Compiti per le vacanze? Sì ma non solo carta e penna!
Photo by Vidar Nordli-Mathisen on Unsplah
Già a partire dai primi giorni di maggio i genitori aprono la caccia al centro estivo più idoneo alle passioni del proprio figlio: c’è chi invece chiede aiuto ai familiari o chi ci pensa da solo. Che ci si trovi al mare o in montagna, al nord o al sud dello stivale un’unica ombra però copre i cieli estivi di bambini e ragazzi: i compiti per le vacanze!
Schede, libri appositi, letture consigliate, esercizi di matematica diventano per la maggior parte dei bambini un incubo subito dopo la fine della scuola e i genitori già si proiettano nelle lunghe maratone al fine di terminare tutti i compiti assegnati entro la prima campanella di settembre o almeno ci si prova.
Ma sono davvero cosi utili i compiti per le vacanze? Come sempre la risposta sta nel mezzo.
Per un bambino staccare per più di 60 giorni dalla scuola può rendere difficile il rientro per cui i compiti dovrebbero avere la funzione di allenarlo a pochi giorni dall’inizio della scuola. Una sorta di riscaldamento dei motori prima della partenza. Ogni scuola si regola da sé, ma l’ideale sarebbe avere un carico di compiti che possa essere spalmato con serenità nelle ultime due settimane di vacanze, poiché la bella stagione permette ai bambini di continuare a imparare tramite l’esplorazione e le loro creatività.
Si sconsiglia ai genitori di cominciare subito i compiti “perché così ce li leviamo di torno” in quanto i bambini sono stanchi e la possibilità di innescare conflitti e tensioni è dietro l’angolo.
Il dono più prezioso che l’estate fa ai bambini è il rallentamento dei loro ritmi: per la maggior parte del tempo i piccoli hanno una vita serrata, una vera e propria catena di montaggio di azioni da fare e incastrare che lasciano poco tempo all’inventiva e alla spontaneità.
Se i compiti per le vacanze hanno il loro ruolo pedagogico lo hanno anche l’esplorare e la scoperta di nuove cose: un apprendimento complementare a quello scolastico in cui gli adulti di riferimento possono essere di grande aiuto. Qualsiasi luogo in cui vengano portati può fare da scenario per acquisire nuove conoscenze utili ad arricchire il loro bagaglio culturale ed esperienziale. Per esempio relazionarsi con bambini che non conoscono, conoscere le ricchezze che la natura montana o marina può loro offrire nel rispetto dell’ambiente, imparare ad andare in bicicletta, a nuotare senza braccioli a guardare i pesci con la maschera e il tubo … Tutti elementi di conoscenza.
L’estate e anche il periodo in cui i genitori hanno più tempo di stare con i loro figli creando così spazi di scambio emotivo oltre che nozionistico. E’ proprio in questi momenti infatti che possono dedicare più tempo ad ascoltare le loro impressioni e sintonizzarsi con le loro emozioni. Il racconto è uno strumento preziosissimo per fare un ripasso d’ italiano: infatti i bambini possono migliorare le loro competenze espressive e imparare a fare collegamenti tra ciò che sanno e ciò che hanno appena visto o appreso. Aiutare a calcolare il resto durante la spesa o nei piccoli acquisti della giornata rafforza le competenze matematiche anche senza l’uso di carta e penna. Vistare nuovi luoghi culturali permetterà i bambini di vedere dal vivo ciò che magari hanno visto sui libri di storia durante l’inverno.
L’astronomo Carl Sagan affermava che “Da qualche parte, qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto”: diamo ai bambini il tempo di poter trovare quel qualcosa che magari per noi adulti non lo è, perché già appreso, ma per loro si.