Generazione Z meno attiva sessualmente e più stressata

Generazione Z meno attiva sessualmente e più stressata

Generazione Z meno attiva sessualmente e più stressata

Photo by Ron Lach on Pexels

Uno studio recente condotto a Bloomington, Indiana (USA) dal dottor Lehmiller, ha evidenziato un calo dell’attività sessuale associato a problematiche psicologiche, tra i nati a cavallo tra il 1997 e il 2012,  ovvero gli appartenenti alla cosiddetta Generazione Z.

Sesso e benessere mentale

Secondo il dottor Lehmiller una sana vita sessuale è un importante fattore protettivo per la salute psicologica, aspetto confermato dai risultati di vari studi. Da una ricerca longitudinale pubblicata nel 2018, è emerso come coloro che indicavano di aver praticato sesso il giorno precedente, registravano il giorno successivo un miglioramento del tono dell’umore. Inoltre, l’effetto benefico era riscontrabile anche relativamente all’efficienza manifestata nel contesto lavorativo.

In seguito ai vari lockdown imposti dalla pandemia di Covid-19 sono state svolte delle ricerche che hanno dimostrato come coloro che in quel periodo sono rimasti sessualmente poco attivi, hanno riportato maggiori sintomi di ansia e depressione. Sembrerebbe inoltre che un notevole calo dell’attività sessuale si sia riscontrato nei giovani adulti che fanno parte della cosiddetta “Generazione Z”.

Il dottor Lehmiller ha rilevato come in un sondaggio che coinvolgeva  2000 adulti americani tra i 18 e i 44 anni (condotto nel 2021 dal Kinsey Institute e Lovehoney), i più adulti della Generazione Z praticassero sesso con una frequenza inferiore rispetto a chi aveva tra i 30 e 40 anni. Tale studio ha posto in evidenza, inoltre, come questi soggetti appartenenti alla Generazione Z riportassero livelli di stress e ansia più elevati. Non è da tralasciare come in questo caso abbiano giocato a sfavore altri elementi negativi, come la presenza di preoccupazioni finanziarie, problematica diffusa tra questi giovani adulti.

Si può parlare inoltre di “associazione bidirezionale”, poiché se è vero che il malessere emotivo incide negativamente sulla dimensione della sessualità, è altrettanto vero  che praticare meno sesso può aumentare i livelli di malessere psicologico nelle persone.

Conclusioni

Secondo il Dr. Lehmiller la scomparsa dell’attività sessuale peggiorerebbe la capacità di gestione dello stress, tale problematica sembrerebbe riguardare soprattutto gli appartenenti alla Generazione Z.

La sessualità è una dimensione fondamentale nella vita di un essere umano poiché consente non solo di migliorare il tono dell’umore ma anche di sentirsi profondamente connessi all’altro, per questo motivo nei casi in cui non sia possibile praticare attività sessuale, è importante trovare altri modi per appagare il naturale bisogno di sentirsi profondamente in contatto con gli altri.

 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Laura Pascucci - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, psicoterapeuta, ha maturato esperienza clinica all’interno dei servizi afferenti alla struttura operativa Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM/E acquisendo competenza nel trattamento dei disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità, disturbo bipolare, schizofrenia, disturbo post-traumatico da stress. Collabora come libero professionista all’interno dell’istituto Beck e svolge attività di volontariato per l’associazione Onlus “Il Vaso di Pandora” dedicata alle vittime di eventi traumatici.

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