Il cattivo coping: l’ipercompensazione del narcisista
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Il mito dell’uomo impavido e forte
È uscito nelle sale, di recente e quasi inosservato – forse a causa della timida riapertura dei cinema dopo il lockdown, forse per le possibili implicazioni politiche, il cui approfondimento esula dagli scopi del presente articolo – il film di Gianluca Jodice su Gabriele D’Annunzio
. Figura controversa, il poeta, romanziere e politico originario di Pescara incarna il superuomo, versione nostrana dell’Übermensch niciano, ardito, originale e sopra le righe, guida per gli altri, ma ancora in grado di stupirsi e, soprattutto, di stupire. Al punto da arrivare a “fare della propria vita, un’opera d’arte”. Diremmo oggi, un narcisista. Gli eventi recenti legati alla pandemia, se da un lato hanno fatto emergere con un’ineguagliabile violenza e immediatezza le fragilità dell’essere umano privato della libertà e dei diritti, solo e impotente dinnanzi alla malattia e alla morte, dall’altro ha rialimentato l’illusione dell’uomo forte, sicuro di sé, padrone della situazione, intelligente e astuto, in grado di prendere in mano le cose e risolverle. E, per qualcuno, quest’uomo in effetti è arrivato.
A essere narcisisti oggi si è in buona compagnia
Va innanzitutto distinto il narcisismo subclinico o stile narcisistico di personalità, caratterizzato da grandiosità, ambizione, egemonia e senso di superiorità – per compensare una bassa autostima, ovvero la percezione di una mancanza di valore personale
– dal vero e proprio Disturbo Narcisistico di personalità. Perché si possa diagnosticare quest’ultimo, devono essere presenti molti tra i seguenti aspetti: un’idea grandiosa di sé, che si concretizza ad esempio nelle convinzioni di non dover sottostare alle regole comuni e di dover frequentare solo persone speciali o di status elevato; fantasie di successo, potere, fascino e bellezza illimitati; la credenza di non essere apprezzati, riconosciuti e amati a sufficienza; un senso di vuoto e apatia, anche in caso di indiscussi successi; un’eccessiva richiesta di attenzioni e ammirazione e la tendenza ad approfittarsi opportunisticamente degli altri; la mancanza di empatia, quindi l’incapacità di riconoscere e identificarsi con i sentimenti e i bisogni altrui; sentimenti di disprezzo, vergogna o invidia e atteggiamenti arroganti
. Corrisponderebbero in parte al profilo, secondo uno studio della Brigham Young University, i disturbatori della rete (troll) che, secondo quanto emerso, condividerebbero i tratti di personalità contenuti nella c.d. “triade oscura” che comprende narcisismo, psicopatia e machiavellismo, più quella che, in tedesco, va sotto il nome di schadenfreude: il piacere provato per le disgrazie altrui. Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno esaminato i predittori psicologici alla base dei comportamenti di trolling e le percezioni di quasi 500 utenti su una nota piattaforma di discussione; i troll online sono stati descritti come autocelebrativi, individualisti e privi di rimorsi, in quanto il loro comportamento è considerato da loro stessi come un metodo accettabile di comunicare. Se i connotati ipertrofici sono i più evidenti e i meno tollerati – lo si nota nel parlare comune, lamentandocisi spesso di ex fidanzati, capi e padri viziati, prepotenti e, appunto, narcisisti – questi possono tuttavia rappresentare un innegabile vantaggio nell’odierno mondo del lavoro (e ai tempi del Vate, a quanto pare!) e il prerequisito per accedere a posizioni sociali privilegiate. Si pensi, ad esempio, al mondo politico o della finanza e a come sia difficile non rimanere ammaliati da Gordon Gekko
: non soltanto perché ha il volto di Michael Douglas!
Il coping ipercompensatorio
In un’ottica di Schema Therapy e più precisamente di Mode Work, la parte presuntuosa del paziente narcisista scaturirebbe da un meccanismo di ipercompensazione messo in atto, per lo più inconsapevolmente e in compagnia di altre persone, per fronteggiare il dolore causato dal non sentirsi sufficientemente amato e adeguato: se si ritiene trascurato o incompreso, il narcisista finirà per comportarsi in maniera pretenziosa ed esigente e chiederà troppo alle persone care, non ricambiandole; oppure, sentendosi inadeguato tenterà di apparire perfetto senza permettere agli altri di avvicinarsi troppo, perché non possano scoprirne i difetti e, di certo, rifiutarlo. Comprendere ciò non rende, tuttavia, più semplice avere a che fare con un narcisista, fuori e dentro lo studio: questi, infatti, di rado arriva in terapia e, quando accade, è per aver perso una fonte di approvazione o uno status sociale, ad esempio quando la/il partner lo/a lascia o minaccia di farlo. La difficoltà maggiore sta, forse, nell’essere in grado di gestirne gli atteggiamenti svalutanti e provocatori, ricordandosi che dietro la facciata si nasconde un bambino solo.
Biblio-sitografia di riferimento
- Brubaker P.J., Montez D., Church S.H. (2021) The Power of Schadenfreude: Predicting Behaviors and Perceptions of Trolling Among Reddit Users, Social Media Society 7 (2).
- D’Annunzio G. (1889) Il Piacere, Treves, Milano.
- Lingiardi V. (2021) Arcipelago N. Variazioni sul Narcisismo, Einaudi collana Vele, Torino.
- Merzagora I., Travaini G., Pennati A. (2016) Colpevoli della crisi? Psicologia e psicopatologia del criminale dal colletto bianco, Franco Angeli, Milano.
- Raskin R. & Hall C. S. (1979) A narcissistic personality inventory, Psychological Reports, 45, 590.
- Young J. E., Klosko J. S., Weishaar M. E., (2007) Schema therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità, Firenze, Eclipsi editore.
- Wardetzki B. (2015) Egoisti, egocentrici, narcisisti & co., Feltrinelli Urra, Milano.
- https://www.agi.it/cronaca/news/2021-07-06/social-studio-identifica-4-tratti-personalita-troll-13153362/.