Efficacia dei trattamenti psicologici: anziani vs adulti in età lavorativa
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Efficacia dei trattamenti psicologici: anziani vs adulti in età lavorativa
Secondo una stima, nel 2030 vi sarà un aumento di circa il 60% degli over 65, tale probabilità rende auspicabile analizzare l’efficacia dei percorsi psicoterapici rivolti a persone che rientrino in questa fascia di età.
Gli anziani oltre il sessantacinquesimo anno di vita che soffrono di ansia o depressione, sono circa un quarto (Evans & Mottram, 2000; Gowling et al., 2016) ed inoltre, tali patologie in questo caso provocano un aumento del rischio di andare incontro ad una compromissione del funzionamento cognitivo (Byers & Yaffe, 2011; Kazmi et al., 2021) e mortalità precoce (Saz & Dewey, 2001).
Anziani e psicoterapia
La psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) risulta essere il trattamento d’elezione per molti disturbi mentali (NICE, 2011) ma nonostante ciò ancora oggi gli antidepressivi vengono impiegati più delle terapie psicologiche per curare ansia e depressione (Maust et al., 2017; Tamblyn et al., 2019), soprattutto se i pazienti sono soggetti anziani (Sanglier et al., 2011). È altamente probabile che tale strategia di intervento sia legata da un lato alla credenza diffusa tra molti medici che i percorsi di cura psicologici in questo gruppo di soggetti siano meno efficaci (Mental Health Taskforce, 2016) e dall’altro, alla minor propensione che gli anziani stessi hanno a rivolgersi ad uno psicoterapeuta (Laidlaw et al., 2008).
Alcune ricerche dimostrano come anziani ed adulti in età lavorativa beneficino allo stesso modo degli interventi psicologici per quanto riguarda la cura della depressione (Cuijpers et al., 2018).
È da tenere in considerazione il fatto che negli anziani sono presenti problematiche di tipo organico, come ad esempio il diabete, l’ipertensione, i problemi cardiaci e le malattie polmonari, tutte condizioni che causano alterazioni funzionali impattanti sulla terapia (Callahan, 2001; Laidlaw et al., 2008). Proprio per via di condizioni mediche svantaggiose, tipicamente connesse alla senescenza, spesso gli anziani che si rivolgono ai servizi di salute mentale abbandonano la terapia.
Esiti dei trattamenti psicologici nell’anziano e nell’adulto in età lavorativa
Ricerche effettuate nei servizi di trattamento psicologico in Inghilterra, dimostrano come gli over 65 presentino tassi di recupero significativamente più alti (64,4%) in seguito alla psicoterapia, rispetto agli adulti in età lavorativa (50,2%) (Callahan, 2001).
Saunders e colleghi (2021) hanno analizzato le differenze negli esiti post trattamento tra i pazienti over 65 anni e gli adulti in età lavorativa con disturbi d’ansia e depressione, entrambi trattati con terapie psicologiche evidence based (es. auto-aiuto guidato, terapia cognitivo-comportamentale; Clark, 2018). Gli studiosi hanno inoltre approfondito l’impatto della comorbilità con una condizione di malattia organica a lungo termine, sull’esito della psicoterapia.
Rispetto al campione totale (N= 100 179), gli anziani che tra il 2008 e il 2019 si sono rivolti ai servizi di salute mentale in Inghilterra, erano solo il 3,8% (Office of National Statistics, 2021). Le condizioni di sofferenza mentale riportate dagli anziani erano meno gravi rispetto a quelle che avevano colpito gli adulti in età lavorativa. Inoltre, gli over 65, rispetto agli adulti più giovani, presentavano una probabilità di 1,33 volte maggiore di ottenere un buon recupero post trattamento.
Nonostante lo studio suggerisca che la presenza negli anziani di una malattia organica insorta in età tardiva in concomitanza ad una condizione psicologica compromessa da ansia o depressione costituisca un’associazione che complica il quadro globale (Callahan, 2001), sorprendentemente, sono state riscontrate differenze minime negli esiti post trattamento tra gli anziani con e senza una patologia fisica. Il miglioramento era apprezzabile tra gli over 65 con problematiche di salute in comorbilità con un disturbo d’ansia, ciò dimostra come una patologia organica concomitante non dovrebbe essere considerata un ostacolo che rende gli anziani non ricettivi al trattamento psicologico; al contrario, tale condizione sarebbe più delicata per gli adulti in età lavorativa. È probabile, infatti, che gli anziani siano “più preparati” a tollerare ed accettare le condizioni fisiche avverse insorte per via dell’età, rispetto agli adulti più giovani. I risultati dello studio di Saunders et al., mettono in discussione dunque il pregiudizio che gli anziani siano inflessibili e incapaci di andare incontro ad un cambiamento benefico.
Conclusioni
Alla luce dei risultati emersi dalla ricerca di Saunders et al., sarebbe interessante sensibilizzare medici e anziani affinché la psicoterapia non venga considerata potenzialmente efficace solo per un target di pazienti al di sotto dei 65 anni. Un ulteriore obiettivo potrebbe essere quello di approfondire quali trattamenti si adattino al meglio alle condizioni fisiche tipiche della tarda età, per così ottimizzare la possibilità di una prognosi più favorevole.