La tecnica dell’Intenzione Paradossale per le persone con insonnia
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Cos’è la tecnica dell’Intenzione Paradossale
La tecnica dell’Intenzione Paradossale (Paradoxical Intention, PI) è stata ideata negli anni Settanta (1978) per il trattamento dell’insonnia particolarmente indicata per chi ha difficoltà di addormentamento e mantenimento del sonno.
Questa tecnica è finalizzata a interrompere i tentativi di dormire, perché la preoccupazione di non riuscire a prendere sonno innesca uno sforzo eccessivo ad addormentarsi, che risulta in realtà ostacolante e controproducente.
Un modello esplicativo dell’insonnia, che si chiama Attenzione-Intenzione-Sforzo (Espie et al., 2006), spiega che il sonno sopraggiunge spontaneamente, in quanto è un fenomeno involontario e automatico. Negli insonni si attiva un circolo vizioso disfunzionale che non fa altro che alimentare l’insonnia stessa. Infatti, i pensieri di preoccupazione di non riuscire a dormire producono un’attenzione focalizzata esclusivamente sul sonno e un’eccessiva intenzione di dormire, con conseguente messa in atto di comportamenti finalizzati a prendere sonno. Quando la persona si rende conto che questi comportamenti non funzionano, inizia a pensare che sta perdendo il controllo sul sonno e, dunque, si forza ancora di più per riuscirvi, ma questo non fa altro che inibire ulteriormente il sonno.
La PI, dunque, prevede di chiedere agli insonni di cercare di rimanere svegli il più a lungo possibile piuttosto che rimanere focalizzati sul tentativo di addormentarsi.
Dati di efficacia
Non esistono molti studi che ne abbiano indagato l’efficacia, ma i dati raccolti hanno mostrato che la PI produce miglioramenti sulla maggior parte dei sintomi d’insonnia. In particolar modo, la PI ha prodotto una riduzione marcata dell’ansia da prestazione legata al sonno, infatti è su questo aspetto che la tecnica si concentra e su cui lavora (Jansson-Fröjmark et al., 2021).
Questi risultati sembrano indicare che la PI rappresenti anche un intervento che espone gli insonni a una situazione temuta (stare nel letto svegli) e alla paura che viene generata da questo scenario. Questa tecnica sembra, nel tempo, produrre abituazione e, di conseguenza, riduzione dell’ansia anticipatoria rispetto alla notte che verrà.
Riferimenti bibliografici
- Ascher, L.M. & Efran, J.S. (1978). Use of paradoxical intention in a behavioral program for sleep onset insomnia. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 46(3): 547-550.
- Espie, C.A., Broomfield, N.M., MacMahon, K.M.A., Macphee, L.M. & Taylor, L.M. (2006). The attention-intention- effort pathway in the development of psychophysiologic insomnia: A theoretical review. Sleep Medicine Reviews, 10(4): 215-245.
- Jansson-Fröjmark, M., Alfonsson, S., Bohman, B., Rozental, A. & Norell-Clarke, A. (2021). Paradoxical intention for insomnia: A systematic review and meta-analysis. Journal of Sleep Research, 31(2): e13464.