Anziani lasciati soli: ecco i rischi per la salute
Agosto è arrivato e con esso le tanto attese vacanze per moltissime persone. Questo significa che molti enti e associazioni sono chiusi per ferie, inclusi quelli che si occupano degli anziani, oltre al fatto che spesso anche il resto delle loro famiglie si mettono in viaggio. La conseguenza di questo trend è che molti rimangono soli, in città svuotate, con negozi chiusi.
Al congresso annuale organizzato dalla European Society of Cardiology, l’EuroHeartCare 2018, è stato presentato uno studio che tratta proprio degli effetti negativi della solitudine su una particolare fascia di popolazione, ovvero coloro con problemi cardiovascolari. Tra questi, almeno uno su cinque è anziano e, secondo la Società italiana di cardiologia geriatrica, oltre il 70% delle persone con più di settanta anni ha problemi di pressione alta.
Lo studio ha valutato numerosi aspetti della vita di 13.463 pazienti di cinque centri di cardiologia danesi, come il supporto sociale, il vivere da soli o meno e il sentirsi soli, con domande come “Hai qualcuno con cui parlare quando ne hai bisogno” oppure “A volte ti senti solo anche se vorresti stare con qualcuno?”. Proprio il fattore del provare solitudine è associato con peggiore stato di salute, al di là della specificità del problema cardiovascolare, peggiore qualità di vita e rischio doppio di mortalità. Inoltre, sono stati riportati sintomi di ansia e depressione tre volte più intensi.
La ricerca ha voluto distinguere il vivere da soli dal sentirsi soli, in quanto è probabile che abitare con qualcuno non porti comunque ad avere soddisfacenti relazioni sociali. Infatti, per quanto riguarda peggiore salute mentale e qualità della vita in pazienti con problemi cardiovascolari, la solitudine percepita è un predittore molto più potente del vivere da soli.
Una delle ragioni di questa associazione è che spesso le persone con limitato supporto sociale hanno anche stili di vita poco sani, aderiscono meno alle terapie e sono più stressati da eventi avversi.
E’ dunque necessario, nell’assessment delle persone con problemi cardiovascolari, investigare la presenza o meno di una rete di supporto sociale. Questo può aiutare gli specialisti, a partire dai medici di base, a valutare la situazione e prevenire peggioramenti nello stato di salute psicofisica.
Riferimenti: