Disturbi d’ansia in bambini ed adolescenti nella vita quotidiana

Disturbi d’ansia in bambini ed adolescenti nella vita quotidiana

Disturbi d’ansia in bambini ed adolescenti nella vita

Photo by Matilda Wormwood on Pexels

Disturbi d’ansia in bambini ed adolescenti: come intervenire nella vita quotidiana

L’ansia è una risposta emotiva e fisiologica funzionale, così come le paure durante l’infanzia e l’adolescenza fanno parte del normale sviluppo dell’essere umano. I disturbi d’ansia presentano invece risposte persistenti, sproporzionate o distorte che alterano il funzionamento del bambino nella vita quotidiana.

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) definisce sette disturbi d’ansia: disturbo d’ansia da separazione, mutismo selettivo, fobia specifica, disturbo d’ansia sociale (fobia sociale), disturbo di panico, agorafobia e disturbo d’ansia generalizzata.

Un rapporto appena pubblicato in Canada suggerisce nuove linee guida per affrontare il crescente numero di bambini che richiedono interventi di salute mentale, in particolare per disturbi d’ansia. Questi numeri sono in costante aumento negli ultimi due decenni, con la pandemia che ha contribuito a peggiorare le cose. Mentre i ricoveri complessivi possono essere leggermente diminuiti, la percentuale di bambini che vengono ricoverati in ospedale con ansia o depressione continua a salire.

Uno studio del 2020 in Ontario, la provincia più popolosa del Canada, ha scoperto che i tempi di attesa per i servizi finanziati con fondi pubblici arrivavano fino a due anni e mezzo. Due anni e mezzo per un bambino corrisponde ad una vita. Un decennio fa ci aspettavamo che il 4% degli adolescenti presentasse un disturbo d’ansia, quel numero è salito tra l’11% e il 19%. Qualcosa deve essere fatto. Affidarsi solo ai professionisti della salute mentale non basta, ma sono necessari interventi precoci ed integrati.

Un problema come l’ansia non influenza solo una dimensione della vita di un bambino. Si infiltra in ogni aspetto delle attività quotidiane, dal prestare attenzione a scuola al fare amicizia, dal partecipare alle attività sportive alle relazioni con i genitori e altri caregivers. È come un grande segnale di stop sul cammino di un bambino verso uno sviluppo funzionale.

Ecco alcuni suggerimenti che mette in luce lo studio canadese, per una migliore prevenzione e trattamento di tali disturbi:

  1. Fare in modo che i bambini siano più attivi. Mentre sarebbe bello vedere l’educazione fisica diventare parte obbligatoria di ogni giornata scolastica, solo poche scuole vanno in questa direzione.
  2. Aiutare i genitori ad aiutare i loro figli. L’aiuto professionale può essere quello che ogni caregiver desidera, ma in realtà i genitori, gli insegnanti e i pediatri di base sono quelli con la vicinanza maggiore alle nuove generazioni.
  3. Offrire ai bambini una routine. Un bambino la cui giornata è strutturata con pasti regolari, un numero adeguato di ore di sonno e impegni prestabiliti sarà un bambino che mostra maggiore resilienza all’ansia. Le routine creano sia il senso di sicurezza che la prevedibilità di cui i bambini hanno bisogno per sentirsi emotivamente e fisicamente sicuri.
  4. Fissare limiti ragionevoli e adeguati all’età per l’uso dei social media. È impossibile controllare completamente la vita online di un bambino, ma assicurarsi di avere un po’ di tempo offline ogni giorno (e un digiuno digitale completo di tanto in tanto durante le vacanze) può aiutare un bambino ansioso ad affrontare la pressione dei confronti sociali e l’onnipresente FOMO (fear of missing out).
  5. I caregivers devono tenere sotto controllo la propria ansia. Genitori catastrofici che si preoccupano che il voto basso del loro bambino di 8 anni possa cambiare il corso della sua carriera accademica, stanno semplicemente esponendo il loro bambino ad un maggior rischio di fallimento scolastico. I bambini imparano dai loro genitori come gestire lo stress. Quando gli adulti rimangono calmi sotto stress, i bambini hanno maggiori possibilità di fare lo stesso.
  6. Rimuovere gli inneschi che rendono il bambino ansioso (solo temporaneamente) ma tenere d’occhio le opportunità di offrirgli un’esposizione adeguata all’età a situazioni che lo porteranno a sviluppare nuove abilità di coping.

La speranza degli autori è che anche solo uno di questi suggerimenti possa aiutare a ridurre i sintomi o ad intervenire precocemente su di essi.

 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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