Quarant’anni di legge Basaglia
Accadeva 40 anni fa che il Sistema Sanitario Nazionale veniva istituito ma, soprattutto, veniva approvata una legge allora unica in Europa e nel resto del mondo, una legge che spostava l’attenzione dalla malattia alla persona: la cosiddetta Legge Basaglia o legge 180. Grazie a quella legge sono stati tolti i catenacci alle porte degli ospedali psichiatrici, comunemente chiamati manicomi, che rinchiudevano i malati in condizioni molto spesso disumane, senza tutela legislativa e talvolta senza neanche una vera necessità clinica. Un errore che, da quel momento in poi, verrà corretto dall’istituzione del trattamento sanitario obbligatorio.
Aprire le porte degli ospedali psichiatrici ha permesso di aprire, di conseguenza, anche quelle di tutti quei servizi alternativi che possono prendersi carico della malattia mentale senza obbligare il paziente a un ricovero in una stanza, con il pigiama e confinato ai cortili della struttura sanitaria: la persona viene, invece, aiutata senza venire strappata da quel contesto in cui il disagio è nato e si mantiene, anzi coinvolgendo tutte le risorse sociali, culturali e relazionali che si possono mettere in gioco.
La legge Basaglia ha inoltre reso possibile prendere decisioni cliniche diverse a seconda delle necessità e le nuances individuali, non solo nei casi in cui la malattia è particolarmente grave ma anche per persone che, nei meandri della vita, si sono trovate ad affrontare un periodo particolarmente difficile, di sofferenza psicologica e che gli specialisti non avrebbero voluto fare entrare in strutture di ricovero e per le quali avrebbero indicato un approccio curativo diverso.
A quasi mezzo secolo di distanza, si può facilmente affermare che la legge 180 è stata una rivoluzione che ha permesso di vedere le cose in maniera diversa e restituire dignità alle persone in un percorso, sì, accidentato ma assolutamente possibile e sul quale sarebbe inimmaginabile tornare indietro. Questo enorme cambiamento ha dato il via a un’altrettanto ampia mole di ricerca e sperimentazione sull’argomento di cui, secondo il professor Paolo Boccara, psichiatra e psicoanalista e membro della società Psicoanalitica italiana, non ci si è adeguatamente avvalsi nell’ultimo ventennio: non sarebbero infatti state destinate sufficienti risorse tanto economiche quanto organizzative per tradurre i risultati della ricerca nelle sedi di competenza della sanità mentale. Il prof. Boccara sottolinea come vi siano serie criticità che si possono estendere in tutto il Sistema Sanitario Nazionale, come la mancanza di ricambio dei professionisti a causa dell’impossibilità di quelli ora occupati di andare in pensione e lasciare il testimone alle generazioni più giovani, dai medici agli psicologi, dagli infermieri agli assistenti sociali.
La rivoluzione Basaglia va, dunque, presa come spunto per continuare con lo stesso spirito e la stessa vocazione a dare importanza alle persone sopra alla malattia e per spronarci a migliorare il nostro sistema sanitario nazionale, uno che, sulla carta, è tra i migliori al mondo.
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