Quasi 1 italiano su 2 non fa attività fisica: il piano dell’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato quest’anno un piano d’azione globale dal nome “Più persone attive per un mondo più sano“. Questa iniziativa, intuitivamente, ha l’obiettivo di sensibilizzare e favorire l’attività fisica regolare e ridurre la sedentarietà del 15% entro il 2030 per abbassare il rischio per la salute che porta l’inattività fisica, le cosiddette malattie non trasmissibili come problemi cardiovascolari, diabete, ictus e alcune forme di tumore come quello al seno e al colon. Si calcola che queste malattie siano causa del 71% di tutti i decessi.
È stata notata una differenza tra i Paesi a basso reddito e quelli ad alto reddito: in questi ultimi, la diffusione del trasporto su ruote e i lavori sedentari sembrerebbero spiegare i livelli di inattività più alti rispetto a quelli dei Paesi economicamente emergenti nei quali lo spostamento a piedi è spesso il più usato anche per le commissioni quotidiane e per recarsi a lavoro.
Le differenze sono anche di genere: il 32% delle donne non fa abbastanza attività fisica, contro il 23% degli uomini. Probabilmente questa disparità va cercata nel minor tempo a disposizione (la cura della casa e della famiglia è spesso sulle spalle della donna, oltre all’occupazione professionale) e nel fatto che molte volte le donne non hanno accesso alle possibilità economiche necessarie per iscriversi in palestra, per esempio.
L’obiettivo principale del progetto dell’OMS è suddiviso in quattro sotto-obiettivi strategici e il raggiungimento di questi quattro punti avverrà attraverso venti azioni politiche che si basano sull’evidenza empirica. Ecco alcuni esempi:
- Creare società attive: migliorare le campagne di comunicazione, aumentare gli eventi pubblici di partecipazione di massa, rafforzare la formazione dei professionisti;
- Creare ambienti attivi: intervenire sulle città e tra le città per dare vita ad ambienti ben connessi in cui sia facile lo spostamento a piedi e in bicicletta, inserire una rete di infrastrutture per le biciclette, migliorare la qualità degli spazi pubblici e verdi;
- Creare persone attive: implementare i sistemi valutazione e counseling per la riduzione delle abitudini sedentarie; un occhio di riguardo per le attività rivolte alle fasce d’età più alta, le persone con mobilità ridotta e altre categorie a cui rivolgere maggiore attenzione e cura;
- Creare sistemi attivi: uno sguardo d’insieme, locale e nazionale, per monitorare la popolazione sull’attività fisica regolare; stimolare la ricerca e l’uso delle tecnologie digitali per lo sviluppo di politiche efficaci.
Il 41,1% della popolazione italiana adulta non fa abbastanza attività fisica e questo dato è esplicativo di quanto sia necessario educare fin dall’infanzia al movimento e ai giochi di movimento, soprattutto in un momento culturale in cui la capillare presenza di smartphone già dalla più tenera età contribuisce a crescere dei bambini sedentari.
Riferimenti:
- More active people for a healthier world.