La depressione maschile: per uomini e donne “non è la stessa cosa”

La depressione maschile: per uomini e donne “non è la stessa cosa”

Depressione maschile

Photo by Gabriel on Unsplash

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da poco pubblicato il primo studio sulla salute e sul benessere maschile nei Paesi Europei dal titolo “Salute e benessere maschile nella regione europea OMS: miglior salute attraverso un approccio di genere”. Sebbene dai dati riportati nella ricerca risulti che gli uomini europei vivono più a lungo e in salute, una parte consistente purtroppo continua a morire per cause prevenibili. Le cause sembrano essere i cattivi stili di vita e la tendenza maschile a non rivolgersi al medico. Spesso anche quando ci sono problemi psichiatrici, come la depressione, gli uomini non chiedono aiuto e le loro condizioni di salute rischiano perciò di aggravarsi e cronicizzarsi.

Nonostante i casi di depressione vengano diagnosticati più frequentemente nella popolazione femminile, le morti per suicidio sembrano caratterizzare maggiormente quella maschile. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che questa discrepanza tra i generi potrebbe essere attribuita alle modalità differenti in cui la depressione viene vissuta e si manifesta negli uomini e nelle donne, tanto da essere sottodiagnosticata tra i primi. Se gli uomini tendono a esprimere i sintomi depressivi in modo qualitativamente diverso dalle donne, i metodi diagnostici dovrebbero tener conto di tale differenza per comprendere cosa significhi “essere depresso” da una prospettiva maschile ed essere in grado di riconoscere i sintomi del disturbo.

Gli studi presenti in letteratura hanno evidenziato il ruolo assunto dal grado di adesione al modello maschile tradizionale nell’influenzare la percezione e l’espressione della depressione negli uomini, i quali tenderebbero a manifestare maggiormente sintomi esternalizzanti (es: aggressività, lavoro compulsivo, sesso promiscuo, etc) e a fare uso di sostanze (alcool e droghe). Quanto più l’uomo si conforma al ruolo di genere tradizionale, tanto più la depressione sarà difficilmente misurabile attraverso i criteri diagnostici standard, che prevedono in gran parte sintomi internalizzanti (es: umore depresso, faticabilità, rallentamento psicomotorio, sensi di colpa, pensieri di essere senza valore, etc), culturalmente considerati “femminili”.

Al fine di conoscere meglio il modo in cui la depressione viene vissuta e si manifesta negli uomini, un gruppo di ricercatori ha chiesto ad un campione di 268 uomini di immaginare le loro reazioni ad ipotetici eventi stressanti di natura traumatica, legati ad una perdita (es: morte di un familiare, diagnosi di cancro al testicolo, richiesta di separazione del partner). I risultati hanno confermato che il 21,7% degli intervistati, tra quelli che hanno immaginato di deprimersi nel caso in cui avessero vissuto una perdita, ha descritto l’”ipotetica sofferenza” attraverso dei sintomi non inclusi nella diagnosi attuale di depressione, andando così a validare l’ipotesi che il disturbo, in una parte consistente degli uomini depressi, attualmente non verrebbe riconosciuto e diagnosticato. Al contrario, circa il 70% dei soggetti che hanno ipotizzato di non deprimersi, ha descritto la sua reazione attraverso una serie di sintomi che invece rientrerebbero nella diagnosi di depressione; di conseguenza, una grande percentuale di uomini depressi probabilmente non cercherebbe aiuto e non riceverebbe un trattamento.

I risultati della ricerca quindi sembrano essere in linea con gli studi precedenti e sottolineano l’importanza di includere nel lavoro clinico una prospettiva di genere, così da considerare l’influenza dei modelli culturali nel modo specifico in cui gli uomini e le donne tendono a percepire ed esprimere la sofferenza e quindi riuscire a fare diagnosi più accurate e proporre trattamenti più efficaci.

Riferimenti:

  • Nadeau M.M., Balsan M.J., Rochlen A.B., (2016), “Men’s Depression: Endorsed Experiences and Expressions” in Psychology of Men & Masculinity, Vol. 17, No. 4, 328–335

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