Soffrire per non stare male: autolesionismo e dissociazione nelle vittime di trauma
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Quello che siamo oggi, è il risultato di ciò che è accaduto nella nostra vita. L’immagine che abbiamo di noi stessi, ciò che proviamo e pensiamo in determinate situazioni, le reazioni del nostro corpo, il modo in cui ci relazioniamo all’altro e ai nostri problemi, gli scopi che cerchiamo di raggiungere, e il modo in cui tentiamo di farlo, sono strettamente connessi al nostro passato. E purtroppo, stando ai dati riportati dall’Organizzazione Mondiale della Salute nel rapporto del 2014, i luoghi del nostro passato sembrano essere spesso tutt’altro che sicuri. Un quarto degli adulti riferisce di essere stato fisicamente abusato in età infantile, una donna su cinque di aver subito abusi sessuali, una su tre di essere stata vittima di violenza fisica o sessuale da parte di un partner in un determinato momento della sua vita, un adulto su 17 riporta un abuso nell’ultimo mese.
Anche se la nostra mente può far fatica a ricordare le violenze subite, ne viene profondamente modificata. E’ infatti ormai universalmente accettato come la nostra visione del mondo, degli altri e di se stessi, la capacità di regolare le emozioni, le risposte somatiche e neurobiologiche, prendano peculiari strade dopo aver patito il dolore del trauma.
L’abuso sessuale infantile è una delle possibili atrocità che possono colorare di nero la vita di un individuo. Diversi studi hanno evidenziato come l’essere sottoposti a questa tipologia di violenza si associ ad un maggior rischio di sviluppare un Disturbo da Stress Post-Traumatico (DSPT), ad una maggiore presenza di stati emotivi di rabbia, tristezza, disgusto, paura, vergogna e senso di colpa, e a menomazioni nella capacità di regolarli (Badour, Resnick, & Kilpatrick, 2015; Coyle, Karatzias, Summers, & Potere, 2014; Görg et al., 2017).
Le abilità di regolazione emotiva sono processi intrapersonali e interpersonali coinvolti nel monitoraggio, nella valutazione e gestione delle emozioni, che permettono il raggiungimento di obiettivi importanti (Thompson, 1994). Purtroppo, le vittime di DSPT transitano, e sostano, in stati mentali caratterizzati da terrore, disperazione, angoscia, rabbia, vergogna e colpa estreme, dai quali provano a fuggire attraverso modalità di affrontamento inefficaci basate sulla soppressione e l’evitamento, che molto spesso finiscono per esacerbare il malessere, alimentando al contempo un pervasivo senso di impotenza. La persona con DSPT, pur di evitare di entrare in contatto con quegli stati cognitivo-emotivo-somatici associati alle memorie traumatiche, apprende infatti a mettere in atto una serie di comportamenti disfunzionali, volontari e/o automatici, che, nonostante momentaneamente possono apportare sollievo, tengono in vita la psicopatologia, non permettendo all’individuo di ripristinare un senso di sicurezza e di stabilizzare i sintomi.
In un recente studio su 109 donne vittime di abuso sessuale infantile, Bradley, Karatzias e Coyle (2018) hanno provato a gettar luce sulla relazione tra due di queste strategie disfunzionali di regolazione emotiva tipicamente associate al trauma, l’autolesionismo e la derealizzazione, il manifestarsi di intense emozioni di tristezza, paura e disgusto, e la presenza di un DSPT. Studi hanno infatti evidenziato una relazione tra abuso infantile, dissociazione e autolesionismo (Van der Kolk, Perry, & Herman, 1991), suggerendo in alcuni casi l’autolesionismo come risposta conseguente alla dissociazione (Brodsky, Cloitre e Dulit, 1995).
L’analisi dei dati raccolti ha evidenziato come le emozioni indagate erano tutte e tre significativamente correlate alla presenza di un DSPT, con la tristezza come emozione principale. Allo stesso tempo, le emozioni valutate erano associate in modo significativo sia alla presenza di derealizzazione che ai comportamenti di autolesionismo. I risultati hanno inoltre mostrato come le difficoltà nel regolare le emozioni legate al trauma possono risultare in una più grave derealizzazione e nella conseguente messa in atto di comportamenti autolesionistici che, a loro volta, possono portare ad una maggiore gravità del DSPT.
I risultati dello studio, a causa di una serie di limitazioni metodologiche, non chiariscono in maniera definitiva la relazione tra trauma, dissociazione, autolesionismo e DSPT, ma sottolineano l’importanza di valutare insieme al paziente la funzione che queste manifestazioni rivestono nella gestione della sofferenza e nel mantenimento del disturbo, in modo da poter sviluppare un trattamento il più efficace possibile.
Riferimenti
- Badour, C. L., Resnick, H. S., & Kilpatrick, D. G. (2015). Associations between specific negative emotions and DSM‐5 PTSD among a national sample of interpersonal trauma survivors. Journal of Interpersonal Violence, 32(11), 1620–1641. https://doi.org/10.1177/ 0886260515589930
- Bradley A, Karatzias T, Coyle E. Derealization and self-harm strategies are used to regulate disgust, fear, and sadness in adult survivors of childhood sexual abuse. Clin Psychol Psychother. 2018 Sep 19. doi: 10.1002/cpp.2333
- Brodsky, B. S., Cloitre, M., & Dulit, R. A. (1995). Relationship of dissociation to self‐mutilation and childhood abuse in borderline personality disorder. American Journal of Psychiatry, 152(12), 1788–1792. https://doi. org/10.1176/ajp.152.12.1788
- Coyle, E., Karatzias, T., Summers, A., & Power, M. (2014). Emotions and emotion regulation in survivors of childhood sexual abuse: The importance of “disgust” in traumatic stress and psychopathology. European Journal of Psychotraumatology, 5(SUPPL), 23306. https://doi.org/3402/ejpt.v5.23306ù
- Görg, N., Priebe, K., Böhnke, J. R., Steil, R., Dyer, A. S., & Kleindienst, N. (2017). Trauma‐related emotions and radical acceptance in dialectical behavior therapy for posttraumatic stress disorder after childhood sexual abuse. Borderline Personality Disorder and Emotion Dysregulation, 4, 15. https://doi.org/10.1186/s40479‐017‐0065‐5
- Thompson, R. A. (1994). Emotion regulation: A theme in search of definition. Monographs of the Society for Research in Child Development, 59(2–3), 25–52. https://doi.org/10.1111/j.1540‐1994.tb01276.x
- Van der Kolk, B. A., Perry, J. C., & Herman, J. L. (1991). Childhood origins of self‐destructive behavior. American Journal of Psychiatry, 148(12), 1665–1671. https://doi.org/10.1176/ajp.148.12.1665
- World Health Organization (2014). Global status report on violence prevention 2014