I benefici del tè matcha sulle prestazioni cognitive

I benefici del tè matcha sulle prestazioni cognitive

benefici del tè matcha sulle prestazioni cognitive
Photo by Matcha & CO on Unsplash

Il tè matcha è un concentrato di tè verde in polvere che contiene 3 volte la caffeina del tè normale oltre ad altri ingredienti che migliorano le abilità cognitive. Un nuovo studio (Baba et al., 2021) suggerisce che gli effetti positivi sulle prestazioni cognitive siano più duraturi di quelli derivanti da altre fonti di caffeina.

Nel matcha, oltre alla caffeina, è presente l’aminoacido L-teanina e le catechine, polifenoli naturali presenti nelle foglie di tè. Secondo diversi studi controllati, la L-teanina aumenta gli effetti cognitivi della caffeina e riduce anche alcuni delle manifestazioni collaterali, come ansia, tachicardia, ipertensione e insonnia. Le catechine invece proteggono il cervello dallo stress ossidativo e alcuni studi suggeriscono anche che possono prevenire il declino cognitivo.

Lo studio

Uno studio giapponese ha suddiviso casualmente in tre gruppi un campione di 51 soggetti adulti, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, ai quali per tre mesi sono state somministrate rispettivamente dosi giornaliere di matcha oppure 66 mg di caffeina (equivalente alla caffeina presente nel matcha) oppure placebo. Gli integratori assunti erano sotto forma di capsule verdi in tutti e tre i gruppi. Nel frattempo, i soggetti hanno continuato la loro consueta assunzione di caffè o tè (in media una tazza al giorno, dose che non è cambiata in modo significativo durante lo studio).

I ricercatori hanno quindi testato le abilità cognitive prima dell’intervento, dopo la prima dose e di nuovo dopo 3 mesi di somministrazione giornaliera. Inoltre, i soggetti non hanno assunto caffeina o matcha l’ultimo giorno dell’esperimento, in modo che qualsiasi beneficio osservato al termine dello studio potesse essere più probabilmente correlato all’assunzione della sostanza nei 3 mesi precedenti.

I risultati sono stati misurati dal test Uchida-Kraepelin (U-K), una prova aritmetica a tempo, oggi ampiamente utilizzata in Giappone nella selezione del personale per valutare le prestazioni cognitive in condizioni di stress, e dal Cognitrax, una batteria computerizzata che testa la memoria, l’attenzione, il tempo di reazione, l’inibizione della risposta e il riconoscimento facciale.

I risultati

Dopo una singola dose, sia la caffeina che il matcha hanno prodotto un miglioramento delle prestazioni nei test di attenzione, velocità e tempo di reazione, incluso il test U-K. In altri test non sono stati evidenziati cambiamenti significativi (memoria, inibizione della risposta e riconoscimento facciale). Tuttavia, dopo 3 mesi di uso regolare, i benefici della caffeina sul test aritmetico si sono ridotti a un livello non significativo, mentre quelli del matcha sono cresciuti.

Il matcha quindi risulterebbe essere un trattamento a basso rischio, utile ad aumentare gli effetti di potenziamento cognitivo della caffeina in 2 modi: innanzitutto riduce l’ansia in condizioni di stress, un effetto confermato in molteplici studi sulla L-teanina e, in secondo luogo, potrebbe generare minor tolleranza nel soggetto che ne fa un uso regolare, ma si tratta di un dato che attende ulteriori conferme. Il tè verde e il matcha hanno inoltre anche altri benefici per la salute: migliorano la salute metabolica e cardiovascolare, riducono il rischio di cancro e prevengono il declino cognitivo; i principali rischi sono quelli attribuibili alla caffeina, cioé reflusso gastrointestinale, mal di testa e insonnia.

Bibliografia

Autore/i dell’articolo

Dottor Marco Stefanelli - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Docente presso l’Istituto di Psicoterapia cognitivo- comportamentale A.T.Beck di Roma e di Caserta. Socio Ordinario della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva) e Terapeuta EMDR I livello. Vanta esperienza clinica in ambito adulto e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e omofobia interiorizzata.  

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