Dissociazione e autolesionismo nei sopravvissuti a eventi traumatici
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Cos’è la dissociazione
La dissociazione è definita come “distruzione e/o discontinuità nella normale integrazione di consapevolezza, memoria, identità, emozione, percezione, rappresentazione corporea, controllo motorio e comportamento”. La dissociazione si presenta attraverso un ampio range di fenomeni come stati di assorbimento, amnesia, depersonalizzazione, derealizzazione, sintomi somatici, ecc.
Cosa si intende per autolesionismo
Per autolesionismo si intende il danneggiamento intenzionale del proprio corpo mediante delle lesioni che si procurano attraverso comportamenti come bruciarsi, tagliarsi, graffiarsi, colpirsi, ecc. Solo in alcuni casi può anche essere accompagnato da tentativi di suicidio. Le persone ricorrono all’autolesionismo per delle ragioni intrapersonali e interpersonali (Klonsky et al., 2015). Nel primo caso, consente di interrompere la dissociazione e far scendere le emozioni dolorose; nel secondo caso, aiuta la persona a chiedere aiuto agli altri per ricevere vicinanza e attenzione.
Dissociazione e autolesionismo nel trauma
Studi sperimentali hanno mostrato la stretta associazione tra autolesionismo e fenomeni dissociativi, presenti nel 48% dei casi (Edmondson et al., 2016). Inoltre, alti livelli di dissociazione sono risultati correlati in maniera positiva a più gravi comportamenti autolesionistici (p.e., Laukkanen et al., 2013).
La presenza di esperienze traumatiche, in particolar modo l’abuso infantile, risulta associata ad autolesionismo e a tentativi di suicidio, e la dissociazione è la variabile “mediatore” in questa relazione (Chaplo et al., 2015).
Sia la dissociazione che l’autolesionismo rappresentano degli iniziali tentativi di adattamento alla situazione traumatica in corso e, nel tempo, diventano strategie di fronteggiamento disfunzionali della sofferenza e del dolore legati al trauma. L’autolesionismo può diventare un modo per controllare gli stati dissociativi, per ripristinare il controllo delle emozioni, delle percezioni e delle sensazioni corporee, ma può anche avviare la dissociazione per far sì che essa faccia cessare le emozioni soverchianti e le memorie traumatiche (Polskaya, 2020).
Considerazioni per la pratica clinica
Nella pratica clinica risulta molto importante considerare la stretta relazione tra dissociazione e autolesionismo per delineare un miglior piano di trattamento, ma anche per una più efficace prevenzione. Soprattutto negli adolescenti, infatti, indagare la frequenza delle esperienze dissociative consentirebbe una migliore valutazione del rischio di condotte pericolose/suicidio e fornirebbe un più accurato monitoraggio della sofferenza, necessari per interventi tempestivi e adeguati.
Riferimenti
- Chaplo S.D., Kerig P.K., Bennett D.C., et al. (2015). The roles of emotion dysregulation and dissociation in the association between sexual abuse and self-injury among juvenile justice—involved youth. Journal of Trauma & Dissociation, 16(3): 272-285.
- Edmondson A.J., Brennan C.A. & House A.O. (2016). Non-suicidal reasons for self-harm: A systematic review of self-reported accounts. Journal of Affective Disorders, 191: 109-117.
- Klonsky E.D., Glenn C.R., Styer D.M., et al. (2015). The functions of nonsuicidal self-injury: converging evidence for a two-factor structure. Child and Adolescent Psychiatry and Mental Health, 9 (44).
- Laukkanen E., Rissanen, M.L., Tolmunen T., et al. (2013). Adolescent self-cutting elsewhere than on the arms reveals more serious psychiatric symptoms. European Child & Adolescent Psychiatry, 22(8): 501-510.
- Polskaya M. (2020). Dissociation, trauma and self-harm. Counseling Psychology and Psychotherapy, 28(1): 25-48.