Altri profili di stalker

Altri profili di stalker

Altri profili di stalker

Photo by Adria Berrocal Forcada on Unsplash

Dopo aver descritto nell’articolo precedente due tipologie di stalker secondo la classificazione di Mullen, verranno illustrati di seguito gli altri 3 profili.

IL MOLESTATORE ALLA RICERCA DI INTIMIT

CONTESTOSolitudine e isolamento sociale
VITTIMASconosciuti o conoscenti
SCOPIStabilire una relazione affettiva
MANTENIMENTOLa relazione fantasticata compensa l’assenza di una relazione reale

 

Lo stalker “alla ricerca di intimità” indirizza i suoi sforzi nel tentativo di costruire una relazione (di amicizia o di amore, non necessariamente sessuale o romantica, ma anche materna/fraterna) con un partner idealizzato e persiste con i propri approcci, incurante o indifferente alle risposte negative da parte della vittima, che solitamente è uno sconosciuto (persona incontrata per caso o personaggio famoso) o un conoscente. La relazione fantasticata, alla quale dedica gran parte delle sue energie mentali, tentando continuamente di interpretare i feedback della persona “amata” alle sue molestie, risolve un problema centrale della sua vita, quello della solitudine, della mancanza di una relazione fisica o emotiva stabile con un’altra persona.

Molti sono convinti che i loro sentimenti siano ricambiati e che l’altra persona debba essere aiutata a superare qualche problema (concreto o affettivo) che la blocca. Da un lato possono vedere nel partner d’elezione alcune qualità umane uniche, dall’altro possono rimproverargli di non saper dimostrare o ascoltare i propri sentimenti, di averne paura, di essere insensibile e crudele. Risulta essere la forma di stalking più persistente (in media più di tre anni, Mullen et al.1999) e perpetrata maggiormente da donne con disturbi psicotici, in particolare, è prevalente il delirio di tipo erotomanico. La persona in questo caso è chiusa in un suo bozzolo che la rende impermeabile ai segnali che provengono dall’esterno: ha investito così tanto di sè e così tanto nella costruzione della sua relazione immaginaria che qualsiasi tipo di risposta, compresi i maltrattamenti e gli insulti, viene letta come un segno di incoraggiamento. Per infatuarsi o innamorarsi di una persona non è necessario essere ricambiati. Nella maggior parte dei casi, quando una persona si rende conto che l’altro non prova gli stessi sentimenti o la sua stessa attrazione, man mano abbandona le speranze e si rassegna; in alcuni casi l’amore può continuare in forma di abnegazione, priva di aspettative sulla persona amata e di autoinganni su quelle che sono le sue reazioni e i suoi sentimenti. L'”erotomane”, invece, non accetta di non essere ricambiato. E’ convinto e ha bisogno di credere che l’amore ci sia, o che ci sarà, al di là delle apparenze. Questa condizione psichica era nota in passato con il nome di “sindrome di De Clèrambault”. 

IL CORTEGGIATORE INCAPACE

CONTESTOSolitudine o desiderio di una relazione
VITTIMASconosciuti o persone incontrate casualmente
SCOPIStabilire una relazione affettiva (amicizia o sessuale)
MANTENIMENTOIl disinteresse dell’altro spesso interrompe le molestie

 

Lo stalker “corteggiatore incapace” non riesce a entrare in sintonia con il partner desiderato, essendo incapace di avvicinare persone dell’altro sesso e di entrare in relazione con loro. Il suo scopo è quello di tentare un approccio con la persona che lo attrae. Quando è uomo, l’incompetente è la caricatura del macho: assertivo, opprimente, convinto che le donne debbano subire il suo fascino e cadergli immediatamente tra le braccia. Le sue avances sono grezze ed esplicite, pensa di avere il diritto di ottenere ciò che vuole e se non lo ottiene diventa maleducato, aggressivo, manesco. Il forte bisogno di possesso e di conquista lo porta a considerare l’altro come un semplice oggetto ai cui sentimenti è del tutto insensibile. Rispetto agli altri tipi di stalking, le molestie del “corteggiatore incapace” durano meno nel tempo poiché procurano allo stalker scarse soddisfazioni. Egli è però il più recidivo di tutti. Spesso infatti, i soggetti appartenenti a questa tipologia mettono in atto condotte di stalking nei confronti di più vittime e cercano un nuovo bersaglio quando non hanno avuto successo con quello precedente. I soggetti possono avere deficit cognitivi o un basso livello culturale.

 

Il PREDATORE

CONTESTOParafilie
VITTIMASpesso donne e bambini, raramente personaggi famosi
SCOPIOttenere informazioni in preparazione di un’aggressione sessuale
MANTENIMENTOPiacere ottenuto dal voyeurismo e senso di potere sadico

 

Lo stalker “predatore” persegue i propri desideri di gratificazione sessuale e controllo tramite lo stalking, il cui scopo è sempre quello di avere un rapporto sessuale con la vittima e per raggiungere il suo obiettivo può dedicare molto tempo alla pianificazione dei propri comportamenti. A differenza del risentito, che trae gran parte del suo piacere dallo spaventare e torturare la vittima, il predatore prova soddisfazione e un senso di potere nell’osservarla di nascosto, nel pianificare l’agguato senza minacciare o lasciar trapelare in anticipo le proprie intenzioni. I predatori, che sono sempre di sesso maschile e spesso vengono arrestati per molestie sessuali (e a volte anche per omicidio), costituiscono un ristretto ma pericoloso gruppo di persecutori che attaccano la vittima di sorpresa. I predatori, similmente ai corteggiatori incapaci, sono privi delle abilità sociali di base, non sono in grado di instaurare relazioni e di interpretare correttamente i segnali comunicativi altrui. L’incapacità di avere relazioni con l’altro sesso comincia a diventare un problema a partire dalla pubertà. La vittima è un oggetto che dovrebbe compensare carenze personali, affettive e sociali. I predatori sono in maggioranza uomini, spesso affetti da parafilie (in particolare pedofilia, esibizionismo e feticismo), disturbi bipolari o abuso di sostanze e nel 62% dei casi hanno una comorbilità con un disturbo di personalità (Mullen et al, 1999). Le prede possono essere adulti o bambini, in particolare donne.

 

Riferimenti

  • Mullen P.E., Pathé M., Purcell R.,(2009), “Stalkers and their victims”, Cambridge, University Press
  • Stefanelli, M. (2011), “Lo stalker. Profili e trattamento”, Psicoterapeuti in formazione, n.7,

Autore/i dell’articolo

Dottor Marco Stefanelli - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Docente presso l’Istituto di Psicoterapia cognitivo- comportamentale A.T.Beck di Roma e di Caserta. Socio Ordinario della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva) e Terapeuta EMDR I livello. Vanta esperienza clinica in ambito adulto e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e omofobia interiorizzata.  

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