents: A global perspective from 64 countries. eClinicalMedicine. 2020 Jan.

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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