Foto profilo perfetta? Ecco i consigli della psicologia
Una famosa app per appuntamenti ha fatto un esperimento mettendo a disposizione i propri profili, in maniera casuale, o solo con foto oppure con foto e breve testo di presentazione dell’utente. La domanda dietro a questo esperimento era: quale impatto hanno quelle poche righe di testo che ogni utente può scrivere per dare un’idea di sé a chi visita la sua pagina? Ebbene, la risposta è 10%: il testo rappresenta meno del 10% di quello che il visitatore pensava dell’utente in foto.
Questa prova, seppure non condotta secondo le regole sperimentali di ricerca, ha comunque dalla sua il vantaggio di focalizzare l’attenzione su quanto importante sia il messaggio visivo e di quante informazioni possa veicolare in modo che, in 40 millisecondi, noi possiamo farci un’idea della persona che vediamo in foto. Questo significa che il nostro cervello possiede una serie di schemi, basati su esperienze pregresse e cultura, che sono evolutivamente vantaggiosi per capire se la persona che abbiamo di fronte è amichevole, una minaccia, un potenziale partner, ecc.
Numerose ricerche scientifiche si sono confrontate con gli elementi di una foto che attraggono chi guarda e le risposte sono molto interessanti. Prima di tutto, occorre guardare alla questione con gli occhi di un fotografo, appunto. Una delle regole in fotografia è quella dei Terzi: per riprodurre in foto la modalità in cui gli occhi (o meglio, il cervello) preferiscono analizzare quello che vedono, occorre dividere la scena con una griglia di tre colonne e tre righe; gli elementi su cui vogliamo che si focalizzi l’attenzione devono finire nei punti di intersezione della griglia, quindi evitando di posizionarli al centro.
Mezzibusti o foto fino alla cintola ci piacciono più di primi piani o figura intera: queste inquadrature ci danno infatti sufficienti informazioni senza perdere dettagli per la distanza.
Inoltre, siamo naturalmente portati a gradire un volto sorridente, con i denti in vista: mostrare “le zanne” con fare amichevole significa rassicurare l’altro che non verranno usate in un attacco, come a dire “ecco le mie armi, te le mostro così puoi stare sicuro”. Tuttavia, un viso che ride aumenta la gradevolezza percepita ma la persona non viene percepita come competente o influente.
Sembra inoltre importante non essere perfettamente paralleli ma ruotare leggermente il viso e se vi state chiedendo se guardare direttamente nell’obiettivo, questo fa guadagnare punti di gradimento alle donne mentre nel caso degli uomini l’effetto migliore si ha guardando altrove. Questo espediente può essere usato anche per indirizzare l’attenzione verso un’area dello schermo che riteniamo importante, come il pulsante “Mi piace”: infatti è nella natura dell’essere umano la tendenza a seguire lo sguardo altrui, così da renderci conto di particolari intorno a noi che altri ritengono prominenti.
Sembra dunque che abbiamo molti modi di attrarre l’attenzione in questo mare magnum che è il web e i social media. Tutti accorgimenti che potremmo utilizzare condendoli con la nostra creatività e le sfumature della nostra personalità.
Riferimenti: