Dipendenza da Internet ai tempi del distanziamento sociale

Dipendenza da Internet ai tempi del distanziamento sociale

Dipendenza da Internet ai tempi del distanziamento sociale

Photo by sweetlouise on Pixabay

Come la pandemia di COVID-19 ha influenzato il consumo di Internet da parte degli adolescenti.

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla nostra quotidianità a causa dell’adozione di misure considerevoli finalizzate a ridurre la diffusione del virus. I luoghi di ritrovo come bar, ristoranti e centri commerciali sono tuttora inaccessibili al pubblico ed anche le scuole rimangono, al momento, chiuse. Inoltre ognuno di noi è obbligato, a causa del distanziamento sociale, a tenersi lontano anche dagli affetti più cari o per tutelarli, come nel caso delle persone più fragili, o per ridurre la probabilità di contagio. Allo stesso tempo, il lockdown ha notevolmente aumentato il consumo di intrattenimento digitale e non solo: lo smart working e la didattica a distanza (DAD) sono diventati parte integrante della nostra vita e, al contempo, abbiamo compreso quanto Internet sia diventato una vera e propria infrastruttura per qualunque nostra attività.

Parallelamente a quanto descritto, gli studi riportano un aumento della dipendenza da gioco virtuale e dell’uso di Internet con un impatto negativo sul benessere psicosociale. In confronto agli adulti, la vulnerabilità alla dipendenza da Internet risulta maggiormente comune durante il periodo adolescenziale in quanto è presente, per questa fascia d’età, una tendenza naturale ad utilizzare Internet e conseguentemente a ciò, a sviluppare un’eventuale problematica di Internet Addiction (IA). Gli adolescenti di oggi, infatti, hanno degli orari più flessibili, un accesso illimitato ad Internet ed una maggiore libertà dalle inferenze genitoriali circa l’uso che fanno di quest’ultimo. Inoltre, come accennato precedentemente, al 90% degli studenti non è permesso recarsi a scuola per seguire le lezioni dal vivo, dunque la tecnologia è diventata necessaria per permettergli di accedere al materiale didattico, di interagire e di condividere insieme il loro percorso di crescita. Pertanto, è importante comprendere quanto la pandemia di COVID-19 abbia fortemente influenzato l’uso della tecnologia e di come, allo stesso tempo, abbia contribuito all’incidenza dell’IA nell’ultimo anno soprattutto tra gli adolescenti (Fernandes et al., 2020).

È necessario specificare che le Dipendenze da Internet sono più frequenti in persone che presentano una fragilità emotiva di base. Si attivano in soggetti che vivono già difficoltà psicologiche come depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi d’ansia. In queste persone l’uso di Internet viene vissuto come un tentativo di compensare le problematiche relazionali reali, o di evadere dalle difficoltà e dalla sofferenza emotiva. Di conseguenza, nella situazione che si è venuta a creare nell’emergenza COVID-19, le suddette problematiche hanno spesso fatto da padrona in un sistema psichico già predisposto a tale accoglienza. L’utilizzo smodato e improprio dei videogiochi come di Internet può provocare non solo enormi divari fra le persone, ma anche portarle a chiudersi in sé stesse, sviluppare insicurezze relazionali o alimentare paura del rifiuto, a sentirsi inadeguate e bisognose di un supporto anche se esterno e fine a sé stesso. A conferma di ciò diversi studi svolti durante la pandemia e basati sulla somministrazione di questionari relativi alla Dipendenza da Internet agli adolescenti (Lin, 2020), hanno mostrato come il nevroticismo, l’impulsività, la depressione, l’alessitimia e l’ansia siano positivamente associati all’IA, e come l’autostima, il benessere soggettivo, il sostegno sociale effettivo e la funzione familiare siano, invece, negativamente correlati all’IA.

Nel complesso, i risultati di diverse ricerche evidenziano che la percentuale degli adolescenti che si affida a strategie di coping disadattivo, come i videogiochi e/o l’uso compulsivo di Internet, per gestire l’angoscia e l’ansia è in continuo aumento e che, il suddetto incremento, ha risentito dell’influenza della pandemia di COVID-19 e del conseguente lockdown (Kato et al., 2020). Allo stesso tempo risulta necessario che questi risultati si concretizzino in delle linee guida per le agenzie educative e le organizzazioni di salute mentale per progettare programmi e politiche che aiutino a prevenire ed affrontare la Dipendenza da Internet durante la pandemia di COVID-19.

 

 

Bibliografia

  • FERNANDES, B., NANDA BISWAS, U., TAN-MANSUKHANI, R., VALLEJO, A., ESSAU, C.A. (2020). The impact of COVID-19 lockdown on internet use and escapism in adolescents. Revista de Psicología Clínica con Niños y Adolescentes, (7), 59-65.
  • LIN, M.P. (2020). Prevalence of Internet Addiction during the COVID-19 Outbreak and Its Risk Factors among Junior High School Students. International Journal of Environmental Research and Public Health, (17), 1-12.
  • KATO, T.A., SARTORIUS, N., SHINFUKU, N. (2020). Forced social isolation due to COVID-19 and consequent mental health problems: lessons from hikikomori. Psychiatry Clin Neurosci, (74), 506–507.

Autore/i dell’articolo

Alessandro Valzania
Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Iscritto all’ordine degli psicologi della regione Lazio n. 18837. Dottore di ricerca in psicobiologia e psicofarmacologia presso il dipartimento di psicologia Università “La Sapienza di Roma”. Il Dott. Valzania è Docente dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Inoltre, è Docente dell’International College of Osteopathic Manual Medicine Ha conseguito il Master “Guarire il Trauma: valutazione, relazione terapeutica e trattamento del trauma semplice e complesso” presso l’Istituto A.T. Beck di Roma; ha conseguito il Master “Dipendenze da internet e gioco d’azzardo. Ritiro sociale e cyberbullismo” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Il Dott. Valzania è inoltre terapeuta EMDR di I° livello. Il Dott. Valzania si occupa di clinica dell’età adulta, prevalentemente di Disturbi della personalità, Trauma semplice e complesso e di dipendenze comportamentali. Si occupa di ricerca preclinica e clinica con pubblicazioni internazionali sulla controllabilità dello stress, depressione, abuso di sostanze e trauma infantile.  

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