Andare nella stessa direzione: camminare ci aiuta a risolvere i conflitti interpersonali?
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Quando cammino mi sento meglio. L’ho imparato nei momenti più bui, quelli in cui la mente si ingegna per alleviare la sofferenza. Mente e corpo si pacificano, i muscoli si distendono, il pensiero, avviluppato su se stesso, spezza le catene e si muove armoniosamente.
I benefici psicofisici di una buona camminata sono stati ampiamente indagati e illustrati da un numero considerevole di ricerche che, però, si sono focalizzate prevalentemente sugli aspetti individuali tralasciando la dimensione interpersonale. Alcuni ricercatori (Webb, Rossignac-Milon, Higgins, 2017) della Columbia University si sono chiesti se camminare insieme potesse contribuire alla risoluzione dei conflitti interpersonali: setacciando, incrociando e unificando numerosi studi hanno tentato di rispondere a questo interrogativo. Nel loro lavoro, pubblicato su American Psychological Association (APA), gli autori hanno esposto in che modo i benefici, intrapersonali e interpersonali, derivanti da una camminata promuovono la risoluzione dei conflitti. A livello intrapersonale diverse ricerche, oltre a dimostrare come camminare stimoli la creatività e aumenti la flessibilità cognitiva, hanno messo in evidenza che la cognizione e l’emozione influenzano il comportamento motorio, ma anche, al contrario, che il comportamento motorio influenza i pensieri e le emozioni; ciò ha portato gli autori a postulare che l’atto di muoversi, nello specifico direzione e qualità del movimento, potrebbe agevolare alcuni meccanismi psicologici necessari per la risoluzione dei conflitti.
Per ciò che riguarda i benefici interpersonali prodotti dal camminare insieme che agevolano la risoluzione dei conflitti, gli autori segnalano la sincronia e la facilitazione dell’attivazione del sistema cooperativo. Camminare insieme ad un’altra persona implica necessariamente coordinare i ritmi, la sincronia produce degli effetti a vari livelli che, quindi, favoriscono la risoluzione dei conflitti: dal punto di vista affettivo, muoversi spontaneamente in sincronia facilita stati mentali positivi, come ad esempio la percezione di vicinanza interpersonale; dal punto di vista cognitivo, muoversi spontaneamente in sincronia ammorbidisce i confini cognitivi tra se stessi e l’altro riducendo, in tal modo, l’interesse personale rispetto alla distribuzione delle risorse e aumentando la preoccupazione per i risultati dell’altro; dal punto di vista comportamentale, muoversi spontaneamente in sincronia aumenta il comportamento prosociale e altruistico nei soggetti che condividono la camminata. Camminare insieme ad un’altra persona agevola, inoltre, la cooperazione: le persone sperimentano un’attenzione congiunta, la creazione di una realtà condivisa con l’altro; sono rivolte, fianco a fianco, verso un obiettivo comune.
Alla luce di quanto detto, gli aspetti intrapersonali (ad esempio la creatività e la flessibilità cognitiva) e quelli interpersonali (movimento sincrono e posizione fianco a fianco) che vengono stimolati da una buona camminata in compagnia aumenterebbero la probabilità di risolvere i conflitti. Siete avvisati: la prossima volta che litigate con qualcuno invitatelo a fare due passi insieme a voi.
Riferimenti: