Adolescenti e autolesionismo: uno studio sulla soglia del dolore

Adolescenti e autolesionismo: uno studio sulla soglia del dolore

Adolescenti e autolesionismo

Photo by Jill Burrow on Pexels

Una nuova ricerca dell’Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience (Ioppn) del King’s College di Londra, in collaborazione con l’Università di Glasgow, ha dimostrato che gli adolescenti che riportano cinque o più episodi di autolesionismo hanno una soglia significativamente più alta del dolore rispetto ai loro coetanei.

La ricerca in questione ha preso in esame il rapporto tra autolesionismo e sensibilità al dolore, sottoponendo ad una batteria di 13 test 64 partecipanti di età compresa tra i 12 e i 17 anni; i giovani sono stati reclutati tra comunità e centri di assistenza residenziale, nonché da scuole e gruppi giovanili tra Londra e Glasgow.

I soggetti sono stati testati utilizzando un protocollo standardizzato di test sensoriali quantitativi (QST) per stabilire la funzione somatosensoriale di base: sono state calcolate le associazioni tra sensibilità somatosensoriale, incidenza e frequenza dell’autolesionismo, stato di residenza, età, sesso e prescrizione medica.

Ogni individuo ha svolto ed è stato sottoposto ai test, tra cui la rilevazione della temperatura corporea, della soglia del dolore e della soglia del dolore con un sensore di pressione per stabilire a che punto rilevavano un cambiamento nella sensibilità. I ragazzi erano stati invitati a non sopportare le sensazioni dolorifiche e ad interrompere il test nell’esatto momento in cui iniziavano le prime sensazioni di disagio.

Gli adolescenti con 5 o più episodi di autolesionismo hanno mostrato una significativa iposensibilità al dolore rispetto al gruppo di controllo; l’iposensibilità si estendeva anche agli stimoli non dolorosi.

I risultati di questo studio suggeriscono che l’iposensibilità sensoriale potrebbe essere un fenotipo degli adolescenti che compiono atti di autolesionismo e che la soglia del dolore pressorio potrebbe essere un indicatore clinico rapido, economico e facilmente interpretabile per identificare gli adolescenti con un maggior rischio di autolesionismo reiterato.

Secondo le statistiche, il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti, e l’autolesionismo è il più forte predittore del rischio suicidario. I ricercatori ipotizzano che i risultati emersi da questa ricerca possano avere il potenziale clinico di identificare i giovani ad alto rischio, attraverso la somministrazione dei test sopra citati.

Il dottor Ougrin, autore dello studio, ha sottolineato che i tassi di autolesionismo e suicidio nei bambini e negli adolescenti sono in aumento nel Regno Unito, e vediamo sempre più di frequente i primi episodi verificarsi intorno all’età di 12 anni.

I giovani in cura costituiscono meno dell’1% della popolazione britannica al di sotto dei 18 anni, ma rappresentano circa la metà dei suicidi. Non c’è ancora un biomarcatore affidabile per il suicidio, ma è qualcosa che il dottor Ougrin spera possa cambiare.

Gli autori ora sperano che questi risultati possano essere convertiti in un semplice test utilizzando un sensore di pressione per identificare efficacemente gli individui a rischio in modo che si possa intervenire tempestivamente con un supporto mirato.

 

 

Riferimenti

  • Tatum M. Cummins, Oliver English, Helen Minnis. Assessment of Somatosensory Function and Self-harm in Adolescents. JAMA Netw Open. 2021
  • Griffin  E, McMahon  E, McNicholas  F, Corcoran  P, Perry  IJ, Arensman  E.  Increasing rates of self-harm among children, adolescents and young adults: a 10-year national registry study 2007-2016.   Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol. 2018
  • Hawton  K, Bale  L, Brand  F,  et al.  Mortality in children and adolescents following presentation to hospital after non-fatal self-harm in the multicentre study of self-harm: a prospective observational cohort study.   Lancet Child Adolesc Health. 2020

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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