Relazione tra disturbo borderline di personalità, sensibilità al rifiuto e alimentazione disregolata
Photo by Ryan Quintal on Unsplash
Il disturbo borderline di personalità (BPD) è caratterizzato da instabilità, l’impulsività e relazioni interpersonali problematiche. Negli ultimi dieci anni c’è stata un’impennata nella ricerca a sostegno della diagnosi di BPD negli adolescenti a causa dei cambiamenti nei criteri diagnostici e delle maggiori conoscenze sul disturbo e perché la letteratura suggerisce che il BPD negli adolescenti e negli adulti è simile in termini di sintomatologia, risultati e successo del trattamento (Kaess, Brunner & Chanen, 2014).
Tra tutti i sintomi del disturbo, la paura del reale o presunto abbandono è stato proposto come una caratteristica fondamentale che contribuisce a molti dei segni osservabili ed è anche detta “sensibilità al rifiuto”. Essa è meglio definita come “una disposizione affettiva e cognitiva che influenza aspettative, percezioni e comportamenti nel contesto del rifiuto sociale” ed è strettamente collegata a comportamenti problematici che si manifestano nelle relazioni interpersonali connotate da ansia e paura molto intensa a partire dall’infanzia, dall’adolescenza e che perdurano per tutta la vita. Esistono dei fattori predisponenti a questo tipo di sensibilità come un ambiente familiare trascurante ed uno stile di attaccamento insicuro (De Paoli, Fuller-Tyszkiewicz & Krug, 2017). Il disturbo borderline di personalità è stato empiricamente e teoricamente collegato al costrutto della sensibilità al rifiuto, rispetto ad altri disturbi psichiatrici. A sua volta essa è correlata ad azioni impulsive, autolesionismo, abuso di sostanze ed altre azioni che cercano di gestire le emozioni di vuoto, paura e dissociazione che ne derivano.
Tra i vari comportamenti rischiosi che i pazienti borderline mettono in atto, vi è la disregolazione alimentare; pare, infatti, che circa il 28%dei pazienti con diagnosi di BPD abbia anche un comportamento alimentare disordinato (Sansone & Sansone, 2013) che è definito come un comportamento alimentare anomalo che non soddisfa i criteri per una diagnosi di disturbo alimentare secondo il DSM 5. Questi comportamenti includono abbuffate, diete particolari, saltare i pasti, evitare cibi specifici, ricorrere a vomito autoindotto e così via e molti studi mostrano che si possono manifestare già dall’adolescenza in modo molto sottile. Studi longitudinali hanno, infatti, dimostrato che i primi sintomi del BDP si manifestano per la prima volta durante l’infanzia sotto forma di disturbi emotivi e comportamentali e, tra di essi, rientrano problemi legati allo stile alimentare, collegati alla percezione del proprio corpo che comincia a formarsi. Nei pazienti con storie di attaccamento insicuro si creano le basi per la sensibilità al rifiuto che si trasmette in una cattiva relazione con il corpo (Tabler & Geist, 2016).
Lo studio longitudinale di Al-Salom (2019) è stato il primo ad approfondire la relazione tra comportamento alimentare disordinato e sintomi di BPD in un campione clinico di ragazze adolescenti. Si è scoperto che, nel 32% dei casi, era presente un comportamento alimentare più disordinato rispetto alle pazienti senza BPD confermando, così, i risultati dello studio di Selby, Ward & Joiner (2010) e dimostrando come tale difficoltà si mantenga nel tempo, anche in età adulta. A sostegno di questa associazione si è riscontrato che gli adulti con un’alta sensibilità al rifiuto hanno una propensione all’elaborazione di facce arrabbiate, aspetto che accomuna pazienti con alimentazione disordinata con pazienti con diagnosi BPD (Kaiser, Jacob, Domes, & Arntz, 2016) suggerendo che reti neurali simili sono alla base della sensibilità al rifiuto nelle persone con BPD e con un’alimentazione disordinata.
La conclusione di questi studi è che più la sensibilità al rifiuto è marcata più la disregolazione emotiva è intensa e più si utilizza l’alimentazione disregolata per gestire le emozioni forti. Considerando che, anche in presenza di un BPD trattato con psicoterapia, la sensibilità al rifiuto resta un tratto stabile e quindi un potenziale fattore di innesco dell’alimentazione disregolata nel tentativo di gestire rifiuti potenziali o reali, c’è bisogno di indagare e trattare questo sintomo fin dall’adolescenza considerando le ripercussioni che possono esserci in termini di salute fisica e sviluppo del corpo fornendo i pazienti giovani e adulti di strumenti più funzionali e adattive per gestire le disregolazioni emotive.
Riferimenti
- Al-Salom, P.& Boylan, K. (2019). Borderline Personality Disorder and Disordered Eating Behaviour: The Mediating Role of Rejection Sensitivity. J Can Acad Child Adolesc Psychiatry, 28:2, August
- De Paoli, , Fuller-Tyszkiewicz, M., & Krug, I. (2017). Insecure attachment and maladaptive schema in disordered eating: The mediating role of rejection sensitivity. Clinical Psychology & Psychotherapy, 24(6), 1273–1284
- Kaess, , Brunner, R., & Chanen, A. (2014). Borderline Personality Disorder in Adolescence. PEDIATRICS, 134(4), 782–793.
- Kaiser, , Jacob, G. A., Domes, G., & Arntz, A. (2016). Attentional Bias for Emotional Stimuli in Borderline Personality Disorder: A Meta-Analysis. Psychopathology, 49(6), 383–396
- Sansone, A., & Sansone, L. A. (2013). Responses of mental health clinicians to patients with borderline personality disorder. Innovations in Clinical Neuroscience, 10(5–6), 39–43.
- Selby, A., Ward, A. C., & Joiner, T. E. (2010). Dysregulated eating behaviors in borderline personality disorder: Are rejection sensitivity and emotion dysregulation linking mechanisms? International Journal of Eating Disorders, 43(7), 667–67
- Tabler, , & Geist, C. (2016). Young Women with Eating Disorders or Disordered Eating Behaviors: Delinquency, Risky Sexual Behaviors, and Number of Children in Early Adulthood. Socius: Sociological Research for a Dynamic World, 2, 237802311664870.