La Paura della Felicità nella Relazione tra Benessere e Sistemi di Attaccamento
La Paura della Felicità nella Relazione tra Benessere e Sistemi di Attaccamento
È ormai un dato abbastanza solido nella letteratura scientifica che avere uno stile di attaccamento di tipo insicuro, sia esso di tipo ansioso o evitante, è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di una buona salute mentale e di benessere, rispetto a uno stile di attaccamento di tipo sicuro (Carr et al., 2010). Tuttavia, sono tanti i fattori che contribuiscono ad aumentare le probabilità che una persona con uno stile di attaccamento di tipo insicuro sviluppi un disturbo mentale. Tra questi vi sono l’autostima, l’autoefficacia, la tendenza a provare maggiormente emozioni negative come l’ansia, ecc. (Mikulincer & Shaver’s, 2016).
Studi recenti hanno evidenziato che la paura di essere felici e la credenza secondo cui la felicità sia uno stato fragile, sembrerebbero essere variabili che portano a maggiore malessere (Agbo & Ngwu, 2017; Joshanloo et al., 2015). Queste due variabili fanno riferimento alle credenze che le persone hanno sulla felicità e sulla sua desiderabilità (Joshanloo, 2013): la paura di essere felici viene definita come un’avversione all’esperienza e/o all’espressione della felicità, dovuta alla credenza che l’essere felici potrebbe aumentare la probabilità che succedano cose negative; per fragilità della felicità, invece, si fa riferimento alla credenza secondo cui la felicità sarebbe soltanto fugace e potrebbe facilmente trasformarsi in stati d’animo più spiacevoli.
Alcune ricerche hanno evidenziato che le persone con attaccamento insicuro possono sentirsi a disagio con l’espressione o l’esperienza della felicità (Mikulincer & Shaver, 2016). Una delle spiegazioni che è stata data a questo risultato riguarda la maggiore tendenza al locus of control esterno che avrebbero le persone con attaccamento insicuro, rispetto al locus of control interno, maggiormente presente nelle persone con attaccamento sicuro. Un locus of control esterno porterebbe le persone ad attribuire all’esterno, piuttosto che a se stessi, le cause e le responsabilità della propria e altrui felicità/infelicità. Questa visione ben si concilia con la credenza secondo cui la felicità non sarebbe sotto il diretto controllo della nostra volontà e quindi potrebbe esserci portata via da un momento all’altro (Joshanloo et al., 2017).
Un recentissimo studio di Joshanloo (2018), appena pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, ha esaminato il ruolo di questi due costrutti, la paura di essere felici e la fragilità della felicità, nella relazione tra l’attaccamento di tipo insicuro e il benessere mentale. Lo studio ha coinvolto 316 studenti universitari che hanno risposto a dei questionari cartacei. Gli item che facevano riferimento alla paura della felicità erano del tipo “penso che avere molte gioie e divertimenti possa far succedere cose brutte”, mentre gli item che indagavano la credenza relativa alla fragilità della felicità erano del tipo “la felicità è un sentimento fragile”. Per misurare il benessere dei partecipanti sono state utilizzate una scala di soddisfazione di vita (Diener et al., 1985) e due liste di emozioni positive e negative provate nel corso dell’ultimo mese (Mroczek & Kolarz, 1998). Per misurare l’attaccamento degli studenti e delle studentesse è stata, invece, utilizzata una scala di Scharfe’s (2016), composta da 20 item.
I risultati dello studio hanno confermato le ipotesi di partenza, evidenziando non solo che avere un attaccamento di tipo insicuro predice livelli minori di benessere e di salute mentale, ma che questi effetti sono in parte spiegati dall’influenza della paura di essere felici e dalla credenza di fragilità della felicità. Questi risultati offrono diversi spunti alla pratica clinica e non solo. Se, infatti, è molto difficile intervenire e modificare tratti di personalità, o smussare i propri tratti dovuti in parte al nostro sistema di attaccamento, è molto più semplice modificare le nostre credenze disfunzionali.
Aiutare i pazienti e le persone in generale a ristrutturare le loro credenze negative relative alla felicità, contribuirebbe ad aumentare il loro stato di benessere e di salute mentale. D’altro canto, tutte le terapie cognitivo-comportamentali, dai loro esordi fino alle recenti terapie di terza onda basate sulla Mindfulness, hanno fatto della modificazione del modo di pensare il loro core specifico. Non sorprendono, quindi, i risultati di tale studio, i quali andrebbero comunque approfonditi e rafforzati da ulteriori ricerche future che utilizzino anche tecniche diverse dai questionari carta e matita, quali ad esempio tecniche sperimentali, longitudinali o di neuro-imaging.
Marco Salvati
Riferimenti
- Agbo, A. A., & Ngwu, C. N. (2017). Aversion to happiness and the experience of happiness: The moderating roles of personality. Personality and Individual Differences, 111, 227–231.
- Carr, A., Dooley, B., Fitzpatrick, M., Flanagan, E., Flanagan-Howard, R., Tierney, K., White, M., et al. (2010). Adult adjustment of survivors of institutional child abuse in Ireland. Child Abuse and Neglect, 34, 477–489.
- Diener, E., Emmons, R. A., Larsen, R. J., & Griffin, S. (1985). The satisfaction with life scale. Journal of Personality Assessment, 49, 71–75.
- Joshanloo, M. (2013). The influence of fear of happiness beliefs on responses to the satisfaction with life scale. Personality and Individual Differences, 54(5), 647–651.
- Joshanloo, M. (2018). Fear and fragility of happiness as mediators of the relationship between insecure attachment and subjective well-being. Personality and Individual Differences, 123, 115-118.
- Joshanloo, M., Park, Y. O., & Park, S. H. (2017). Optimism as the moderator of the relationship between fragility of happiness beliefs and experienced happiness. Personality and Individual Differences, 106, 61–63.
- Joshanloo, M., Weijers, D., Jiang, D., Han, G., Bae, J., Pang, J., … Natalia, A. (2015). Fragility of happiness beliefs across 15 national groups. Journal of Happiness Studies, 16, 1185–1210.
- Mikulincer, M., & Shaver, P. R. (2016). Attachment patterns in adulthood: Structure, dynamics, and change. New York: Guilford Press
- Mroczek, D. K., & Kolarz, C. M. (1998). The effect of age on positive and negative affect: A developmental perspective on happiness. Journal of Personality and Social Psychology, 75, 1333–1349.
- Scharfe, E. (2016). Measuring what counts: Development of a new four-category measure of adult attachment. Personal Relationships, 23, 4–22.