Buoni propositi: come individuarli e mantenerli
Buoni propositi: come individuarli e mantenerli
Tra lenticchie, cotechini e spumante, questo è periodo in cui metà di noi fa un bilancio dell’anno passato. Molti ci pensano, altri scrivono un elenco di ciò che vorrebbero cambiare nella loro vita. All’inizio c’è la stessa motivazione domenicale del “da lunedì dieta” ma il proverbio “la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni” ha purtroppo ragione e le buone intenzioni formulate in questo periodo hanno vita breve: alla Befana sopravvivono il 72,6%, a Febbraio il 58,4%, mentre a giugno arrivano vive meno della metà e qualcuno non si ricorderà nemmeno di quello che tanto desiderava.
Cos’è che ci si ripromette più spesso? Subito dopo le esagerazioni culinarie delle feste, sicuramente più attività fisica e poi ci sono gli evergreen come smettere di fumare, risparmiare denaro per quella vacanza programmata da tempo, decidersi e cambiare lavoro, sfruttare meglio il tempo libero, investire di più nelle relazioni significative. Questi sono temi importanti e, se facciamo una buona pianificazione, potremmo davvero migliorare la nostra vita. Quindi vediamo come non far parte di quel 20% delle persone che farà la stessa lista di auguri l’anno successivo…
Prima di tutto, occorre individuare le buone intenzioni, che sembra una cosa semplice ma nasconde i suoi trabocchetti.
- Concediamoci qualche minuto per capire quali sono i cambiamenti che noi riteniamo veramente importanti. È fondamentale distinguere tra le nostre esigenze e quelle indicate o anche solo suggerite dagli altri. Il vantaggio è di affrontare il cammino con una motivazione, quella intrinseca, molto più potente di quella estrinseca.
- Inoltre, occorre essere realistici. Spesso l’entusiasmo iniziale ci vede proiettati nel futuro prossimo con 7 taglie in meno, sposati e con la casa dei nostri sogni. Questa è stata chiamata “sindrome della falsa speranza” che, nel lungo periodo, saboterà la nostra motivazione quando vedremo che non riusciamo ad avvicinarci agli obiettivi (irrealistici).
- Infine, è bene definire l’obiettivo con precisione. Essere generici e dire “risparmierò soldi” non basta. Occorre fare un piano, capire quanto sarà possibile mettere da parte ogni mese, cosa fare nel caso in cui le spese siano state più alte del previsto, ecc. La divisione in sottointenzioni e sottofasi ci aiuta a organizzare le nostre mosse e le intenzioni più ambiziose.
Una volta individuate, dobbiamo fare i conti con la parte più insidiosa, cioè mantenere le buone intenzioni. Se abbiamo fatto un programma abbastanza dettagliato, questo ci permetterà di valutare i nostri progressi, i talloni d’Achille da tenere sotto controllo e i nostri punti di forza da utilizzare.
- Uno dei primi consigli è quello di condividere l’obiettivo con qualcun altro, facendo le cose con qualcun altro o, se non è possibile, raccontare i nostri sforzi a un amico o un parente. Secondo la teoria del cambiamento pianificato, questo offre non solo supporto sulla motivazione e sui momenti di sconforto, ma anche controllo sociale e spinta a mantenere gli obiettivi. Quando gli altri sanno dei nostri sforzi, inoltre, possono aiutarci non offrendoci quella sigaretta o quel dolce da cui stiamo cercando in tutti i modi di stare lontani.
- Oscar Wilde ha dichiarato “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni“, e aveva ragione. È più facile evitare la tentazione che resistergli. Conoscendo i nostri punti deboli, asteniamoci dalle situazioni che potrebbero metterci di fronte a una tentazione.
- Infine, è fondamentale gestire gli scivoloni e i risultati ottenuti, entrambi aspetti importanti perché ci parlano di quanto ci sentiamo capaci di arrivare ai nostri obiettivi. Nessun percorso è privo di ostacoli e dunque è plausibile aspettarsi di non aderire rigidamente al proprio programma, che è qualcosa di ideale e statico mentre la vita è dinamica.
Gestire il bisogno di gratificazione immediata non è cosa semplice e, per varie ragioni biologiche, neurologiche e ambientali, qualcuno ci riesce meglio di altri. Prima di tutto, è facile cadere in tentazione perché potremmo percepire l’obiettivo finale come una gratificazione poco familiare e quindi meno emotivamente radicata nella nostra memoria. La fisiologia, poi, non aiuta: se l’obiettivo è dimagrire, sappiamo già che questo è considerato “contronatura” dal nostro corpo che opporrà le sue resistenze. Ricordiamoci che siamo umani e, quindi, non perfetti e gli errori fanno parte di un percorso nuovo e lungo. Ma non prendiamo questo come un alibi alla nostra mancanza di rigore.
Un aiuto enorme contro le tentazioni ci viene dal concederci il dovuto riconoscimento dei progressi ottenuti, soprattutto quelli intermedi. Regaliamoci dei piccoli premi, una piccola celebrazione con chi vogliamo noi, un bel segno sul calendario, perché nonostante tutto stiamo riuscendo a tener fede ai nostri desideri e siamo capaci di raggiungere gli obiettivi a cui teniamo di più.
Benino Argentieri
BIGLIOGRAFIA:
- Statistica delle buone intenzioni
- Sindrome della falsa speranza
- Teoria del comportamento pianificato
- Gratificazione immediata e gratificazione ritardata