Bloccare il dolore, con il dolore

Bloccare il dolore, con il dolore

Bloccare il dolore

Photo by Markus Spiske on Pexels

L’uso dell’autolesionismo per regolare le emozioni

Le condotte di autolesionismo sono un comportamento tristemente diffuso soprattutto tra le adolescenti. Tali atti possono celare tentavi disperati di regolare stati d’animo altrimenti difficili da gestire.  In questo caso offendere il corpo mitigherebbe la sofferenza dell’anima, meno visibile ma più complessa.

Emozioni ed autolesionismo

Molti ragazzi con condotte autolesioniste avvertono uno stato di profonda solitudine, non hanno interiorizzato un’immagine positiva di se stessi e non hanno sviluppato un dialogo interno equilibrato che li aiuti a non sentirsi sopraffatti emotivamente. L’adolescente che ricorre all’autolesionismo può sperimentare vergogna per questa strategia, non di rado infatti i segni sul corpo vengono nascosti o rivelati solo agli amici più stretti.

L’adolescenza costituisce una fase del ciclo di vita molto delicato, in cui la capacità di regolare le proprie emozioni ancora è acerba per via del non completo sviluppo della zona frontale cervello, responsabile dell’autocontrollo e della formulazione di un pensiero critico.

Ferire il proprio corpo per il giovane significherebbe rendere esterno un dolore interno, più complesso e difficile da tollerare. Paradossalmente, quindi, con l’autolesionismo si sperimenterebbe un senso di maggior padronanza, potendo osservare su di sé i segni di qualcosa che altrimenti sarebbe più insidioso, poiché connesso alle emozioni. Chi di noi vorrebbe ferirsi se non vedesse in questo l’unica disperata via di fuga dal malessere?

Come combattere l’autolesionismo

È fondamentale aiutare i ragazzi che utilizzano l’autolesionismo ad essere consapevoli della disfunzionalità del loro comportamento. Oltre al ricorso ad una terapia individuale con un esperto di età evolutiva, possono essere utili i gruppi di sostegno, lo sport, scoprire passioni, la meditazione. Gli adulti possono fare tanto, soprattutto se loro stessi sono in grado di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni. Fondamentale è l’ascolto aperto e non giudicante, non bisogna dimenticare che l’adolescente vive una fase di per sé è portatrice di turbamenti interiori i quali, talvolta, possono essere anche molto gravi, in base alla storia personale ed il proprio temperamento.

Se l’adulto può fare tanto per aiutare l’adolescente, è altrettanto vero che può compiere gravi errori, come ad esempio: minimizzare il problema, ignorarlo, colpevolizzare il giovane, assumere un comportamento controllante,  ricorre all’aggressività.

Conclusioni

Al di là delle sue funzioni, l’autolesionismo va sempre letto come una condotta legata ad una profonda sofferenza. Fondamentale è trovare il coraggio di chiedere aiuto mettendo da parte la vergogna, in quanto esplorare se stessi può davvero cambiare una traiettoria di vita che rischia altrimenti di prendere direzioni distanti da quello che si desidera realmente.

 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Laura Pascucci - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, psicoterapeuta, ha maturato esperienza clinica all’interno dei servizi afferenti alla struttura operativa Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM/E acquisendo competenza nel trattamento dei disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità, disturbo bipolare, schizofrenia, disturbo post-traumatico da stress. Collabora come libero professionista all’interno dell’istituto Beck e svolge attività di volontariato per l’associazione Onlus “Il Vaso di Pandora” dedicata alle vittime di eventi traumatici.

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
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