Il protocollo ACT per trattare il disturbo da ansia di malattia

Il protocollo ACT per trattare il disturbo da ansia di malattia

Il protocollo ACT per trattare il disturbo da ansia di malattia

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Cos’è il disturbo da ansia di malattia?

Il disturbo da ansia di malattia è caratterizzato dalla presenza di una sproporzionata ed eccessiva preoccupazione di avere o contrarre una malattia, nonostante i sintomi somatici siano assenti o di bassa intensità. Questo disturbo colpisce dall’1% al 5% della popolazione adulta e, se non trattato, tende a presentarsi lungo tutto l’arco della vita (Risor et al., 2022).

Le persone affette da ansia di malattia, nel tentativo di ridurre l’ansia relativa al proprio stato di salute, mettono in atto comportamenti come ripetuti controlli del proprio corpo, esami medici continui, lunghe ricerche su internet, ecc., allo scopo di cercare dei segni di malattia (p.e., Weck et al., 2014). In alcuni casi, al contrario, si assiste all’evitamento di tutto ciò che potrebbe confermare la presenza di una malattia (p.e., evitamento delle visite mediche).

Si tratta di un disturbo che impatta fortemente sulla qualità della vita dell’individuo, infatti causa assenteismo sul lavoro, problemi economici (dovuti al pagamento degli esami medici), una progressiva riduzione delle attività piacevoli e significative (Mykletun et al., 2009; Fink et al., 2010).

Come si può trattare?

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) è un intervento molto efficace per trattare questo disturbo (Axelsson & Hedman-Lagerlof, 2019) e, all’interno della TCC, risulta molto promettente l’approccio Acceptance and Commitment Therapy (ACT), come confermato dai primi dati presenti in letteratura (Eilenberg et al., 2017; Hoffmann et al., 2020).

L’ACT non prevede interventi di ristrutturazione cognitiva che vadano a mettere in discussione e modificare i pensieri disfunzionali legati al proprio stato di salute, infatti lo scopo è quello di cambiare la relazione con questi pensieri attraverso un lavoro orientato all’accettazione e al distanziamento da essi, dal momento che i pensieri e gli stati interni non possono essere controllati (Hayes, 2016). L’ACT si focalizza sul cambiamento dei pattern comportamentali maladattivi, come il controllo e l’evitamento, che si innescano quando si attivano pensieri, emozioni e sensazioni fisiche dolorosi legati al proprio stato di salute. Le persone vengono aiutate a coltivare e praticare il “non giudizio”, osservando gli stati interni come fenomeni transitori e imparando a non reagire automaticamente quando insorgono. Ciò aiuta a interrompere il circolo vizioso che tipicamente si alimenta proprio a causa del processo di ricerca di rassicurazione; i comportamenti protettivi, infatti, con il tempo si rivelano inutili e causano un aumento dei timori legati al proprio stato di salute. La persona viene aiutata a ridurre la reattività comportamentale rispetto ai pensieri e ai sintomi che generano ansia, permettendole di riprendere in mano la propria vita in base ai propri valori, a ciò che è davvero importante e prioritario, orientando la propria azione impegnata su ciò che è significativo anche in presenza degli stati interni spiacevoli e ostacolanti.

 

Riferimenti bibliografici

  • Axelsson E. & Hedman-Lagerlof E. (2019). Cognitive behavior therapy for health anxiety: systematic review and meta-analysis of clinical efficacy and health economic outcomes. Expert Rev Pharmacoecon Outcomes Res, 19(6): 663-676.
  • Eilenberg T., Hoffmann D., Jensen J.S. & Frostholm L. (2017). Intervening variables in group-based acceptance and commitment therapy for severe health anxiety. Behav Res Ther, 92:24-31.
  • Fink P., Ornbol E. & Christensen K.S. (2010). The outcome of health anxiety in primary care. A two-year follow-up study on health care costs and self-rated health. PLoS ONE, 5(3): e9873.
  • Hayes S.C. (2016). Acceptance and commitment therapy, relational frame theory, and the third wave of behavioral and cognitive therapies—republished article. Behav Ther, 47(6): 869-885.
  • Hoffmann D., Rask C.U., Hedman-Lagerlof E., Jensen J.S. & Frostholm L. (2020). Efficacy of internet-delivered acceptance and commitment therapy for severe health anxiety: results from a randomized, controlled trial. Psychol Med, 14: 1-11.
  • Mykletun A., Heradstveit O., Eriksen K., Glozier N., Overland S., Maeland J.G., et al. (2009). Health anxiety and disability pension award: the HUSK study. Psychosom Med, 71(3): 353-360.
  • Risor B.W., Frydendal D.H., Villemoes M.K., Nielsen C.P., Rask C.U. & Frostholm L. (2022). Cost Effectiveness of Internet‑Delivered Acceptance and Commitment Therapy for Patients with Severe Health Anxiety: A Randomised Controlled Trial. PharmacoEconomics – Open, 6: 179-192.
  • Weck F., Richtberg S. & Neng J.M.B. (2014). Epidemiology of hypochondriasis and health anxiety: comparison of different diagnostic criteria. Curr Psychiatry Rev, 10(1):14-23.

Autore/i dell’articolo

Cristina Marzano
Psicologa, Dottore di Ricerca (PhD) in Psicologia Cognitiva, Psicofisiologia e Personalità, e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. E’ docente interno dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Conduce gruppi di Dialectical Behavior Therapy (DBT). Le principali aree di interesse sono l’insonnia, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi associati al Trauma. E’ iscritta all’Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione (AISTED).

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