Apocalisse zombie e film horror: gli amanti del genere affrontano meglio la pandemia da COVID-19
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La pandemia COVID-19 ha colpito tutti in un modo o nell’altro, ma alcune persone sembrano gestire gli effetti psicologici meglio di altre. Ma da cosa può dipendere?
Un recente filone di ricerca suggerisce che le persone che vivono esperienze spaventose fittizie, come guardare film horror o apocalittici, siano maggiormente preparate ad affrontare situazioni reali in qualche misura simili. È come se, avendo in un certo senso simulato situazioni potenziali, avessero raccolto informazioni che possano rendersi utili in situazioni di emergenza reale. Durante la simulazione di un’esperienza, come la lettura di un romanzo o la visione di un film, la persona esplora fenomeni possibili, raccoglie informazioni su come potrebbe essere la versione reale di quella situazione, imparando come essere pronti in condizioni analoghe. È paragonabile a ciò che accade nel mondo animale: attraverso il coinvolgimento in giochi rudimentali come la lotta tra cuccioli fratelli, gli animali possono praticare l’uso delle capacità cognitive e motorie necessarie per affrontare confronti pericolosi e reali in età adulta. La simulazione è utile perché può ridurre il costo dell’esplorazione, dell’esperienza e dell’apprendimento di alcuni fenomeni, soprattutto se quel fenomeno è pericoloso.
A marzo 2020 il giornalista scientifico del New Scientist Penny Sarchet si domandava se i fan dell’horror stessero meglio durante la pandemia. Scrivner, l’autore dello studio qui presentato, aveva già considerato l’idea che i fan dell’horror potessero essere in grado di affrontare meglio l’ansia o la paura nella vita reale. Il gruppo di ricerca, cogliendo lo spunto del giornalista, ha deciso di indagare questa ipotesi a partire dalle teorie esposte poco sopra.
Gli autori dello studio erano interessati a saperne di più sul motivo per cui le persone si espongono intenzionalmente a situazioni spaventose immaginarie, e lo scoppio della SARS-CoV-2 ha fornito loro la possibilità di esaminare le disposizioni psicologiche degli amanti dell’horror e dei survival/apocalittici.
I ricercatori hanno intervistato 322 partecipanti statunitensi utilizzando una piattaforma di sondaggi online. L’indagine includeva una valutazione della risposta psicologica alla pandemia e comprendeva anche valutazioni delle preferenze di genere e della curiosità morbosa.
I risultati mostrano che i fan di film horror o survival sono meno propensi nel concordare con affermazioni come “Durante la pandemia, sono stato più depresso del solito” e “Non ho dormito bene dall’inizio della pandemia”, rispetto a coloro che non sono fan di quei generi. Inoltre, i fan dei survival hanno anche riferito di sentirsi più preparati ad affrontare la pandemia. C’è da dire però che i fan dell’horror e dei survival non erano più (o meno) propensi di chi non è fan ad essere d’accordo con affermazioni come “Mi sento positivo per il futuro”.
In sostanza, questo studio ha dimostrato che le persone che hanno avuto a che fare più frequentemente con fenomeni di immaginazione spaventosa mostrano una maggiore resilienza psicologica durante la pandemia COVID-19. Inoltre, sembrerebbe che guardare film che trattano lo sconvolgimento sociale che potrebbe verificarsi durante una pandemia sia associato a una maggiore preparazione per la pandemia COVID-19.
Lo studio però non dice nulla sul meccanismo alla base della scoperta. Gli autori ipotizzano che ciò possa essere dovuto all’aver “praticato” quelle capacità di regolazione delle emozioni utilizzate nell’affrontare la pandemia.
“Al momento ho in programma uno studio di follow-up per esplorare i possibili meccanismi con cui i fan dell’horror stanno affrontando meglio l’attuale pandemia” afferma Scrivner. “Recentemente abbiamo anche lanciato uno studio interculturale per verificare se i fan dell’horror stiano seguendo o meno le linee guida. Ad esempio, praticano le distanze sociali e indossano mascherine più spesso di chi non è fan dell’orrore?”.
Riferimenti