Le esperienze traumatiche dall’infanzia all’età adulta: fattori di rischio per la salute
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Le esperienze traumatiche in infanzia, quali un incidente, un terremoto, un lutto significativo, una malattia grave o un’ospedalizzazione, un abuso fisico o sessuale o psicologico, possono condurre, in età adulta, ad una serie di conseguenze sulla salute fisica, mentale e sulla qualità di vita, che dipendono dal tipo di evento, dalla sua gravità e dalla possibilità di dare senso all’evento insieme a persone significative. Per esempio, l’esposizione cronica ad un ambiente stressante o traumatico può portare ad alterazioni del sistema nervoso, endocrino e immunitario che agiscono come fattori predisponenti problemi di salute in età adulta (Barboza Solís et al., 2015).
Le osservazioni cliniche suggeriscono anche che le persone esposte a trauma in età infantile hanno un rischio più elevato di sviluppare modelli di comportamenti dannosi per la salute, come per esempio l’abuso di sostanze o di alcol e comportamenti sessuali a rischio, fumo e abbuffate alimentari (Hughes et al., 2017). Inoltre, gli effetti delle esperienze negative nell’infanzia e le strategie di coping disfunzionali che ne conseguono danneggiano il successivo funzionamento cognitivo, sociale ed emotivo portando a una serie di conseguenze per la salute fisica e mentale ma anche interpersonali come la violenza domestica.(Hughes et al., 2017).
La violenza domestica include varie forme e intensità di abuso verbale e fisico, minacce e aggressioni sessuali. A livello mondiale, la prevalenza stimata varia tra l’11% e il 71% e le donne sono significativamente più a rischio rispetto agli uomini. Coloro che sono esposti a esperienze di violenza domestica vanno incontro a un rischio aumentato di malattie cardiovascolari, ansia, disturbo post-traumatico da stress, abuso di sostanze, suicidio, comportamenti sessuali a rischio e comportamenti antisociali. Diverse ricerche suggeriscono che l’esposizione ad un evento traumatico in età infantile può essere un fattore di rischio per la ri-vittimizzazione in età adulta e quindi coloro che hanno subito un trauma in infanzia potrebbero essere coinvolti più facilmente in episodi di violenza domestica e abuso nella relazione intima di coppia.
In un recente studio (Riedl et al., 2019) è stato valutato l’effetto cumulativo e l’impatto sulla salute in soggetti esposti a traumi infantili e a violenza domestica in età adulta.
Lo studio ha dimostrato che le persone che hanno subito un’esperienza traumatica in infanzia, hanno un rischio 9 volte maggiore di vivere in un ambiente domestico violento in età adulta
Inoltre, i risultati confermano dati allarmanti sulla salute, infatti, le persone esposte poli-vittimizzate hanno una probabilità 3,7 volte superiore di soffrire di dolore cronico e una probabilità maggiore del 50% di sviluppare malattie gastrointestinali, malattie respiratorie, malattie metaboliche o disturbi muscoloscheletrici rispetto alle persone senza esperienza di trauma infantile (Riedl et al., 2019).
Diventa di fondamentale importanza quindi, l’intervento psicosociale, che dovrebbe includere un lavoro su diversi fronti e che deve focalizzarsi anche su la cura di sé, lo sviluppo di strategie di coping funzionali, la riduzione dei comportamenti a rischio e, nel caso dei genitori, un lavoro sul miglioramento delle strategie di parenting che favoriscono un legame sano con i propri figli. È stato dimostrato infatti che l’intervento psicoterapeutico può invertire le modulazioni epigenetiche causate dallo stress cronico e dalle esperienze traumatiche.
Sarebbe necessario anche un intervento di prevenzione a più livelli (personale e familiare, istituzionale), per esempio gli operatori sanitari svolgono un ruolo importante nell’identificazione delle persone esposte a traumi o violenza domestica al fine di offrire loro l’aiuto di un professionista della salute mentale. Concludendo, è importante sensibilizzare chi è in prima linea nella identificazione, riconoscimento e intervento delle persone esposte a traumi e violenza, al fine di prevenire il ciclo continuo di sofferenza cronica e di malattia psicologica e fisica che ne consegue (Riedl et al., 2019).
Riferimenti
- Barboza Solís, C., Kelly-Irving, M., Fantin, R., Darnaudéry, M., Torrisani, J., Lang, T., & Delpierre, C. (2015). Adverse childhood experiences and physiological wear-and-tear in midlife: Findings from the 1958 British birth cohort. Proceedings of the National Academy of Sciences, 112(7), E738–E746. https://doi.org/10.1073/pnas.1417325112
- Hughes, K., Bellis, M. A., Hardcastle, K. A., Sethi, D., Butchart, A., Mikton, C., … Dunne, M. P. (2017). The effect of multiple adverse childhood experiences on health: a systematic review and meta-analysis. The Lancet Public Health, 2(8), e356–e366. https://doi.org/10.1016/S2468-2667(17)30118-4
- Riedl, D., Beck, T., Exenberger, S., Daniels, J., Dejaco, D., Unterberger, I., & Lampe, A. (2019). Violence from childhood to adulthood: The influence of child victimization and domestic violence on physical health in later life. Journal of Psychosomatic Research, 116, 68–74. https://doi.org/10.1016/J.JPSYCHORES.2018.11.019