Gli incubi ripagano

Gli incubi ripagano

Incubi

Photo by David Dibert on Unsplash

Nonostante possa sembrare paradossale, pare che gli incubi aumentino la probabilità di difendersi dalle emozioni negative durante la nostra vita quotidiana.

Anche se a volte viene sottovalutata, quella del sonno è una funzione fondamentale, capace di fungere anche da importante regolatore del tono dell’umore. Sono sempre più numerosi gli studi che confermano il nesso tra stati emotivi negativi e deprivazione di sonno, non è un caso infatti che patologie psichiche come la depressione o il disturbo post-traumatico da stress, si accompagnino ad alterazioni del sonno.

Alcuni autori interessati allo studio dell’affascinante mondo onirico, hanno elaborato la teoria della “minaccia simulata” che riconosce ai sogni il compito di simulare, a livello ideativo, esperienze di pericolo che alimenterebbero successive condotte di evitamento o strategie di coping, grazie al coinvolgimento dei circuiti amigdalo-corticali, responsabili dell’esperienza della paura durante le ore di veglia (Revonsuo, 2000; Scarpelli, Bartolacci, D’Altri, Gorgoni e De Gennaro, 2019).

Due studi condotti nel 2019 da Sterpenich, Perogamvros, Tononi e Schwartzin, hanno analizzato l’attività onirica mediante tecniche di neuroimaging, per verificare se le zone cerebrali che entrano in funzione quando proviamo l’emozione della paura nella fase di addormentamento, siano le medesime che si attivano quando siamo spaventati ma svegli e se vi sia un nesso tra le emozioni provate durante il sonno e quelle esperite durante la veglia.

Il primo esperimento ha previsto che 18 partecipanti venissero svegliati più volte durante le varie fasi del sonno, per riferire l’ultimo ricordo presente nella mente prima del suono della sveglia e rispondere alle domande di un’intervista strutturata. I soggetti che avevano avuto almeno un incubo, venivano stati sottoposti ad EEG per operare un raffronto tra l’attività cerebrale durante un incubo e quella durante un sogno privo di contenuti minacciosi.

Il secondo esperimento ha coinvolto un campione di 89 partecipanti che sono stati sottoposti ad una batteria di test mirata a valutare la qualità del sonno (PSQI, Buisse et al., 1989), la presenza di sonnolenza diurna (EES, Johns, 1991) e disturbi psichici come la depressione (BDI, Beck, Steere and Brown, 1996) e l’ansia (STAI-T, Spielberg, Gorusch & Luschene, 1970). La settimana prima di effettuare le Risonanza magnetica Funzionale, i soggetti coinvolti nella ricerca sono stati esposti a stimoli neutri ed hanno poi dovuto compilare un diario del sonno e dei sogni, per approfondire l’emergere di emozioni come rabbia, disgusto, felicità, tristezza, terrore, frustrazione, vergogna. La Risonanza Magnetica Funzionale ha permesso di rilevare i movimenti oculari e il diametro di dilatazione delle pupille, indicatore di risposte di tipo emotivo durante la presentazione degli stimoli (Bradley, Miccoli, Escrig & Lang, 2008).

Dal primo studio è emerso come all’emozione della paura corrispondesse l’attività dell’insula e della corteccia cingolata mediana, zone del cervello che entrano in gioco in riposta a stimoli minacciosi durante lo stato di veglia. Dal secondo studio è stato possibile rilevare come i soggetti che avevano esperito paura durante i sogni, presentavano un’attivazione inferiore dell’insula, dell’amigdala e della corteccia cingolata mediale durante la veglia, che si univa ad un’attivazione della corteccia prefrontale mediana, area deputata all’inibizione della paura.

Dai risultati delle due ricerche è stato possibile verificare come alla paura vissuta durante i sogni conseguisse una inibizione delle emozioni spiacevoli durante la veglia… Che sia dunque conveniente avere incubi?

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Laura Pascucci
Psicologa, psicoterapeuta, ha maturato esperienza clinica all’interno dei servizi afferenti alla struttura operativa Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM/E acquisendo competenza nel trattamento dei disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità, disturbo bipolare, schizofrenia, disturbo post-traumatico da stress. Collabora come libero professionista all’interno dell’istituto Beck e svolge attività di volontariato per l’associazione Onlus “Il Vaso di Pandora” dedicata alle vittime di eventi traumatici.

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