Isabella Rossellini volto Lancôme dopo vent’anni dal licenziamento
Essere licenziati dopo 10 anni di onorata carriera perché troppo vecchi. A 43 anni. E’ questo quello che è successo a Isabella Rossellini, celebre attrice figlia del regista italiano Roberto Rossellini e dell’attrice svedese Ingrid Bergman. Ha cominciato a lavorare nel 1982 per la casa di bellezza internazionale Lancôme, divenendone testimonial esclusiva e partecipando allo sviluppo del famoso profumo Trésor. Fino al giorno in cui le è stato detto che le donne sognano di apparire giovani e, a quarant’anni, non si rappresenta più l’aspetto di quel sogno.
Sembra questo un destino che travalica i confini del mondo della pubblicità, dove il modo in cui si appare è tutto. Sicuramente è un fenomeno che tocca anche il cinema. Secondo uno studio di Polygraph, con l’avanzare dell’età degli attori, ai personaggi maschili viene dato più spazio nei dialoghi (39%) mentre l’esatto contrario avviene per i personaggi femminili (20%). Certamente vi sono onorevoli eccezioni, come Helen Mirren, Meryl Streep e Jane Fonda le quali sono ancora in auge superati i 60 e 70 anni di età. Ma, come già scritto, sono tra le eccezioni.
La cantautrice Tori Amos, che dagli anni ’90 del secolo scorso canta dei rapporti tra l’universo femminile e quello maschile, si è trovata a 50 anni a porsi il problema: qual è il percorso che una cantautrice della mia età dovrebbe fare? Non ci sono modelli prestabiliti, non è come per le attrici, per la quali vengono scritte parti appositamente. Dunque anche per il mondo della musica si propone lo stesso problema, che Tori Amos ha risolto grazie alle osservazioni di sua figlia Natasha, allora 14enne: “Mamma, mi stai dicendo che a 50 anni dovrei sedermi e dichiararmi sconfitta? Vai e spacca tutto!”. Da quel consiglio ne è uscito un album che ha riscosso successo di critica e di pubblico, “Unrepentant Geraldines”, e che parla delle donne “impenitenti”, quelle che si rifiutano di scusarsi per le loro azioni e idee.
Esiste comunque un nutrito numero di studi che certifica che le donne più in là con l’età sono assunte meno frequentemente e/o pagate meno: le donne tra i 49 e i 59 anni che inviano il loro curriculum vitae ricevono il 29% di chiamate in meno di quelle tra i 29 e i 31 anni; salendo con l’età (tra i 64 e i 66 anni), quasi una donna su due non viene richiamata per un’intervista (47% di chiamate in meno). Tutto questo a parità di competenze per il lavoro mostrate sul CV. La ragione di questo sembra essere proprio che, per la cultura occidentale, l’apparenza fisica ha un impatto maggiore nel caso delle donne e, dunque, l’invecchiamento diventa un fattore negativo più per le lavoratrici che per i lavoratori.
Abbiamo una grande necessità di cambiare questo stato delle cose, principalmente perché significa sofferenza psicologica per almeno metà della popolazione terrestre. In realtà il cambiamento avrebbe un impatto positivo su tutti noi, al di là di età e sesso, perché la popolazione umana sta invecchiando velocemente e, per numerosi fattori, le donne vivono in media più a lungo degli uomini. Sarebbe dunque vantaggioso poter offrire a tutti le stesse opportunità lavorative, basandosi sulle effettive capacità e non su un mero numero scritto nella casella “data di nascita”.
Alla Lancôme sembrano aver capito questo. La nuova manager Francoise Lehmann ha chiamato Isabella Rossellini, che oggi ha 65 anni, per proporle di lavorare di nuovo come volto Lancôme. Dopotutto nel 2020 le ultrasessantenni saranno 500 milioni su tutto il pianeta e fare una pubblicità mirata per loro sembra una scelta commerciale molto intelligente. E se nel frattempo tutto ciò contribuisce a dare visibilità a una fetta di popolazione finora svantaggiata non possiamo che rallegrarcene.
Isabella Rossellini ha accettato, con la sua famosa grazia. “Non ho sentito la necessità di preservare il mio aspetto [con la chirurgia plastica, N.d.A.]. Non definisco l’eleganza con l’essere 60enne e dimostrare meno anni. Quello che cerco nei cosmetici è qualcosa che esprima eleganza e sofisticatezza. è lo stesso con i miei vestiti o come decoro la mia casa”.
Riferimenti: