Quando anche una carezza ferisce: l’allodinia
Photo by Claudia Soraya on Unspalsh
Provare dolore fisico anche per il solo fatto di essere stati sfiorati? E’ciò che accade a coloro che soffrono di un disturbo di natura neuropatica, l’allodinia.
Alla base dell’allodinia vi è un’alterazione della capacità di percepire gli stimoli meccanici o termici e la causa può essere legate ad una flogosi o lesione dei nervi, ad un’ipersensibilità dei neuroni responsabili delle percezioni somatiche.
Tale condizione clinica si può presentare in due forme, una superficiale, nel caso in cui uno stimolo colpisca cute e mucose ed una di tipo profondo, nel caso in cui il dolore venga percepito in maniera più intensa, arrivando perfino a livello delle viscere.
Vi sono particolari patologie che possono provocare l’allodinia, ad esempio la sindrome fibromialgica, la sclerosi multipla, l’ emicrania e purtroppo non sempre l’allodinia va in remissione con la cura del problema primario che l’ha generata.
Alcuni ricercatori dell’Howard Hughes Medical Institute a La Jolla, in California, hanno individuato le cause dell’anomala percezione nocicettiva che caratterizza l’allodinia; alla base vi sarebbe un’alterazione del funzionamento di una sottopopolazione di neuroni sensoriali dotata di canali ionici che consentono (modificandone lo stato di attivazione) il passaggio di particolari ioni dall’intero all’esterno della cellula o viceversa.
Anche lo studioso statunitense Marcin Szczot e colleghi del National Institutes of Health a Bethesda, confermano la disfunzione dei neuroni sensoriali i quali normalmente non dovrebbero essere coinvolti nella percezione del dolore.
Fino ad oggi la sintomatologia dell’allodinia è stata trattata con anestetici locali, antidepressivi (come ad esempio la venlafaxina, la duloxetina e la clomipramina), analgesici oppioidi ed antiepilettici. Nonostante le ultime scoperte abbiano permesso di analizzare meglio i meccanismi alla base dell’allodinia, i ricercatori ipotizzano che eventuali nuovi farmaci potranno essere utilizzati solo per via topica ovvero direttamente sulla zona bersagliata dal disturbo. La somministrazione per via sistemica dei medicinali potrebbe infatti essere rischiosa in quanto i neuroni sensoriali alterati dall’allodinia, sono anche responsabili di funzioni fondamentali come la propriocezione e la respirazione.
Non è difficile immaginare quanto possa essere problematico per una persona (e per chi le sta attorno) convivere quotidianamente con una condizione come quella indotta dall’allodinia, oltre al gran disagio che chi ne soffre può esperire, rischia di essere compromessa anche la vita di relazione, e l’equilibrio psichico.
Riferimenti