Altri profili di stalker
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Dopo aver descritto nell’articolo precedente due tipologie di stalker secondo la classificazione di Mullen, verranno illustrati di seguito gli altri 3 profili.
IL MOLESTATORE ALLA RICERCA DI INTIMIT
CONTESTO | Solitudine e isolamento sociale |
VITTIMA | Sconosciuti o conoscenti |
SCOPI | Stabilire una relazione affettiva |
MANTENIMENTO | La relazione fantasticata compensa l’assenza di una relazione reale |
Lo stalker “alla ricerca di intimità” indirizza i suoi sforzi nel tentativo di costruire una relazione (di amicizia o di amore, non necessariamente sessuale o romantica, ma anche materna/fraterna) con un partner idealizzato e persiste con i propri approcci, incurante o indifferente alle risposte negative da parte della vittima, che solitamente è uno sconosciuto (persona incontrata per caso o personaggio famoso) o un conoscente. La relazione fantasticata, alla quale dedica gran parte delle sue energie mentali, tentando continuamente di interpretare i feedback della persona “amata” alle sue molestie, risolve un problema centrale della sua vita, quello della solitudine, della mancanza di una relazione fisica o emotiva stabile con un’altra persona.
Molti sono convinti che i loro sentimenti siano ricambiati e che l’altra persona debba essere aiutata a superare qualche problema (concreto o affettivo) che la blocca. Da un lato possono vedere nel partner d’elezione alcune qualità umane uniche, dall’altro possono rimproverargli di non saper dimostrare o ascoltare i propri sentimenti, di averne paura, di essere insensibile e crudele. Risulta essere la forma di stalking più persistente (in media più di tre anni, Mullen et al.1999) e perpetrata maggiormente da donne con disturbi psicotici, in particolare, è prevalente il delirio di tipo erotomanico. La persona in questo caso è chiusa in un suo bozzolo che la rende impermeabile ai segnali che provengono dall’esterno: ha investito così tanto di sè e così tanto nella costruzione della sua relazione immaginaria che qualsiasi tipo di risposta, compresi i maltrattamenti e gli insulti, viene letta come un segno di incoraggiamento. Per infatuarsi o innamorarsi di una persona non è necessario essere ricambiati. Nella maggior parte dei casi, quando una persona si rende conto che l’altro non prova gli stessi sentimenti o la sua stessa attrazione, man mano abbandona le speranze e si rassegna; in alcuni casi l’amore può continuare in forma di abnegazione, priva di aspettative sulla persona amata e di autoinganni su quelle che sono le sue reazioni e i suoi sentimenti. L'”erotomane”, invece, non accetta di non essere ricambiato. E’ convinto e ha bisogno di credere che l’amore ci sia, o che ci sarà, al di là delle apparenze. Questa condizione psichica era nota in passato con il nome di “sindrome di De Clèrambault”.
IL CORTEGGIATORE INCAPACE
CONTESTO | Solitudine o desiderio di una relazione |
VITTIMA | Sconosciuti o persone incontrate casualmente |
SCOPI | Stabilire una relazione affettiva (amicizia o sessuale) |
MANTENIMENTO | Il disinteresse dell’altro spesso interrompe le molestie |
Lo stalker “corteggiatore incapace” non riesce a entrare in sintonia con il partner desiderato, essendo incapace di avvicinare persone dell’altro sesso e di entrare in relazione con loro. Il suo scopo è quello di tentare un approccio con la persona che lo attrae. Quando è uomo, l’incompetente è la caricatura del macho: assertivo, opprimente, convinto che le donne debbano subire il suo fascino e cadergli immediatamente tra le braccia. Le sue avances sono grezze ed esplicite, pensa di avere il diritto di ottenere ciò che vuole e se non lo ottiene diventa maleducato, aggressivo, manesco. Il forte bisogno di possesso e di conquista lo porta a considerare l’altro come un semplice oggetto ai cui sentimenti è del tutto insensibile. Rispetto agli altri tipi di stalking, le molestie del “corteggiatore incapace” durano meno nel tempo poiché procurano allo stalker scarse soddisfazioni. Egli è però il più recidivo di tutti. Spesso infatti, i soggetti appartenenti a questa tipologia mettono in atto condotte di stalking nei confronti di più vittime e cercano un nuovo bersaglio quando non hanno avuto successo con quello precedente. I soggetti possono avere deficit cognitivi o un basso livello culturale.
Il PREDATORE
CONTESTO | Parafilie |
VITTIMA | Spesso donne e bambini, raramente personaggi famosi |
SCOPI | Ottenere informazioni in preparazione di un’aggressione sessuale |
MANTENIMENTO | Piacere ottenuto dal voyeurismo e senso di potere sadico |
Lo stalker “predatore” persegue i propri desideri di gratificazione sessuale e controllo tramite lo stalking, il cui scopo è sempre quello di avere un rapporto sessuale con la vittima e per raggiungere il suo obiettivo può dedicare molto tempo alla pianificazione dei propri comportamenti. A differenza del risentito, che trae gran parte del suo piacere dallo spaventare e torturare la vittima, il predatore prova soddisfazione e un senso di potere nell’osservarla di nascosto, nel pianificare l’agguato senza minacciare o lasciar trapelare in anticipo le proprie intenzioni. I predatori, che sono sempre di sesso maschile e spesso vengono arrestati per molestie sessuali (e a volte anche per omicidio), costituiscono un ristretto ma pericoloso gruppo di persecutori che attaccano la vittima di sorpresa. I predatori, similmente ai corteggiatori incapaci, sono privi delle abilità sociali di base, non sono in grado di instaurare relazioni e di interpretare correttamente i segnali comunicativi altrui. L’incapacità di avere relazioni con l’altro sesso comincia a diventare un problema a partire dalla pubertà. La vittima è un oggetto che dovrebbe compensare carenze personali, affettive e sociali. I predatori sono in maggioranza uomini, spesso affetti da parafilie (in particolare pedofilia, esibizionismo e feticismo), disturbi bipolari o abuso di sostanze e nel 62% dei casi hanno una comorbilità con un disturbo di personalità (Mullen et al, 1999). Le prede possono essere adulti o bambini, in particolare donne.
Riferimenti
- Mullen P.E., Pathé M., Purcell R.,(2009), “Stalkers and their victims”, Cambridge, University Press
- Stefanelli, M. (2011), “Lo stalker. Profili e trattamento”, Psicoterapeuti in formazione, n.7,