Dipendenza da Facebook: il ruolo della “grandiosità narcisistica”

Dipendenza da Facebook: il ruolo della “grandiosità narcisistica”

Dipendenza da Facebook

Photo by Glen Carrie on Unsplash

Sin dall’ormai lontano 2004, Facebook è entrato nella vita di milioni di persone, compresi (almeno la maggior parte di) noi. Quante persone sembrano avere una smania incontrollabile di pubblicare la foto della cena al ristorante più in, il video del concerto della band del momento, la foto del tramonto sul mare in compagnia del partner (e tanto altro ancora)?

Tra i motivi principali per i quali le persone usano Internet ci sono il mostrarsi e l’acquisire un senso di appartenenza al fine di mantenere relazioni con gli altri. Che l’uomo sia un “animale sociale” è stato detto, ridetto, scritto e riscritto. In effetti, l’inclusione sociale rappresenta uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano.

Alcuni studi precedenti hanno dimostrato come un uso eccessivo del social network in questione al fine di colmare la necessità di appartenenza sociale, possa portare alla dipendenza da esso. Non sono state effettuate ricerche, invece, sulle variabili che entrano in gioco nei processi di esclusione sociale e dipendenza da Facebook.

IPOTESI E METODI

188 partecipanti hanno completato un sondaggio online di 26 item. Prima di rispondere alle domande, è stato chiesto loro di pensare ad una interazione reale con un amico di Facebook (partner, collega, amico virtuale, etc.), chiamato “X”. Mentre pensavano alla persona in questione, i partecipanti avevano il compito di indicare la portata della loro esclusione sociale da X (per es. “A volte sento come se X potesse ignorarmi”), la portata del loro uso del social network per la sorveglianza di “X” (per es. “Visualizzo il profilo Facebook di X per monitorare le sue interazioni e fare attenzione ai suoi interessi”) e la portata della loro dipendenza da Facebook (per es. “Da quando sono su Facebook i miei voti / successo sul lavoro sono peggiorati / le mie prestazioni sul lavoro sono peggiori”). L’ultima parte del questionario valutava la propensione alla grandiosità narcisistica (“Mi piace essere al centro dell’attenzione”).

Le ipotesi sondate sono le seguenti:

  • Maggiore è il grado di esclusione sociale su Facebook, maggiore è la dipendenza da esso.

L’esclusione sociale può portare alla dipendenza da Facebook per i seguenti motivi: essa provoca ansia sociale e le persone socialmente ansiose sono inclini ad immergersi in Internet.

In secondo luogo, gli utenti che si sentono socialmente esclusi sono motivati a ripristinare la propria affiliazione sociale.

Terzo, un fattore trainante nell’uso dei social media è la paura di essere esclusi e dimenticati.

  • Maggiore è il grado di esclusione sociale su Facebook, maggiore è il suo utilizzo per la sorveglianza.

La sorveglianza interpersonale si riferisce all’uso delle tecnologie di comunicazione per osservare il comportamento di un’altra persona, sia online che offline.

L’esclusione sociale può promuovere la sorveglianza per i seguenti motivi: promuove una maggiore attenzione alle informazioni sociali; motiva sia la necessità di appartenenza sia l’uso della sorveglianza per far fronte al senso di isolamento; induce la sensazione di non appartenere a un gruppo – che genera effetti negativi, come ansia, solitudine e comportamenti antisociali – e per questo gli utenti che la temono monitorano continuamente il loro status sociale per mantenere un senso di inclusione.

  • Maggiore è l’uso di Facebook per la sorveglianza, maggiore è la dipendenza da esso.

L’uso della sorveglianza può portare alla dipendenza da Facebook per i seguenti motivi: le persone che si sentono sole a causa dell’esclusione sociale mostrano livelli più elevati di monitoraggio sociale e scansionano l’ambiente alla ricerca di segnali sociali; inoltre, la funzione di mutua sorveglianza su Facebook aumenta la dipendenza.

  1. L’uso della sorveglianza media il rapporto tra esclusione sociale e dipendenza da Facebook.
  2. L’effetto diretto dell’esclusione sociale sulla dipendenza da Facebook dipende dalla grandiosità narcisistica, tanto che l’effetto è più forte in coloro che possiedono questo tratto in modo marcato.

Le persone con tratti narcisisti hanno maggiori esigenze di riconoscimento e ammirazione. Inoltre, le persone che mostrano caratteristiche di grandiosità narcisistica sono molto preoccupate dalla gestione delle impressioni che danno di sé su Facebook. Se si verifica l’esclusione sociale su Facebook, le persone con tratti narcisisti di grandiosità cercheranno di trovare modi per migliorare la propria immagine ed inclusione.

RISULTATI

Lo studio ha prodotto diversi risultati importanti. In primo luogo, l’esclusione sociale su Facebook è effettivamente risultata positivamente associata alla dipendenza da esso (ovvero, le persone con un vissuto di esclusione sociale sono maggiormente dipendenti dal social network in questione). In secondo luogo, come ipotizzato, se si verifica l’esclusione sociale su Facebook, maggiore è il grado di grandiosità narcisistica, più forte è la dipendenza dal social network. In terzo luogo, quando l’esclusione sociale è un fattore che promuove la dipendenza da Facebook, l’uso della sorveglianza svolge un ruolo di mediazione tra esclusione sociale e dipendenza per monitorare le informazioni sociali.

 

Riferimenti:

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Mariangela Ferrone - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Psicoterapeuta TMI (terapia metacognitiva interpersonale) livello EXPERT. Per molti anni è stata Coordinatrice del Centro di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, del Servizio di Psicoterapia e Counseling Universitario presso la UOC di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Attualmente è docente per l’insegnamento di “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” nel corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sede Sant’Andrea presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, nonché docente interno e supervisore clinico dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Socio Aderente della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

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