Cambiamenti di stili di vita, obesità e fattori ambientali
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Introduzione
L’evoluzione del genere umano ha portato grandi mutamenti sia riguardo lo stile di vita sia riguardo la quantità e qualità dell’alimentazione.
All’epoca dell’uomo “cacciatore–raccoglitore” e “agricoltore” esisteva un equilibrio nella bilancia energetica: la quantità di cibo consumata era direttamente proporzionale al dispendio energetico necessario per procurarsi il pasto. Le caratteristiche dell’alimentazione nel periodo paleolitico-neolitico erano determinate da necessità di gestire la giornata prevalentemente in funzione della ricerca di cibo. Periodi di scarsa disponibilità si alternavano a periodi di maggior alimentazione e ad altri di quasi digiuno. I macronutrienti della dieta dei nostri antenati comprendevano un’elevata quantità di proteine di origine animale in occasione di caccia favorevole, un contenuto medio o basso di grassi, scarsità di zuccheri semplici ed elevato apporto di fibre.
Nell’ultimo secolo, in particolare dal secondo dopoguerra in poi, l’uomo ha modificato repentinamente e profondamente le sue abitudini di vita. A fronte di una maggiore e continua disponibilità di cibo si è verificata una diminuzione del dispendio energetico, grazie al miglioramento della qualità di vita e alla disponibilità di mezzi di trasporto.
Negli ultimi anni si è verificato un ulteriore cambiamento delle abitudini alimentari, in favore di cibi pronti ad elevato contenuto di grassi e zuccheri semplici, che hanno determinato un ulteriore aumento dell’introito calorico. Questi cambiamenti hanno facilitato l’accumulo eccessivo di scorte energetiche, sotto forma di tessuto adiposo, contribuendo allo sviluppo di una vera e propria “esplosione epidemica” dell’obesità.
Definizione
Il sovrappeso e l’obesità sono: “condizioni caratterizzate da eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale da influire negativamente sullo stato di salute del singolo individuo.” (OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità). Tali condizioni pregiudicano la qualità di vita predisponendo alla comparsa di patologie croniche, pregiudicando l’aspettativa di vita.
L’obesità è associata a malattie cardiovascolari, malattie metaboliche (diabete di tipo 2, dislipidemia, iperirucemia e gotta, sindrome dell’ovaio polistico, infertilità femminile), neoplasie e altre malattie come asma, apnee notturne e reflesso esofageo.
I dati
L’obesità viene identificata da un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 e corrisponde ad un aumento di circa il 20% del peso corporeo relativamente a quello ritenuto ideale.
Attualmente è la malattia metabolica più diffusa nel mondo la cui incidenza ha raggiunto proporzioni epidemiche sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo ed è uno dei più gravi problemi attuali di salute pubblica che interessa adulti, adolescenti e bambini.
Nel modo ci sono oltre 1,9 miliardi di adulti in sovrappeso (oltre 500 milioni obesi), nel mondo oltre 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso (OMS).
In Italia nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta (35,3%) era in sovrappeso, e una persona su dieci era obesa (9,8%); inoltre complessivamente, il 45,1% dei soggetti di età ≥18 anni era in eccesso ponderale (Rapporto Osserva salute 2016).
Si è riscontrato che dal 2000 al 2010, la prevalenza di persone obese con BMI superiore al 40 è aumentato del 70% e addirittura si è osservato un incremento di più di 10 volte di pazienti con BMI superiore a 50 (Standard Italiani per la Cura dell’Obesità S.I.O./A.D.I. 2012/2013).
Eziopatogenesi dell’obesità
I due aspetti principali che concorrono a determinare l’obesità sono la suscettibilità genetica, stimabile intorno al 40-70%, cioè la predisposizione genetica dell’individuo a diventare obeso, e i fattori ambientali cioè le abitudini alimentari, lo stile di vita, le condizioni socio-culturali e le malattie concomitanti. Tra gli aspetti legati allo stile di vita e le condizioni socioculturali da considerare sono: il livello educativo, la situazione occupazionale, lo stato civile, le condizioni abitative, le relazioni sociali, l’attività fisica e il consumo di alcool. Importante anche la disponibilità economica: le forme più gravi di obesità prevalgono nelle popolazioni con più basso livello socioeconomico. Alcuni di questi aspetti possono configurarsi come veri e propri ambienti obesogeni perché favoriscono l’obesità (per esempio: la disponibilità di cibo a cui siamo sottoposti, un lavoro sedentario, etc.).
Conclusioni
In relazione a quanto detto è fondamentale promuovere interventi in grado di modificare l’alimentazione e lo stile di vita della persona per giungere all’obiettivo primario che è la perdita di peso. Una perdita di peso modesta del 5-10%, è già associata a un miglioramento significativo della salute fisica e del benessere psicologico e in grado di ridurre i rischi per la salute associati all’obesità.
La psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT-OB) è uno strumento raccomandato, validato scientificamente, che promuove un cambiamento a lungo termine in grado di condurre alla perdita di peso, attraverso l’acquisizione di un mindset in grado di gestire l’alimentazione e le abitudini di movimento (Dalle Grave 2019).
Chiediamoci se, un aspetto fondamentale del prenderci cura dell’obesità, non sia anche l’approfondimento e la comprensione del ruolo dell’ambiente obesogeno così importante nello sviluppo dell’obesità e quindi investire nella creazione di strategie volte a contrastare il suo effetto.
Riferimenti
- Dalle Grave, R., Sartirana, M., El Ghoch, M., Calugi, S. (2019). Treating Obesity with Personalized Cognitive Behavioral Therapy. Springer.
- Peng Jia (2021). Obesogenic environment and childhood obesity. Obesity Reviews