L’educazione positiva per formare adulti felici
La psicologia positiva studia il benessere personale da diversi punti di vista, come quello biologico, culturale, relazione, e si focalizza sui fattori che influenzano una vita impegnata e densa di significato. Il fondatore della psicologia positiva, Martin Seligman, ha identificato cinque elementi di base del benessere che formano il modello della felicità PERMA:
le emozioni positive – avere una visione positiva del proprio passato, presente e futuro, focalizzarsi sui momenti felici;
il coinvolgimento – svolgere attività per le quali ci impegniamo e che ci assorbano completamente;
le relazioni – siamo animali sociali e abbiamo bisogno di relazioni significative;
il significato – la ragione per cui siamo in vita;
la realizzazione – data dal raggiungimento di obiettivi realistici.
Dalla psicologia positiva deriva l’educazione positiva da applicare nella scuola, ovvero aiutare gli studenti non al mero raggiungimento di votazioni alte ma a diventare adulti responsabili, empatici, produttivi. Grazie ai metodi dell’educazione positiva, gli alunni potranno beneficiare di migliore salute mentale, maggiore soddisfazione di vita e minore rischio di sviluppare sintomi ansiosi e depressivi.
L’educazione positiva indica come gestire le situazioni di stress, mostrando come trasformare un momento di crisi in un’opportunità di crescita. Inoltre, insegna che in tutte le situazioni si può comunicare con gentilezza e risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza, anche verbale. Occorre mostrare un approccio positivo e costruttivo, piuttosto che punitivo.
È sicuramente necessario sapere come i bambini percepiscono il mondo a seconda delle loro fasce d’età, per non pretendere da loro cose che non sanno ancora fare. Questo insegna agli alunni che esistono diversi punti di vista, che per portare a termine un compito si ha bisogno di dare e/o chiedere informazioni e che l’insegnante è lì presente per fornirne, per spiegare le “regole del gioco” ed essere un esempio di comunicazione e relazione.
Concentrarsi, infine, sugli obiettivi a lungo termine aiuta a tenere in mente il percorso che si è deciso, facendo sempre attenzione a non danneggiare gli altri.
Uno dei benefici “secondati” dell’educazione positiva è quello di migliorare i risultati scolastici degli studenti.
L’applicazione dell’educazione positiva è sicuramente meno immediata e semplice della vecchia impronta “lezione frontale – interrogazione”. Gli esperti sottolineano come è più facile introdurla in scuole frequentate da studenti del ceto sociale medio-alto e alto e occorre anche che la scuola abbia le possibilità, economiche e organizzative, per formare gli insegnanti e il personale e uniformare l’offerta educativa.
Riferimenti: