Le email sgarbate peggiorano le performance lavorative
Una ricerca di quest’anno (Park & Haun, 2018) si concentra sulle email lavorative e si occupa di inciviltà sul posto di lavoro, ovvero quei comportamenti o commenti sgarbati o insensibili che comunicano mancanza di rispetto. La letteratura ha confermato da tempo che una tale condotta tra colleghi ha delle influenze tutt’altro che positive sull’atteggiamento dei lavoratori rispetto al proprio lavoro e benessere.
Qualche mese fa abbiamo parlato di come leggere email di lavoro fuori dagli orari d’ufficio avrebbe delle conseguenze negative: peggiora la qualità della vita individuale e familiare e inficia le performance professionali non solo della persona che legge le email ma anche di quelle del partner.
Anche la ricerca di cui parliamo oggi ha a che fare con le email, in particolare quelle lavorative che contengono toni bruschi e scortesi, messaggi di consegne inviati con insufficiente anticipo o anche mancate risposte.
L’attenzione verso le email è particolarmente importante in quanto questo è spesso il metodo di comunicazione privilegiato per molte categorie professionali. Situazioni lavorative stressanti possono portare al distacco dal posto di lavoro e dai compiti da portare a termine, per esempio mettendoci meno impegno, oppure assentandosi o uscendo prima. Questi comportamenti e atteggiamenti sono tentativi di coping per evitare l’esaurimento delle proprie energie usate per fronteggiare le situazioni stressanti.
Inoltre gli studi mostrano che lo stress percepito a causa di email incivili continua a influenzare i lavoratori ben oltre l’orario di lavoro. In altre parole, ci si porta lo stress del lavoro a casa: si tratta quindi di un fenomeno di “spillover” (straripamento) oltre la soglia dell’ufficio di quel che avviene sul posto di lavoro e anche di crossover (miscuglio) nell’ambiente familiare.
Lo studio ha coinvolto 167 coppie in cui entrambi i partner avevano un’occupazione lavorativa. Queste coppie hanno completato un questionario di assessment iniziale e poi sono state contattate in tre momenti successivi: circa 3 settimane dopo, di giovedì pomeriggio, per valutare l’eventuale ricezione di email sgarbate, lo stress lavorativo in generale e il ritiro dal lavoro in quella settimana; il lunedì successivo, per misurare lo stress trasmesso dai partner durante il weekend; alla fine della settimana successiva per apprendere l’eventuale ritiro lavorativo durante quest’ultima settimana.
I risultati mostrano che la ricezione di frequenti email sgarbate durante una settimana è correlata con ritiro lavorativo la settimana successiva. Inoltre, come atteso, il weekend diventa il periodo in cui il lavoratore trasmette lo stress al partner con il risultato che anche quest’ultimo mostra ritiro lavorativo sempre nella settimana successiva.
Considerando che le email sono un mezzo di comunicazione lavorativa pervasivo e, a volte, anche invasivo, sarebbe vantaggioso per le aziende pensare che quello che in inglese viene chiamato “email incivility” è una fonte di stress che ha ripercussioni sul benessere del lavoratore e, di conseguenza, anche sul rendimento lavorativo e non può essere, quindi, bollato come un futile dettaglio. Un suggerimento degli autori della ricerca è quello di creare una sorta di “galateo delle email” da comunicare esplicitamente sia ai lavoratori che ai mittenti.
Un’altra idea esposta dai ricercatori è realizzare una routine di fine settimana che possa includere, ad esempio, specifici obiettivi per le situazioni lavorative rimaste irrisolte e da gestire la settimana successiva: l’obiettivo sarebbe quello di offrire un passaggio più morbido dalla settimana lavorativa al weekend.
Riferimenti: