Il disgusto? Ecco lo zampino dell’evoluzione
Anche se i microorganismi si conoscevano già nel XVII secolo, abbiamo dovuto attendere il medico tedesco Robert Koch per apprendere della connessione tra batteri e malattie alla fine del 1800. Queste scoperte hanno avuto un enorme impatto positivo sulla salute pubblica ma quello che gli scienziati hanno osservato al microscopio la natura lo sapeva già da tempo. Infatti abbiamo un’innata reazione verso determinate cose che potrebbero trasmettere malattie.
Stiamo parlando del disgusto che, secondo la parasite avoidance theory (teoria dell’evitamento dei parassiti), racchiude tutta quella serie di comportamenti che ci tengono lontano da parassiti e agenti patogeni. Nel corso dell’evoluzione, tutti questi comportamenti sono stati premiati grazie al fatto che chi li metteva in pratica sopravviveva e passava il “messaggio” alla generazione successiva. Oggi queste reazioni sono istintive e sono quelle che ci fanno giudicare schifose una lista di cose. Basti pensare ai fluidi corporei, che sono dentro di noi e ci portiamo dietro ma che, se visti all’esterno dell’organismo, ci fanno ribrezzo, come saliva e muco. Ma anche il cibo ammuffito, l’odore e la vista dei cadaveri, alcuni animali come gli insetti.
Esistono delle modalità di diffusione delle infezioni e, di queste, sei sono le più comuni: contatto con oggetti contaminati, con animali particolari (topi, insetti, a volte uccelli), con membri malati della nostra specie; attraverso un rapporto sessuale o per via aerea; ingerendo cibi contaminati.
Alcuni ricercatori (Curtis e de Barra, 2018) hanno voluto verificare che non fosse solo una coincidenza il fatto che molti degli stimoli che ci provocano disgusto siano proprio mezzi di diffusione di infezione. Hanno così reclutato 2500 persone alle quali è stato mostrato un elenco di 75 possibili situazioni disgustose, come per esempio:
Un tuo amico ti mostra una grande ferita purulente sul suo piede.
Un gatto vecchio e spelacchiato si strofina sulla tua gamba.
Sentire qualcosa di appiccicoso su una maniglia.
Vedere uno scarafaggio passarti d’avanti.
Versi latte grumoso e stantio sui tuoi cereali.
I partecipanti hanno così valutato quanto questi scenari provocassero disgusto in loro. Nella scala delle cose più schifose, il primo posto se lo sono guadagnato le ferite infette accompagnate da pus, immediatamente seguite dalla mancanza di igiene, come gli odori sgradevoli del corpo.
I ricercatori hanno quindi raggruppato le risposte dei partecipanti in sei categorie: cattiva igiene, animali portatori di malattie, sesso promiscuo, apparenza del corpo atipica (deformità o comportamenti quali tossire), lesioni e ferite, cibo avariato. Queste categorie non si sovrappongono esattamente alle modalità di diffusione delle infezioni ma sembrano rappresentare più che altro precisi tipi di comportamento per evitare le malattie.
Riferimenti: