Covid-19 e percezione dei volti: il processo olistico nei bambini
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Una recente ricerca (Stajduhar et al., 2022) pubblicata sulla rivista Cognitive Research: Principles and Implications, ha concluso che le mascherine, usate quotidianamente dall’inizio della pandemia Covid-19, potrebbero interferire con la capacità, nei bambini, di riconoscere ed elaborare i volti.
Il campione, di età compresa fra i 6 e i 14 anni, preso in esame nello studio, ha mostrato una maggiore compromissione nell’analizzare i volti coperti; nello specifico, erano il 20,1% meno accurati rispetto al gruppo di controllo di soggetti adulti.
I ricercatori hanno notato che i bambini tendevano ad usare una strategia diversa per elaborare i volti delle persone con indosso una mascherina: erano generalmente più propensi a concentrarsi sulle singole caratteristiche del viso, sui dettagli, piuttosto che sul volto nel suo complesso. Non mettevano in atto la cosiddetta “percezione olistica”, processo percettivo d’elezione.
Per comprendere il ruolo di tale processo, si può fare riferimento ad un semplice esperimento: capovolgendo il volto di un personaggio famoso, è più facile riconoscere l’immagine dritta piuttosto che la medesima immagine ribaltata; anche se entrambe le facce hanno le stesse caratteristiche, tendiamo ad elaborare più rapidamente i volti nella loro unità e non in maniera analitica.
Nello studio sopracitato il campione ha ottenuto risultati opposti, ovvero la velocità e l’accuratezza nella percezione del volto coperto da mascherina erano indipendenti dall’orientamento verticale (dritto o ribaltato) dell’immagine, suggerendo un non utilizzo dell’elaborazione olistica.
Questa scoperta è in linea con ricerche precedenti (Tanaka et al, 2014) nelle quali si è osservato che la bocca sembra essere particolarmente importante per l’elaborazione olistica. I bambini con disturbi dello spettro autistico mostrano una riduzione di tale processo e ciò potrebbe essere causa, o conseguenza, delle loro problematiche sociali e relazionali. L’elaborazione olistica sembra inoltre essere assente negli individui con prosopagnosia (una condizione neurologica nella quale non è possibile riconoscere i volti degli altri).
L’area cerebrale dedicata a questo processo percettivo è, secondo gli studi di neuroimaging, la circonvoluzione fusiforme, sita nel lobo temporale; questa regione del cervello si “specializza” nel riconoscimento facciale nel corso dello sviluppo tipico, grazie all’esperienza e l’interazione continua con i volti. Gli esperti stimano che ci sia un periodo sensibile nello sviluppo del cervello per l’elaborazione del viso dall’infanzia a circa 10-12 anni. Dopo questo periodo, il cervello può ancora conoscere i volti, ma con maggiore difficoltà.
Alcuni recenti studi confermano come l’esperienza precoce di interazione con i volti sia fondamentale nel determinare la misura in cui i bambini diventano “esperti di elaborazione del viso”, prerogativa necessaria per dedurre importanti informazioni sociali. Cosa succederebbe se la maggior parte dell’esperienza di un bambino con i volti coinvolgesse volti mascherati e l’elaborazione olistica venisse interrotta quasi completamente? Per rispondere a questa domanda, e comprenderne l’impatto a lungo termine, sono necessarie ulteriori ricerche.
RIFERIMENTI
- Stajduhar A, Ganel T, Avidan G, Rosenbaum RS, Freud E. (2022 Feb 7) Face masks disrupt holistic processing and face perception in school-age children. Cogn Res Princ Implic.
- Freud, E., Stajduhar, A., Rosenbaum, R., Avidan, G., & Ganel, T. (2020, July 13). The COVID-19 pandemic masks the way people perceive faces. Scientific report
- Tanaka JW, Kaiser MD, Hagen S, Pierce LJ. ( 2014, May) Losing face: impaired discrimination of featural and configural information in the mouth region of an inverted face. Atten Percept Psychophys.