Cannabinoidi sintetici, personalità e psicosi

Cannabinoidi sintetici, personalità e psicosi

Cannabinoidi sintetici

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La cannabis è la sostanza psicoattiva più popolare al mondo, dopo tabacco e alcool. Per di più, dal momento che diversi Paesi hanno adottato o stanno adottando politiche di depenalizzazione per il possesso di cannabis per uso ricreativo e per il suo possesso in piccole quantità, il consumo di questa sostanza probabilmente aumenterà nei prossimi anni.

Inoltre, un nuovo tipo di farmaci a base di cannabinoidi (e con alta concentrazione di cannabinoidi sintetici) ha iniziato a essere consumato tra gli individui dipendenti da sostanze di tutto il mondo. Gli effetti dei cannabinoidi sintetici (Synthetic Cannabinoids, SC) sono più intensi, più duraturi e imprevedibili, hanno maggiori rischi per la salute, con tossicità e potenziale overdose più elevati rispetto al THC.

Credo che ormai sia risaputo dalla maggior parte delle persone, sia consumatori che non, che l’uso di SC possa rappresentare un fattore di rischio per la schizofrenia. L’uso cronico di SC è stato associato in effetti a una vasta gamma di conseguenze negative per la salute, inclusi disturbi psicotici e affettivi, ma ancora poco si sa riguardo le caratteristiche di personalità di coloro che fanno uso di queste sostanze. A questo proposito, l’obiettivo dello studio presentato era proprio quello di indagare le differenze nelle caratteristiche di personalità e nella schizotipia tra i consumatori di SC, i consumatori di cannabis naturale e i non consumatori.

La ricerca ha coinvolto:

  1. 42 consumatori cronici di SC (reclutati dal programma israeliano di trattamento delle tossicodipendenze del Ministero della Salute).

I criteri di inclusione per questo gruppo prevedevano un uso regolare su base mensile con un utilizzo minimo di almeno dieci volte nell’ultimo anno e senza consumo eccessivo – definito come più di quattro utilizzi di SC nell’ultimo mese.

I partecipanti non hanno utilizzato cannabinoidi per almeno 1 settimana prima dello studio, sono stati valutati da uno psichiatra senior ed è stata esclusa la presenza di psicosi attuale o di disturbi psichiatrici o neurologici associati o di disturbi passati o attuali diversi dall’uso di cannabinoidi

  1. 39 consumatori di cannabis naturale.

I criteri di inclusione erano i medesimi del precedente, ma con uso di cannabinoidi naturali.

I criteri di esclusione prevedevano una storia di disturbi neurologici o psichiatrici e disturbo attuale o passato di uso di sostanze diverse dalla cannabis.

  1. 47 non consumatori (entrambi reclutati tramite amici, parenti o social network).

Per prendere parte allo studio, nessuno di loro doveva aver consumato farmaci a base di cannabinoidi negli ultimi 2 anni.

Infine, nessuno di loro aveva diagnosi di disturbo mentale o neurologico in anamnesi o diagnosi attuale da uso di sostanze.

Tutti hanno completato due questionari di personalità (Big-Five Factor Inventory, BFI, e Schizotypal Personality Questionnaire-Brief, SPQ-B), scale di valutazione della depressione e dell’ansia.

Risultati

I consumatori di SC hanno ottenuto un punteggio maggiore al BFI, rispetto ad entrambi gli altri gruppi, per la scala del nevroticismo/stabilità emotiva, mentre risultano inferiori i punteggi di gradevolezza (bassi punteggi di gradevolezza sono associati al distacco emotivo dagli altri, alla diffidenza e anche all’antagonismo e alla disonestà), estroversione e coscienziosità. Bassi livelli di coscienziosità risultano spesso associati a impulsività, angoscia mentale, comportamenti a rischio e strategie di coping disadattive; quindi non solo aumentano la possibilità di comportamenti a rischio per la salute, ma influenzano anche i meccanismi che regolano il mantenimento dell’abuso di droghe. Insieme, bassa gradevolezza e coscienziosità caratterizzano il profilo di personalità dei tossicodipendenti cronici. Di conseguenza, bassi livelli di questi tratti possono predisporre gli individui ad abusare di sostanze o possono spiegare i problemi interpersonali comunemente associati a disturbi da uso di sostanze.

Le caratteristiche della personalità identificate nel presente studio per i consumatori di SC potrebbero indicare che le SC attraggono individui con caratteristiche di personalità uniche e problematiche, che sono diverse dai consumatori di cannabis naturale.

Maggiori inoltre i punteggi dei tratti schizotipici, di depressione e di ansia, sempre per il gruppo di consumatori di SC.

Una maggiore apertura mentale e una minore coscienziosità erano predittori la schizotipia sia per i consumatori di SC che per i consumatori di cannabis naturale. Infine, un maggiore punteggio per il nevroticismo prediceva la schizotipia nei consumatori di cannabis naturale, mentre l’introversione era predittore per la schizotipia per i non utilizzatori. I risultati, nel complesso, evidenziano il fatto che i consumatori cronici di SC si differenziano dagli altri due gruppi, indicando una possibile propensione psicotica.

Non sono emerse differenze tra i non consumatori e i consumatori di cannabis naturale in altre variabili di personalità.

Complessivamente, i risultati attuali forniscono informazioni aggiuntive sui fattori di personalità associati all’uso di SC e la loro associazione con la predisposizione alla psicosi. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per replicare ed espandere le osservazioni attuali.

Riferimenti:

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Mariangela Ferrone - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Psicoterapeuta TMI (terapia metacognitiva interpersonale) livello EXPERT. Per molti anni è stata Coordinatrice del Centro di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, del Servizio di Psicoterapia e Counseling Universitario presso la UOC di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Attualmente è docente per l’insegnamento di “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” nel corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sede Sant’Andrea presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, nonché docente interno e supervisore clinico dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Socio Aderente della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

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