Depressione in tarda età e MBCT

Depressione in tarda età e MBCT

Depressione in tarda età e MBCT

Photo by Elijah O’Donnell on Pexels

È stato stimato nel gennaio 2022 che la popolazione dell’Unione Europea era di 446,7 milioni di abitanti, con una percentuale di popolazione anziana del 21%, dove “anziana” è definita la persona che ha 65 anni o di più. Inoltre nei prossimi anni si stima un forte incremento di questo dato.

La popolazione anziana è molto vulnerabile in quanto presenta una vasta gamma di problematiche organiche, neurodegenerative, cerebrovascolari e una maggiore predisposizione alla depressione che si verifica dopo i 60-65 anni di età, definita come depressione in tarda età, con una prevalenza del 16% e spesso associata a deterioramento cognitivo e ad un aumento del rischio di successiva demenza.

La depressione in tarda età ha un impatto negativo sulla qualità della vita, ed è un importante problema di salute pubblica, in quanto colpisce gravemente le funzioni psicologiche, sociali e biologiche della persona. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione in tarda età è attualmente la principale causa di disabilità in tutto il mondo. I tassi di suicidi combinati con la depressione, in particolare degli anziani maschi bianchi, sono tra i più alti di qualsiasi altra fascia d’età.

La depressione nell’anziano è spesso sotto-diagnosticata e poco trattata a causa delle componenti organiche legate all’invecchiamento ed è caratterizzata da umore deflesso molto volte poco indagato dal medico stesso, sintomi di ansia ed irrequietezza, un senso di disagio somatico e la grande difficoltà a mantenere un interazione sociale. Questa è legata anche al fatto che vi è una difficoltà di riconoscimento delle espressioni facciali dell’altro, che compromette la capacità di interpretare i sentimenti altrui. La compromissione dell’interazione sociale aumenta l’isolamento sociale creando un circolo vizioso e a volte questo aspetto viene trascurato nella terapia antidepressiva.  La depressione in trada età spesso è associata ad una vulnerabilità data da altre malattie fisiche o  delle disabilità legate all’età, a fattori psicosociali dovuti a perdite, lutti e ad un decremento dell’autostima e del calore famigliare con una forte accentuazione del senso di solitudine.

La diagnosi si basa su criteri del DSM e il trattamento efficace è la combinazione di farmacoterapia e psicoterapia. I farmaci utilizzati sono gli antidepressivi, ma a causa della sovrapposizione delle patologie legate all’età spesso questi trattamenti rischiano di interagire con le altre cure farmacologiche e le anomalie metaboliche legate all’invecchiamento, facendo aumentare gli effetti collaterali degli stessi antidepressivi. Per questo motivo la psicoterapia può avere un ruolo fondamentale nell’aiutare questa popolazione così fragile e vulnerabile. Studi recenti hanno mostrato come il programma specifico per la depressione MBCT (Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness) può alleviare efficacemente i sintomi depressivi nel disturbo depressivo maggiore e quindi essere utilizzato anche per la depressione in tarda età.

MBCT e depressione in tarda età

L’efficacia del protocollo MBCT nella depressione è ormai conosciuta. Il protocollo è attualmente raccomandato da diverse linee guida cliniche come trattamento preventivo per le ricadute del disturbo depressivo maggiore. Consiste in sessioni di gruppo di 8 settimane, con attività basate sulla mindfulness, momenti di psico-educazione, discussioni in gruppo e esercizi a casa da praticare per i partecipanti.

Recenti studi hanno evidenziato come il protocollo MBCT può apportare benefici nel trattamento della depressione in tarda età rispetto al solo trattamento farmacologico. Alcuni di questi studi sono stati approvati dal Comitato etico dell’ospedale dell’Università di Pechino ed hanno dimostrato proprio l’efficacia del protocollo MBCT nel trattamento della depressione in tarda età.

Gli studi hanno preso in esame persone con età superiore ai 60 anni e con diagnosi di depressione in tarda età. Si sono confrontati due gruppi, uno con somministrazione di terapia farmacologica abituale ed uno con somministrazione di terapia farmacologica abituale insieme al protocollo MBCT di 8 settimane. La procedura consisteva in 3 diverse fasi: fase di screening, fase di trattamento di 8 settimane e fase di follow-up a 3 mesi.

Nello specifico quello che è emerso, anche attraverso neuroimaging prima e dopo il trattamento, è che il gruppo che aveva seguito il protocollo MBCT insieme al trattamento farmacologico aveva migliorato la connettività in alcune aree cerebrali e di conseguenza migliorato i sintomi clinici della depressione. Questo perché molte aree cerebrali, tra cui la regione prefrontale, lo striato e l’amigdala, vengono coinvolte attivamente nella meditazione consapevole.

Uno di questi studi sulla depressione in tarda età ha evidenziato come il protocollo MBCT migliori in queste persone il riconoscimento delle emozioni facciali, mostrando dopo le 8 settimane di pratica mindfulness un aumento dell’accuratezza del riconoscimento e della velocità dei volti arrabbiati e tristi.

Conclusioni

Concludendo, il protocollo MBCT è un ottimo allenamento di consapevolezza per alleviare i sintomi sia depressivi che l’ansia, ottenendo risultati migliori rispetto al solo trattamento farmacologico, mantenendo un miglioramento nel lungo tempo e un miglioramento generale della salute mentale dato proprio dalla pratica meditativa della mindfulness, favorendo aspetti di consapevolezza, alleviando lo stress e una riduzione dei sentimenti e dei pensieri negativi, ottenendo un miglior benefici rispetto alla sola cura farmacologica.

 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
compila il modulo nella pagina contatti.

Back To Top
Cerca