Il Decentramento: Effetti sullo Stress e sull’Omofobia Interiorizzata in Minoranze Sessuali

Il Decentramento: Effetti sullo Stress e sull’Omofobia Interiorizzata in Minoranze Sessuali

Il Decentramento: Effetti sullo Stress e sull’Omofobia Interiorizzata in Minoranze Sessuali
Il Decentramento: Effetti sullo Stress e sull’Omofobia Interiorizzata in Minoranze Sessuali

Il Decentramento: Effetti sullo Stress e sull’Omofobia Interiorizzata in Minoranze Sessuali 

Il decentramento è un costrutto cognitivo con cui ci si riferisce all’abilità di osservare i propri pensieri ed emozioni come degli eventi più che come verità su di sé, che coinvolge la nostra capacità di osservare la nostra esperienza interna in maniera non giudicante (Safran & Segal, 1990). Il termine è nato all’interno della tradizione cognitiva, ma viene sempre più utilizzato anche all’interno delle correnti di psicologia umanistica, psicodinamica e di terapie sistemiche (Aron 2000; Fergus & Reid, 2001).

Tuttavia, è soprattutto nelle cosiddette terapie cognitivo-comportamentali di terza onda che il decentramento si esplica nella sua forma più completa (Segal et al., 2012; Hayes & Lillis, 2012). Tali terapie, come ad esempio l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) o il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), hanno come minimo comune denominatore il ruolo della Mindfulness, di cui il decentramento è un aspetto centrale.

Diversi studi hanno ormai confermato che avere una buona abilità di decentrarsi ha degli effetti positivi sulla salute mentale, in particolare nella riduzione dello stress (Fresco et al., 2007; Lau et al., 2006). Un recente studio di Puckett et al. (2016) ha voluto indagare se il decentramento avesse un effetto positivo nelle persone gay e lesbiche, sulla relazione tra stress psicologico e omofobia interiorizzata, ovvero l’insieme di pensieri, emozioni, atteggiamenti negativi verso l’omosessualità, che le persone gay e lesbiche hanno interiorizzato dalla società omofobica. Nello specifico, gli autori dello studio si aspettavano di trovare un effetto moderatore del decentramento sulla nota relazione già supportata da numerosi studi tra omofobia interiorizzata e stress. In altri termini, avevano ipotizzato che il decentramento potesse essere considerato un fattore protettivo.

Lo studio ha coinvolto 436 partecipanti appartenenti a minoranze sessuali dichiaratisi per il 33.9% lesbiche, per il 28.9% gay, per il 17.4% bisessuali, per il 11.7% queer, per il 3.2% questioning e per il 4.8% come appartenente a un non specifico orientamento sessuale. Le prime analisi hanno subito messo in luce alcune semplici relazioni tra le 3 variabili, ovvero decentramento, omofobia interiorizzata e stress. Nello specifico i primi risultati hanno mostrato che:

  • Ad alti livelli di omofobia interiorizzata corrispondono alti livelli di stress psicologico;
  • A maggiori abilità di decentramento corrisponde minore stress psicologico;
  • A maggiori capacità di decentramento corrispondono anche minori livelli di omofobia interiorizzata.

Procedendo successivamente con delle analisi più approfondite, al fine di analizzare il ruolo del decentramento come fattore protettivo nella relazione tra stress e omofobia interiorizzata, gli autori dello studio sono riusciti a dimostrare che il decentramento modera tale relazione. In particolare, i partecipanti allo studio che avevano alta omofobia interiorizzata, ma con scarse abilità di decentramento, avevano anche alti livelli di stress psicologico. Tuttavia le persone che avevano mostrato alta omofobia interiorizzata, ma anche alte capacità di decentramento, presentavano livelli di stress psicologico più bassi.

I risultati di tale studio, mostrano quindi che sarebbe opportuno coltivare le abilità di decentramento nelle persone gay e lesbiche sia per ridurre in maniera “diretta” la loro omofobia interiorizzata e il loro stress psicologico, ma anche per ridurre in maniera “indiretta” l’effetto che l’omofobia interiorizzata ha sulla loro salute mentale. D’altro canto, tali evidenze sono in linea con gli studi che mostrano che, indipendentemente da altre variabili, il decentramento è un costrutto positivamente associato alla salute mentale e che, quindi, sarebbe opportuno coltivare indipendentemente dalla tipologia di disturbo che i pazienti portano in terapia.

I clinici e gli operatori della salute mentale che lavorano con individui appartenenti a minoranze sessuali dovrebbero implementare nelle loro terapie la coltivazione delle abilità di decentramento, in quanto possono aiutare i pazienti ad accettare i loro vissuti emotivi e la loro esperienza interna, prendendo così le distanze dalle cognizioni potenzialmente maladattive.

Marco Salvati

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Decentramento – Bibliografia

  • Aron, L. (2000). Self-reflexivity and the therapeutic action of psychoanalysis. Psychoanalytic Psychology, 17, 667–689.
  • Fergus, K. D., & Reid, D. W. (2001). The couple’s mutual identity and reflexivity: A systemic- constructivist approach to the integration of persons and systems. Journal of Psychotherapy Integration, 11, 385– 410.
  • Fresco, D. M., Moore, M. T., van Dulmen, M. H., Segal, Z. V., Ma, S. H., Teasdale, J. D., & Williams, J. M. (2007). Initial psychometric properties of the experiences questionnaire: Validation of a self-report measure of decentering. Behavior Therapy, 38, 234–246.
  • Hayes, S. C., & Lillis, J. (2012). Acceptance and commitment therapy. Washington, DC: American Psychological Association.
  • Lau, M. A., Bishop, S. R., Segal, Z. V., Buis, T., Anderson, N. D., Carlson, L., . . . Devins, G. (2006). The Toronto Mindfulness Scale: Develop- ment and validation. Journal of Clinical Psychology, 62, 1445–1467.
  • Puckett, J. A., Mereish, E. H., Levitt, H. M., Horne, S. G., & Hayes-Skelton, S. A. (2016). Internalized Heterosexism and Psychological Distress: The Moderating Effects of Decentering. Stigma and Health. Advanced online publication
  • Safran, J. D., & Segal, Z. V. (1990). Interpersonal process in cognitive therapy. New York, NY: Basic Books.
  • Segal, Z. V., Williams, J. M. G., & Teasdale, J. D. (2012). Mindfulness-based cognitive therapy for depression. New York, NY: Guilford Press.

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