Il metodo “Kangaroo Care”: L’importanza del contatto ai tempi del Coronavirus
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Mentre il mondo dà priorità al distanziamento sociale per fermare o rallentare la diffusione del coronavirus (COVID-19), un nuovo studio condotto dai ricercatori della Florida Atlantic University dimostra che la “Kangaroo Cure” (Cura del Canguro), può apportare notevoli benefici a neonati a termine e alle loro madri durante il periodo post-partum. Questo metodo di cura consiste nel tenere il bambino nudo o parzialmente vestito contro la pelle nuda del genitore, in genere la madre. Molte ricerche dimostrano che il contatto madre-bambino determina una regolazione neuro-evolutiva ottimale nella prima infanzia e promuove positivamente lo sviluppo neurofisiologico (Feldman & Eidelman, 2003; Kaffashi, Scher, Ludington-Hoe e Loparo,2013; Scher et al., 2009).
Lo studio longitudinale (Hardin et al., 2019) si è posto l’obiettivo di esaminare se il metodo di Kangaroo Care influenzi i marcatori di neuro-maturazione in neonati sani, concentrandosi sulla potenziale associazione tra Kangaroo Care e lo sviluppo del cervello infantile.
I ricercatori hanno analizzato i modelli elettroencefalografici nei neonati, il livello di ossitocina basale – l’ormone delle “coccole” – e la reattività del cortisolo – l’ormone dello “stress” – nei neonati e nelle loro madri. L’ossitocina è considerata un ormone associato alla cura e al comportamento affettivo, mentre la reattività del cortisolo è implicata nel sistema di risposta allo stress. I ricercatori hanno confrontato sei settimane di “Kangaroo Care”, comparate ad una cura standard (sperimentata dal gruppo di controllo) durante i primi tre mesi di vita del bambino.
Per lo studio, alle madri assegnate al gruppo di “Kangaroo Care” è stato chiesto di usare il metodo un’ora al giorno per sei settimane. Alle madri del gruppo di controllo sono stati invece forniti cuscini e riviste ed è stato loro chiesto di registrare le poppate per sei settimane.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Infant Behaviour and Development, forniscono la prova che la fisiologia delle madri e dei loro bambini a termine viene influenzata dall’utilizzo del metodo Kangaroo Care durante il periodo post-partum.
I risultati hanno mostrato che l’area frontale sinistra del cervello del bambino (implicata nelle abilità di regolazione cognitiva ed emotiva di ordine superiore) sembra essere stimolata dall’utilizzo di questo metodo. Inoltre, le diadi madre / neonato hanno registrato un aumento dell’ossitocina insieme a una diminuzione della reattività allo stress, suggerendo che le capacità regolatorie del bambino vengono supportate da esperienze positive di cura durante l’infanzia.
Conclusioni
I risultati dello studio indicano che l’allenamento al metodo Kangaroo Care e il livello di utilizzo da parte degli operatori sanitari durante l’infanzia possono influenzare favorevolmente sia le traiettorie dello sviluppo neurologico che il funzionamento neurobiologico infantile.
I risultati dimostrano inoltre un legame tra le dimensioni di comportamento di cura materna, vicinanza fisica e contatto, e il neurosviluppo dell’emisfero sinistro, con maggiori capacità regolatorie e di attaccamento sicuro verso la figura di accudimento, da parte del bambino.
Riferimenti
- Kaffashi, M.S. Scher, S.M. Ludington-Hoe, K.A. Loparo (2013). An analysis of kangaroo care using neonatal EEG complexity: A preliminary study Clinical Neurophysiology, 124 (2013), pp. 238-246
- Jillian S. Hardin, Nancy Aaron Jones, Krystal D. Mize, Melannie Platt (2019). Parent-Training with Kangaroo Care Impacts Infant Neurophysiological Development & Mother-Infant Neuroendocrine Activity. Infant Behavior and Development, 2020; 58: 101416 DOI: 10.1016/j.infbeh.2019.101416
- Feldman, A.I. Eidelman (2003). Direct and indirect effects of breast milk on the neurobehavioral and cognitive development of premature infants. Developmental Psychobiology, 43 (2003), pp. 109-119
- S.Scher, S.M. Ludington-Hoe, F. Kaffashi, M.W. Johnson, D.HolditchDavis, K.A. Loparo (2009). Neurophysiologic assessment of brain maturation after an eight week trial of skin-to-skin contact on preterm infants. Journal of Clinical Neurophysiology, 120, pp. 1812-1818