La Dialectical Behavior Therapy nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La Dialectical Behavior Therapy nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La Dialectical Behavior Therapy nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione
La Dialectical Behavior Therapy nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La Dialectical Behavior Therapy nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La Dialectical Behavior Therapy (DBT), ideata da Marsha Linehan (1993) per trattare individui con disturbo borderline di personalità cronicamente suicidari, è una terapia cognitivo-comportamentale basata sulla Mindfulness, che prende in prestito alcuni principi della filosofia dialettica hegeliana.

Il ricorso alla dialettica, a cui fa riferimento il nome stesso, fornisce alla terapia una cornice teorica in grado di integrare gli aspetti derivanti dalla terapia cognitivo comportamentale, che enfatizzano il problem solving, e quelli che derivano dalla Mindfulness, improntati all’accettazione. In estrema sintesi, la DBT insegna ai pazienti modalità efficaci (abilità) per acquisire flessibilità, integrare i dilemmi dialettici alla base della sofferenza umana e comprendere quali aspetti della vita accettare e quali cambiare.

I dilemmi dialettici sono rappresentati da coppie di opposti: quando l’individuo si trova in una polarità, per esempio l’emotività, penserà e agirà esclusivamente sulla base della spinta emotiva, senza prendere in considerazione la posizione opposta, la razionalità, né avere la possibilità di accedere a una via di mezzo tra le due posizioni.

Il ricorso alla dialettica è stato pensato ad hoc per il trattamento di individui con disturbo borderline di personalità proprio perché questi vivono una condizione di disregolazione emotiva e in relazione a ciò agiscono comportamenti disfunzionali (uso di sostanze, comportamenti sessuali a rischio, aggressività auto ed eterodiretta, abbuffata, vomito, gioco d’azzardo, spendere soldi in modo irresponsabile, guidare in modo spericolato).

La DBT interviene sul deficit di regolazione emotiva insegnando le abilità necessarie per modificare i comportamenti disfunzionali e la relazione dell’individuo con pensieri ed emozioni responsabili della sofferenza.

Numerosi studi hanno dimostrato che la regolazione emotiva è un costrutto transdiagnostico rilevante in molti contesti clinici (Weiss et al. 2015). Ed è per questo che la DBT oltre ad essere applicata al disturbo borderline di personalità è utilizzata anche per il trattamento di altri disturbi caratterizzati da tale deficit come i disturbi dell’alimentazione.

Nella sua modalità standard la DBT è composta dalla terapia individuale, dal training di abilità (skills training), dalla consultazione del team di terapeuti e dalla consultazione telefonica.

Nel 2011, Debra Safer, professore di psichiatria e scienze comportamentali dell’università di Stanford, ha validato la parte dello skills training adattandola ai disturbi dell’alimentazione. Nella pratica clinica non è raro utilizzare lo skills training come unica modalità di trattamento, per esempio, nel disturbo depressivo maggiore, nel disturbo bipolare, negli adulti con ADHD (Linehan, 2015).

In particolare, lo skills training DBT è utilizzato per trattare nel disturbo da binge eating e nella bulimia nervosa i comportamenti di abbuffata e vomito che in questo contesto sono considerati strategie disfunzionali di regolazione emotiva.

Numerosi sono gli studi che ne attestano l’efficacia nel ridurre i comportamenti di binge eating e i sintomi bulimici (Klein et al. 2013; Safer et al. 2010). Recentemente la DBT è applicata anche all’anoressia nervosa con lo scopo di affrontare l’eccessivo controllo cognitivo e comportamentale (Chen et al., 2015).

Lo skills training DBT per i disturbi dell’alimentazione prevede l’insegnamento delle abilità del modello originario, ad eccezione di quelle di efficacia interpersonale. In particolare, il training proposto da Safer (2011) si configura come un percorso di apprendimento delle seguenti abilità:

  • Le abilità di Mindfulness sono il prerequisito fondamentale per regolare le proprie emozioni perché attraverso esse è possibile acquisire la capacità di osservarle e descriverle in modo non giudicante. Per questo motivo vengono insegnate per prime; rappresentano le fondamenta sulle quali costruire i successivi apprendimenti.

L’obiettivo di questo set di abilità è quello di promuovere nella persona la consapevolezza della propria esperienza mentale (emozioni, cognizioni, sensazioni) e imparare a rapportarsi a tale esperienza con accettazione.

  • Le abilità di regolazione emotiva forniscono la chiave per comprendere il proprio funzionamento emotivo e modificare in modo funzionale la propria sofferenza.

Insieme a una approfondita psicoeducazione alle emozioni, vi è l’insegnamento delle abilità che consentono di modificare le risposte emotive, intervenendo sui vari livelli dell’esperienza mentale (situazioni, emozioni, cognizioni, comportamenti), ed inoltre uno spazio dedicato a prendersi cura degli aspetti che influenzano la vulnerabilità emotiva.

  • Le abilità di tolleranza della sofferenza insegnano a tollerare e superare le situazioni di crisi senza peggiorare le cose. Inoltre aiutano ad accettare la propria vita così come è, cercando comunque di viverla appieno.

Insieme a queste abilità viene insegnata anche la mindful eating: un intervento efficace nei disturbi dell’alimentazione non può prescindere dal trattare il tema del cibo.

In questo senso la mindful eating è uno strumento utilissimo perché facilita un’esperienza di coinvolgimento consapevole che pone in primo piano l’uso dei cinque sensi attraverso cui esplorare con curiosità le proprie reazioni al cibo e ai segnali interni di fame e di sazietà (Bays, 2009).

Daria D’Alia

 Link al sito:

Bibliografia

  • Bays .J.C. “Mindful eating. A guide to Rediscovering a Healthy and Joyful Relationship with food” Shambhala, 2009
  • Chen Eunice Y., Segal K., Weissman J., Zeffiro T. A., Gallop R., Linehan M. M., Bohus M. Eating disorders journal. Jan;48(1):123-32.
  • Klein, A. S., Skinner J. B., Hawley K. M. (2013) Targeting binge eating through components of dialectical behavior therapy: Preliminary outcomes for individually supported diary card self-monitoring versus group-based DBT. Psychotherapy, 50(4), 543-552.
  • Linehan, M. M. (1993) Cognitive Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder. New York: Guilford.
  • Linehan, M. M. (1993) Skills Training Manual for Treating Borderline Personality Disorder. New York: Guilford.
  • Linehan, M. (2015). DBT Skills training manuale. Raffaello Cortina Editore.
  • Safer, D.L., Telch, C.F., Chen, E.Y. (2011) Binge Eating e Bulimia: Trattamento Dialettico Comportamentale. Raffaello Cortina Editore.
  • Safer D. L., Robinson A. H., Jo B. (2010). Outcome From a Randomized Controlled Trial of Group Therapy for Binge Eating Disorder: Comparing Dialectical Behavior Therapy Adapted for Binge Eating to an Active Comparison Group Therapy. Behavior Therapy. March; 41(1): 106–120.
  • Weiss N. H., Gratz K. L., Lavender J. M. (2015).  Factor structure and initial validation of a multidimensional measure of difficulties in the regulation of positive emotions: The DERS-Positive. Behavior Modification. May;39(3):431-53

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
compila il modulo nella pagina contatti.

Back To Top
Cerca