Daria Bignardi è guarita dal cancro: “La chemioterapia fa schifo ma serve”

Daria Bignardi è guarita dal cancro: “La chemioterapia fa schifo ma serve”

Daria Bignardi è guarita dal cancro: “La chemioterapia fa schifo ma serve”
Daria Bignardi è guarita dal cancro: “La chemioterapia fa schifo ma serve”

Daria Bignardi è guarita dal cancro: “La chemioterapia fa schifo ma serve”

Daria Bignardi, una delle protagoniste più attive del panorama culturale televisivo italiano, ha recentemente rivelato in una intervista al settimanale Vanity Fair di aver avuto un tumore e di esserne ora guarita. Ha scoperto la malattia facendo una mammografia di controllo. Ne ha parlato, in maniera indiretta, nel suo nuovo romanzo “Storia della mia ansia”: aveva bisogno di trovare qualcosa che impattasse in maniera incisiva nella vita della protagonista, una donna divorata dall’ansia. Se all’inizio ha pensato a un incidente, la propria storia personale le ha dato l’ispirazione per la trama del suo libro.

La vita dal punto di vista di uno scrittore è molto particolare: persino un evento come una diagnosi di cancro può diventare materiale per una trama. Tuttavia una notizia del genere può sconvolgere la vita, non solo della persona che riceve la diagnosi ma anche dei suoi cari: improvvisamente l’idea della malattia e della morte irrompe nel quotidiano, costringendo a fare i conti con tutte le pratiche mediche necessarie. “La chemioterapia fa schifo, ma serve. Curarsi o operarsi non è divertente”, afferma Bignardi.

Uno degli effetti collaterali della chemioterapia è la perdita di capelli. Daria Bignardi portava una parrucca durante una conferenza stampa ed è stata presa in giro per questo. Abituata al mondo dello spettacolo, non ha dato importanza alle critiche, dispiacendosi per chi usava termini sgradevoli perché, in realtà, non conoscevano il motivo di quel look. Bignardi, però, da un giorno all’altro non l’ha più usata: la trovava scomoda e si è presentata al lavoro con i capelli corti che stavano ricrescendo. Non ha sentito di dover dare spiegazioni. Quella del paziente oncologico è un’esperienza che include le apparenze ma va ben oltre: alcune persone hanno bisogno di mantenere il riserbo su quello che stanno vivendo, altre invece sentono di volerne parlare.

Oltre al lato medico, dunque, occorre dare attenzione a preoccupazioni ed emozioni negative che possono sopraggiungere. Spesso vengono provate ansia per il futuro e depressione per i gravi cambiamenti e il possibile esito infausto. Molti pensieri possono tempestare la mente del paziente oncologico, pensieri spesso difficili da gestire perché smuovono emozioni spiacevoli. È proprio questa concatenazione di pensieri ed emozioni fuori controllo che può peggiorare lo stato mentale di una persona già provata dalla malattia.

Come osservato scientificamente, la pratica della Mindfulness aiuta i pazienti a riprendere il controllo della propria mente. Infatti, la cosiddetta “meditazione di consapevolezza” ci allena ad accettare i pensieri che arrivano senza giudicarli né seguirli, restando nel momento presente senza spingerci in luoghi e tempi bui che sono inesistenti se non nei nostri pensieri. In questo modo, i pensieri perdono il loro potere sulla nostra mente. La Mindfulness aiuta a gestire lo stress e a essere coscienti dell’interazione tra mente e corpo.

Inoltre, imparare ad accettare quello che non possiamo cambiare, come la diagnosi di cancro, mostra come relazionarci in maniera diversa con la realtà: non si tratta di arrendersi, ma di avere un atteggiamento diverso. La Mindfulness ha provato di avere influenza positiva nella riduzione dello stress, nel miglioramento dei sintomi fisici e dell’umore e, in definitiva, promuove il benessere globale dei pazienti con cancro e contribuisce a controllare la malattia.

Per supportare le persone con diagnosi di cancro e le loro famiglie, l’Istituto A.T. Beck organizza un corso di Mindfulness per il cancro (MBCT-Ca), otto incontri mirati alla promozione del benessere del paziente.

Riferimenti:

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
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