Il disturbo del sonno da lavoro a turni
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La TCC-I per aiutare le persone con disturbo del sonno da lavoro a turni.
Cos’è il disturbo del sonno da lavoro a turni?
Circa un sesto della popolazione svolge un lavoro a turni, con cui si intende ogni attività professionale in cui l’orario di lavoro cambia in accordo a cicli definiti (giornalieri o settimanali).
Molte persone che svolgono un lavoro a turni possono sviluppare il disturbo del sonno da lavoro a turni (Shift Work Sleep Disorder – SWSD) e anche disturbi cardiovascolari, gastrointestinali e altri disturbi del sonno (p.e., Matheson et al., 2014). E’ stato stimato che circa il 33% dei turnisti sviluppa un SWSD (Bastille-Denis et al., 2020).
A livello psicosociale il lavoro a turni è associato a una ridotta flessibilità, un minor controllo sulle condizioni di lavoro, un precario bilanciamento tra lavoro e vita, e limitato tempo per poter recuperare le energie spese sul lavoro. Dal punto di vista comportamentale, si rintracciano delle abitudini non salutari in questi lavoratori come, per esempio, fumare e una dieta ad alto contenuto di colesterolo, che comporta spesso un aumento di peso (Puttonen et al., 2010).
Il più importante fattore che collega il lavoro a turni alla presenza di diversi problemi di salute è l’alterazione del sonno, perché risultano modificati i ritmi circadiani e i livelli di secrezione della melatonina. Conseguenze frequenti sono: la cronica deprivazione del sonno, la presenza di sintomi di insonnia e di eccessiva sonnolenza diurna. Una persona su quattro, tra i lavoratori a turni, e una su tre, tra i lavoratori notturni, soffre di sintomi clinici rilevanti riferibili a disturbi del sonno.
Come si può intervenire?
La TCC-I (Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia) include interventi come la psicoeducazione, il controllo dello stimolo, le tecniche di rilassamento e la ristrutturazione cognitiva. La TCC-I si è mostrata efficace (al pari dei trattamenti farmacologici) nell’aumentare l’efficienza del sonno e il tempo totale di sonno nel breve e, ancor di più, nel lungo termine, e viene considerata un trattamento efficace e raccomandato per l’insonnia cronica.
Nello studio di Peter e collaboratori (2019) sono stati confrontati due gruppi di lavoratori a turni: uno ha seguito 4 settimane di TCC-I online e uno la TCC-I ambulatoriale. L’efficienza del sonno è migliorata del 7.2% nel gruppo online e del 7.7% in quello ambulatoriale. Nel gruppo online i livelli di benessere e i sintomi d’insonnia sono migliorati significativamente dopo l’intervento, mentre nel gruppo ambulatoriale si sono ridotti i sintomi della depressione e dell’insonnia.
I risultati di questo studio dimostrano che la terapia TCC-I, anche nella versione online, è un trattamento efficace per trattare l’insonnia nelle persone che svolgono lavoro a turni.
Riferimenti bibliografici
- Bastille-Denis E., Lemyre A., Pappathomas A., Roy M. & Vallieres A. (2020). Are cognitive variables that maintain insomnia also involved in shift work disorder? Sleep Health, 6: 399-406.
- Matheson A., O’Brien L. & Reid J.A. (2014). The impact of shiftwork on health: A literature review. J Clin Nurs, 23: 3309–3320.
- Peter L., Reindl R., Zauter S., Hillemacher T. & Richter K. (2019). Effectiveness of an Online CBT-I Intervention and a Face-to-Face Treatment for Shift Work Sleep Disorder: A Comparison of Sleep Diary Data. Int J Environ Res Public Health, 16: 3081.
- Puttonen S., Härmä, M. & Hublin C. (2010). Shift work and cardiovascular disease. Pathways from circadian stress to morbidity. Scand J Work Environ Health, 36: 96–108.