Trattamento delle fobie specifiche nell’autismo: la realtà virtuale

Trattamento delle fobie specifiche nell’autismo: la realtà virtuale

Trattamento delle fobie specifiche nell’autismo

Photo by Mikhail Nilov on Pexels

Introduzione

Nei Disturbi dello Spettro autistico si trovano di frequente condizioni in comorbilità, di cui una delle più comuni è l’ansia, che sembra interessare circa la metà dei bambini con autismo. Nell’ambito dei disturbi d’ansia, poi, le fobie specifiche sono particolarmente frequenti in associazione ai Disturbi dello Spettro autistico, con una prevalenza del 30-64% (van Steensel et al., 2011). La fobia specifica viene definita come la paura eccessiva o irrazionale per un oggetto o una situazione, e nell’autismo può assumere forme particolari, che non si riscontrano comunemente nei bambini neurotipici: per esempio, può esserci il timore di recarsi in determinati luoghi, o la paura di specifiche persone, oggetti o cibi. Si è osservato che nei bambini con autismo la presenza di queste fobie può influenzare negativamente la quotidianità in modo significativo, comportando rallentamenti o difficoltà nell’apprendimento e aumentando la frequenza e/o intensità dei comportamenti problema.

Il tipo di trattamento più utilizzato nell’intervento sulle fobie specifiche è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), e in particolare la tecnica dell’esposizione graduale allo stimolo temuto. Tuttavia, si è visto che nel caso di bambini con autismo ciò può non avere gli stessi livelli di efficacia, a causa della neurodiversità che caratterizza questi bambini, per cui la CBT standard deve essere in qualche modo adeguata alle diverse necessità dei bambini (e in generale delle persone) nello Spettro (NICE, 2013). Anche le nuove tecnologie sono state introdotte nel trattamento di diversi disturbi per la popolazione neurotipica, ed è stato proposto il loro utilizzo anche con persone con autismo: la realtà virtuale, ad esempio, consente di simulare situazioni reali, rendendo più semplice l’esposizione, e di allenare le nuove abilità di gestione dello stress.

Maskey e colleghi (2019) si sono proposti di valutare l’efficacia dell’intervento basato sulla combinazione di realtà virtuale immersiva (VRE) e terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento per la riduzione dell’ansia nelle persone con ASD.

Lo studio

La ricerca ha incluso 32 bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni con diagnosi di ASD, linguaggio fluente e in grado di comprendere le istruzioni verbali per il completamento delle attività. Tutti i partecipanti presentavano una fobia specifica (questa doveva poter essere rappresentata in forma visiva). È stato poi introdotto l’utilizzo della Blue Room, uno strumento di realtà virtuale immersiva che consente di proiettare il materiale visivo su tutte le pareti della stanza e sul soffitto, per una rappresentazione a 360°. Il singolo partecipante sedeva nella stanza accanto al terapeuta, che si occupava della somministrazione delle tecniche comportamentali. Le scene proiettate includevano un’esposizione graduale agli stimoli oggetto delle fobie, sempre preceduta da una scena rilassante. Prima di entrare nella Blue Room il bambino partecipava a una sessione di CBT della durata di 45 minuti, nella quale venivano introdotte semplici tecniche comportamentali per la gestione dell’ansia, che venivano poi consolidate durante l’esposizione virtuale, della durata di 20 minuti. Le sedute di esposizione si svolgevano a più riprese, con una pausa di 15 minuti tra una e l’altra, e venivano ripetute dopo una settimana.

Risultati e conclusioni

I bambini sono stati suddivisi in due gruppi, uno con trattamento immediato con VRE e CBT e uno di controllo, in cui il trattamento è stato ritardato. Dei partecipanti al gruppo con il trattamento immediato, un terzo ha mostrato significativi miglioramenti nella gestione della fobia specifica nella vita reale, mentre nel gruppo di controllo non si sono visti cambiamenti nella fase di attesa del trattamento. Alcuni di loro hanno anzi manifestato dei peggioramenti, poi rientrati una volta iniziato l’intervento, che ha ricollocato i bambini del gruppo di controllo allo stesso livello di quelli del gruppo con trattamento immediato in termini di risultati ottenuti.

La ricerca di Maskey e collaboratori ha mostrato che la realizzazione di alcune modifiche alla CBT standard può aumentare in modo significativo l’efficacia dell’intervento sull’ansia in bambini con ASD, sottolineando la necessità di seguire questa strada nella messa a punto di studi e ricerche futuri.

 

 

Riferimenti

  • Maskey, M., Rodgers, J., Grahame, V., Glod, M., Honey, E., Kinnear, J., Labus, M., Milne, J., Minos, D., McConachie, H., Parr, J.R. (2019). A Randomised Controlled Feasibility Trial of Immersive Virtual Reality Treatment with Cognitive Behaviour Therapy for Specific Phobias in Young People with Autism Spectrum Disorder. Journal of Autism and Developmental Disorders, 49(5): 1912-1927.
  • NICE (2013). Autism Spectrum Disorder in under 19’s: Support and management. National Institute for Health and Care Excellence. CG170.
  • van Steensel, F.J.A., Bögels, S.M., Perrin, S. (2011). Anxiety disorders in children and adolescents with autistic spectrum disorders: a meta-analysis. Clinical Child and Family Psychology Review, 14(3):302.
  • https://www.youtube.com/watch?v=9U-rRC8jc28
  • https://www.istitutobeck.com/autismo
  • https://www.istitutobeck.com/ansia-disturbi-ansia/fobie-specifiche

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Roberta Bacchio - Psicologa, terapista specializzata nell’ambito dell’autismo, specializzanda in terapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto A.T. Beck.
Psicoterapeuta. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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