Una pioggia di calcoli matematici per gli estroversi
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Un originale studio del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, rivela che la nostra capacità di concentrazione e di calcolo matematico sarebbero influenzate positivamente da un certo tipo di sottofondo sonoro soprattutto se abbiamo una personalità estroversa.
Quanti di noi da bambini si sono imbattuti in calcoli matematici con l’attento suggerimento degli adulti di eliminare qualsiasi interferenza di suono che potesse distrarre? Questo “mito” viene in parte demolito dallo studio “When listening to rain sounds boosts arithmetic ability” condotto dalla neuroscienziata Alice Mado Proverbio che assieme alla sua equipe ha evidenziato come particolari suoni, come quello della pioggia, o alcuni peculiari ritmi (rilassante, allegro) accrescerebbero la capacità di eseguire operazioni numeriche.
Nell’esperimento è stata analizzata l’abilità di alcuni studenti universitari di eseguire mentalmente calcoli matematici durante l’ascolto di diversi tipologie di sfondo sonoro come: lo scrosciare della pioggia, una melodia distensiva, una melodia briosa ed infine il silenzio.
Il campione analizzato era composto da cinquanta studenti di corsi di studio umanistici e scientifici con caratteristiche differenti : 25 donne e 25 uomini, dei quali 25 introversi e 25 estroversi. I soggetti sono stati invitati a risolvere 180 operazioni aritmetiche: divisioni, moltiplicazioni, sottrazioni o addizioni di vario grado di difficoltà, indossando una cuffia e sedendo davanti ad uno schermo. Le operazioni venivano presentate una ogni 3 secondi e precisamente venivano concessi 1.5 secondi per leggere l’operazione e 1.5 per valutare se il risultato proposto fosse corretto o meno.
I risultati della ricerca hanno evidenziato addirittura come il silenzio incidesse negativamente sulle prestazioni degli studenti durante l’esecuzione di calcoli più complessi. Al contrario, durante l’ascolto della musica o del rumore della pioggia, la percentuale di risposte corrette era più alta.
La disomogeneità del campione studiato ha permesso di evidenziare come in particolare i soggetti introversi risultassero essere sempre più rapidi degli estroversi nell’esecuzione dei calcoli matematici, nel loro caso inoltre il sottofondo sonoro non incrementava la capacità di risolvere operazioni facili. Gli studenti estroversi durante lo svolgimento di calcoli complicati invece osservavano un aumento della loro capacità di concentrazione grazie alla stimolazione sonora. Tutti i soggetti del campione riuscivano comunque a svolgere meglio i calcoli se sottoposti alla stimolazione uditiva del suono della pioggia o della musica.
Gli studiosi hanno concluso che gli introversi avendo dei livelli di attività cerebrale e capacità di reagire agli stimoli maggiore degli estroversi, non sarebbero condizionati significativamente dagli e dunque gli stimoli uditivi al punto da osservare un miglioramento delle loro prestazioni.
Secondo la neuroscienziata Mado Proverbio i risultati dello studio sarebbero attribuibili al fatto che il ritmo di fondo dell’elettroencefalogramma (Eeg) è caratterizzato da oscillazioni che possono uniformarsi alla frequenza della stimolazione uditiva, crescendo in frequenza per stimolazioni a ritmo veloce e riducendosi invece per stimolazioni a ritmo lento, come nel caso dei suoni rilassanti. Con l’aumentare della frequenza dell’Eeg si amplierebbero anche le facoltà cognitive come la vigilanza e la concentrazione.
Che possa aprirsi qualche varco di luce (o di pioggia!) per i più espansivi che da sempre si ritengono scadenti nei calcoli matematici?
Riferimenti