Il bullismo sul lavoro: un fattore di rischio per l’insonnia
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Lavoro e sonno
La maggior parte delle persone adulte trascorre quasi tutte le proprie giornate lavorando e dormendo (Mullins et al., 2014). Quando il sonno è scarso o di poca qualità, i lavoratori spesso attribuiscono ciò alla presenza di stressors lavoro-correlati (Linton et al., 2015); allo stesso tempo, potrebbe essere proprio il sonno non adeguato e non ristoratore a determinare un deteriorato funzionamento diurno e a causare il peggioramento della prestazione lavorativa (Swanson et al., 2011).
Bullismo sul posto di lavoro
Dati recenti sottolineano che l’esposizione al fenomeno di bullismo sul lavoro (mobbing) rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di successivi disturbi del sonno (Nielsen et al., 2020). Il bullismo sul lavoro si riferisce a una sistematica forma di molestia in cui un dipendente, continuativamente e per lungo periodo, viene esposto ad azioni negative da parte di superiori o collaboratori non potendosi difendere, stante il reale o percepito dislivello tra le parti (Einarsen, 2000). Si tratta spesso di un’escalation che include atti di molestia diretti (p.e., ridicolizzazione pubblica) e indiretti (p.e., essere esclusi socialmente) che producono un peggioramento dei risultati lavorativi dell’individuo (Hamre et al., 2020).
Rispetto ad altre fonti di stress sul posto di lavoro (p.e., disaccordo, mancanza di controllo, ambiguità di ruolo), questa forma di molestia rappresenta un attacco diretto al sé, all’identità, all’integrità personale e, per questo motivo, è associata a elevata sofferenza (Schutte et al., 2014), assenteismo per malattia (Niedhammer et al., 2013) e anche al manifestarsi di problemi del sonno (Vedaa et al., 2016).
Le conseguenze sul sonno
I problemi del sonno riportati dai lavoratori vittime di bullismo, rispetto a chi non ne è vittima, sono risultati molto più frequenti (Nielsen et al., 2020).
Lo studio di Nielsen e collaboratori (2021) è stato condotto allo scopo di esaminare la relazione temporale tra bullismo sul lavoro e lo sviluppo dei sintomi d’insonnia. I risultati hanno mostrato che l’esposizione al bullismo sul posto di lavoro aumentava i livelli d’insonnia nel corso del tempo, confermando che questo fenomeno incrementa la possibilità di sviluppare l’insonnia nel lungo termine.
Conclusioni
Rispetto allo specifico ambito lavorativo, le misure necessarie per aiutare la vittima sono:
- stimolare un maggiore supporto organizzativo;
- aumentare l’impegno etico da parte dei datori di lavoro e dei dipendenti;
- avviare specifiche azioni legali.
Risulta necessario, inoltre, intervenire tempestivamente attraverso un supporto psicologico, non solo al fine di gestire la sofferenza sperimentata, ma anche per prevenire e ridurre i problemi del sonno associati. Come emerge dai dati presenti in letteratura, l’intervento dovrebbe prevedere anche l’utilizzo di tecniche del protocollo TCC-I (Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia), di ormai rinomata efficacia per il miglioramento di quantità e qualità del sonno.
Riferimenti bibliografici
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