ADHD e Disturbo Bipolare: la clinica e il trattamento negli adulti

ADHD e Disturbo Bipolare: la clinica e il trattamento negli adulti

ADHD e Disturbo Bipolare

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Definizioni

Il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è una condizione con esordio nell’infanzia, che interessa il 4-7% della popolazione, e che può comportare difficoltà di attenzione e concentrazione di varia entità, oltre a tratti di iperattività che possono avere un impatto significativo sul funzionamento dell’individuo, a livello personale, sociale e lavorativo/scolastico. Durante la crescita, la modalità con cui si manifestano i sintomi cambia, per cui negli adulti si configurano quadri clinici molto più variegati e complessi, che vanno oltre le difficoltà attentive e di iperattività tipicamente segnalate nell’infanzia. In particolare, spesso è presente una significativa disregolazione emotiva, oltre a diversi gradi di compromissione funzionale. Ci possono essere una tendenza all’irrequietezza motoria e un’eccessiva loquacità; può essere presente impulsività, e la persona tende a mostrarsi impaziente e ad agire senza tenere conto delle conseguenze dei propri comportamenti.

Questa complessità nelle manifestazioni sintomatologiche rende molto difficile il processo diagnostico, che a sua volta è complicato ulteriormente dagli alti indici di comorbilità: l’ADHD, infatti, è spesso accompagnato da disturbi dell’umore e di personalità, ansia e uso di sostanze. Tra queste condizioni si evidenzia il Disturbo Bipolare (DB), che presenta numerosi sintomi spesso confusi con quelli dell’ADHD, cosa che comporta una sottostima della reale incidenza del disturbo. Il DB, in particolare, si configura come un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza di stati depressivi, in cui l’umore è drasticamente basso, e maniacali o ipomaniacali, in cui si percepisce un senso di euforia e attivazione a diversi gradi di intensità.

Similitudini e differenze

Sebbene, come si è detto, ci siano alcuni aspetti che sembrano uniformare la sintomatologia di ADHD e DB, esistono in realtà caratteristiche specifiche di queste manifestazioni che consentono di collocarle nel giusto quadro diagnostico. Per esempio, uno degli elementi centrali dell’ADHD, la difficoltà attentiva, si configura nel Disturbo da Deficit d’attenzione come il passaggio continuo da un pensiero all’altro; nel DB, invece, viene descritta come una sensazione di chiarezza improvvisa nell’ipomania, e come conseguenza dell’accelerazione del pensiero negli episodi maniacali. Allo stesso modo, l’impulsività che si ritrova nell’ADHD nel DB è spesso da ricollegare al senso di grandiosità e autostima ipertrofica tipica degli stati maniacali, che impedisce alla persona di focalizzarsi sulle conseguenze delle proprie azioni; questi aspetti non sono presenti nell’ADHD. Ci sono anche altre manifestazioni che non si ritrovano nell’ADHD, e che caratterizzano solo il DB; ad esempio, l’aumentato desiderio sessuale negli episodi maniacali. Inoltre, è fondamentale considerare l’andamento delle due condizioni nel tempo: nel DB, la disattenzione e l’impulsività hanno un decorso fluttuante, seguendo la natura ciclica del disturbo; nell’ADHD non si notano queste oscillazioni, e le difficoltà citate rimangono stabili nel tempo. Infine, l’età di esordio: l’ADHD è una condizione presente fin dall’infanzia, mentre nella maggior parte dei casi il DB si manifesta tra la tarda adolescenza e la prima età adulta.

Quando ADHD e DB si presentano insieme: il trattamento

In termini di prevalenza, si stima che al momento 1 adulto su 13 con ADHD riceva anche diagnosi di Disturbo Bipolare, e che circa 1 adulto su 6 con DB presenti anche ADHD (Schiweck et al., 2021). Le ultime ricerche hanno rilevato che, in totale, circa il 10-20% dei pazienti adulti con DB presenta ADHD, e la percentuale aumenta con l’abbassarsi dell’età di esordio (Brus et al., 2014).

Per quanto riguarda l’intervento, Salvi e colleghi (2021) sottolineano che il primo passo deve essere la stabilizzazione della sintomatologia bipolare: questa, infatti, porta a oscillazioni del tono dell’umore, impulsività, disattenzione e iperattività, che vanno a sovrapporsi al quadro dell’ADHD. A questo punto, alcuni pazienti non soddisfano più i criteri per il Disturbo da Deficit di attenzione/iperattività, mentre altri continuano a segnalare problemi di memoria e concentrazione. In questo caso, si aggiungono al trattamento farmaci specifici per l’ADHD, rivolgendo particolare attenzione a evitare che questi portino all’insorgere di un episodio maniacale, come si è visto accadere in alcuni casi: è necessario tenere sempre in considerazione la comorbilità delle due condizioni, selezionando il farmaco più appropriato; la possibilità che si manifesti un episodio maniacale viene ridotta anche dall’utilizzo del corretto stabilizzatore dell’umore.

 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Roberta Bacchio - Psicologa, terapista specializzata nell’ambito dell’autismo, specializzanda in terapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto A.T. Beck.
Psicoterapeuta. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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