Dieta Totale Nazionale: ecco le carenze e i contaminanti nella dieta degli italiani
A giugno è stata presentata un’indagine organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della salute: lo Studio di Dieta Totale Nazionale: assunzione di nutrienti ed esposizione a contaminanti della popolazione italiana. Gli studi di Dieta Totale servono a valutare i livelli di nutrienti e di esposizione a contaminanti nell’alimentazione di un’intera popolazione. I dati sono raccolti ed elaborati in modo tale da poter essere rappresentativi della dieta durante tutto l’arco di vita degli individui e i risultati sono molto importanti perché permettono di far luce su carenze e rischi alimentari della popolazione italiana.
Lo studio ha considerato le differenze tra i due generi e cinque fasce d’età (1-2, 3-9, 10-17, 18-64, e over 65 anni); per poter dare una fotografia attendibile dell’intero Stivale, sono stati raccolti dati a Milano, Bologna, Roma e Bari.
Uno studio con tali caratteristiche e approfondimento non è mai stato fatto prima in Italia, per questo non è possibile affermare con certezza se ci sono state importanti variabilità nel tempo. Era dunque molto urgente farne uno che consentisse di avere un riferimento per i prossimi anni.
I risultati hanno mostrato che la qualità della dieta italiana è mediamente buona e il confronto con altri studi simili in Europa ci permette di toglierci la soddisfazione e dire che mangiamo meglio dei nostri “cugini” francesi. Tuttavia vi sono degli aspetti che possono e devono essere migliorati, soprattutto nell’ambito delle carenze.
Il ferro è un elemento nutrizionale molto importante e abbastanza diffuso, soprattutto in legumi e frutta secca. Tuttavia è necessario controllare anche che ne assorbiamo a sufficienza, soprattutto bambini e donne incinte, le categorie più suscettibili di carenze di questo micronutriente. Uno dei trucchi più semplici da utilizzare è mangiare i cibi ricchi di ferro assieme ad altri che contengono vitamina C, ad esempio del succo di limone per condire una bella insalata di radicchio verde.
Un altro minerale a cui fare attenzione è il calcio, generalmente molto disponibile in latte e latticini ma che potrebbe essere poco assorbito dall’organismo. I ricercatori si aspettavano che ci fosse una carenza di calcio negli adolescenti: proprio in questa fase di vita, infatti, ce n’è più bisogno perché avviene il picco di massa ossea che non potrà essere più raggiunto in seguito negli anni. Purtroppo i ragazzi bevono moltissime bibite gassate e l’acido ortofosforico in esse contenuto inibisce l’assorbimento del calcio.
Infine, lo studio ha approfondito il discorso dell’esposizione ai contaminanti. Numericamente gli inquinanti sono tanti tuttavia lo studio ci mostra che l’esposizione a essi è piuttosto contenuta e il quadro complessivo è rassicurante. I contaminanti a cui occorre prestare maggiormente attenzione sono il cadmio, che danneggia i reni, il metilmercurio, contenuto soprattutto in pesci di grandi dimensioni come il tonno e il pesce spada, e le micotossine H-2 e HT-2. Occorre anche stare attenti all’alluminio, la cui esposizione dipende molto dall’uso che si fa dei materiali che lo contengono.
Questo studio ci ricorda che la dieta deve essere variata e che sarebbe meglio non comprare sempre dallo stesso fornitore o la stessa marca. Questo per due motivi principali: in questo modo siamo più sicuri di assumere tutti i macro e micronutrienti di cui il nostro corpo ha bisogno e, inoltre, abbassiamo il rischio di esporci allo stesso tipo e livello di contaminante.
Riferimenti:
- Lo Studio di Dieta Totale Nazionale: assunzione di nutrienti ed esposizione a contaminanti della popolazione italiana;
- https://www.istitutobeck.com/progetto-salute.