Depressione in età giovanile: quale tipologia di stress lo favorisce

Depressione in età giovanile: quale tipologia di stress lo favorisce

Depressione in età giovanile

Photo by Kat Jon Unsplash

Un recente studio pubblicato su Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (JAACAP) ha messo in evidenza un interessante contributo: gli individui più esposti ad un vissuto stressante in età precoce, hanno maggiore probabilità di sviluppare un Disturbo Depressivo Maggiore durante l’infanzia e/o l’adolescenza. Inoltre, gli studiosi in questione sono riusciti a discriminare tra gli effetti delle diverse tipologie di stress responsabili di questo processo.

Partendo dagli assunti scientifici ormai chiari, secondo cui eventi di vita stressanti sperimentati nella prima infanzia aumentano la probabilità che un individuo possa essere affetto da disturbi depressivi in età adulta, la finalità primaria che ha guidato tale studio è stata quella di comprendere in modo più specifico quali fasi di vita fossero implicate.

I risultati dello studio in questione hanno evidenziato che la relazione causa-effetto tra le variabili si manifesta rapidamente: eventi di vita stressanti nella prima infanzia raddoppiano la possibilità che emrgano sintomi depressivi in età giovanile; dunque, come afferma la Dottoressa Joelle LeMoult, ricercatrice presso l’Università British Columbia di Vancouver: «questo ci indica che esiste una finestra molto stretta in cui è possibile intervenire per i professionisti del settore».

I risultati ottenuti si basano su una meta-analisi di dati provenienti da 62 articoli di riviste e 44.000 partecipanti. Sono stati inclusi anche studi che hanno valutato lo stress precoce e la presenza o l’assenza di Disturbo Depressivo Maggiore prima dei 18 anni.

I dati, infine, indicano che i giovani esposti ai fattori stressanti, rispetto a coloro che non ne hanno sperimentati di significativi, avevano una probabilità 2,5 maggiore di incorrere nello sviluppo di un DDM.

Riferimenti

  • Miller V., VanWormer L. A., Veile A. (2020). Assessment of attention in biological mothers using the attention network test-revised. Current Psychology 147, 3758.
  • Beeber, L. S., Schwartz, T. A., Martinez, M. I., Holditch-Davis, D., Bledsoes, S. E., Canuso, R., & Lewis, V. S. (2014). Depressive symptoms and comprised parenting in low-income mothers of infants and toddlers: Distal and proximal risks. Research in Nursing and Health, 37, 276–291.

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Fantacci Chiara
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio dal 15/10/2012 n. 19486. Esperta nel settore dei disturbi in età evolutiva e, in particolare, nell’attività diagnostica finalizzata all’individuazione di aspetti sintomatologici che possano rallentare e/o interferire con il benessere di natura psicologica ed emotiva del bambino. Si occupa, inoltre, del trattamento e di fornire sostegno psicologico a genitori ed insegnanti implicati nel processo di crescita del paziente. Ha conseguito il primo livello di formazione in EMDR e secondo livello in Terapia Metacognitiva Interpersonale dei Disturbi di Personalità.

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
compila il modulo nella pagina contatti.

Back To Top
Cerca